“Nel ponente savonese la situazione è drammatica, gli infermieri sono impegnati in orari di lavoro che sono spesso più lunghi di quanto previsto perché sono assunti in un numero insufficiente, e non c'è la volontà di assumerne altri, quanto detto fino ad ora dai rappresentanti della Sanità Regionale non è stato surrogato da azioni concrete. Si è parlato dell'apertura del nuovo Punto di Primo Intervento di Albenga, che avverrà il prossimo 15 luglio. Ebbene, per questa apertura non sono state fatte assunzioni di infermieri ma prese persone, e destinate ad un nuovo incarico, che già lavorano nel comparto sanitario. Forse hanno fatto questa scelta, quella di non assumere, perché il Punto di Primo Intervento richiuderà alla fine dell'estate, dal 15 settembre tornerà ad essere un ambulatorio a bassa intensità. Se c'è la volontà di chiudere un Ppi dopo appena due mesi, c'è forse la volontà di riportare ad Albenga il Pronto Soccorso?”. Ad affermarlo Davide Canetti, segretario provinciale Nursind, sindacato degli infermieri.
“Sicuramente no, ed i fatti lo confermano. Al Ppi di prossima apertura non saranno presenti servizi medici specialisti, 3 medici neoassunti del 118 si alterneranno fra attività nel reparto ed attività sull'automedicale – prosegue Canetti -. Quando i turni non potranno essere coperti da questi medici, al Ppi saranno sostituiti da medici di famiglia. Inoltre, gli orari di apertura del Prossimo Ppi saranno diurni di 12 ore, mancherà quindi il servizio notturno e chiunque si troverà nel Punto di Primo Intervento in prossimità della chiusura giornaliera potrà scegliere se andare a fare la coda a Pietra Ligure, al Pronto Soccorso dell'ospedale Santa Corona, oppure tornarsene a casa senza aver avuto la visita e relativa prestazione richiesta”.
“Sul fatto che le persone stanno andando sempre meno ad avvalersi delle prestazioni ospedaliere d'urgenza, ci sono dati che fanno riflettere. Nel 2019 – spiega - ad Albenga c'era un Punto di Primo Intervento, aperto 24 ore su 24, cui si rivolgevano circa 25.000 persone all'anno. Venticinquemila! Nel medesimo periodo, nel 2019, al Pronto Soccorso del Santa Corona erano visitate 45.000 persone in un anno. Nel 2022 ad Albenga non c'era più il Punto di Primo Intervento quindi nessuna prestazione per reparti d'urgenza; nel 2022 era aperto nel ponente savonese solo il Pronto Soccorso di Pietra Ligure e quindi gli accessi ad un reparto d'urgenza erano previsti solo in quel nosocomio”.
“Ebbene – continua -, quante sono state quindi le presenze di persone che hanno richiesto le prestazioni al PS del Santa Corona nel 2022 ? Meno di 45.000, si sono fermate a 44.334. Oltre 25.000 persone del comprensorio, fra Andora e Finale Ligure, hanno rinunciato alle prestazioni sanitarie d'urgenza proposte da Asl 2 nella zona”.
“Che non c'è la volontà di migliorare i servizi lo si evince anche da un altro dato – prosegue Canetti -. Al Pronto Soccorso di Pietra Ligure, nel 2019 quando c'era ancora il Ppi ad Albenga, erano presenti 12 addetti, fra medici, infermieri ed oss. Oggi, con il Punto di Primo Intervento di Albenga chiuso, al Pronto Soccorso di Pietra Ligure operano 13 addetti!”.
“Cosa possiamo fare per avere un servizio migliore? Sicuramente sensibilizzare l'assessore regionale alla Sanità durante il prossimo incontro in programma il 21 giugno. Potremmo proporre uno sciopero del personale sanitario, degli infermieri, ma non sarebbe funzionale ne giusto nei confronti della cittadinanza che ha invece ha necessità che i reparti ospedalieri siano aperti e funzionanti. Potremmo organizzare una manifestazione cittadina pubblica ma purtroppo abbiamo visto quanto siano state inutili quelle organizzate ad esempio, ad Albenga a cui hanno partecipato migliaia di persone bloccando anche le vie cittadine”.
“Potremmo fare altro – continua -. Ad esempio, esporre i fatti, raccontare i disservizi che quotidianamente subiamo a seguito di scelte scellerate da parte del comparto sanitario regionale. Se, oltre a noi che già stiamo manifestando da anni le problematiche condizioni in cui lavorano gli infermieri, ci fossero segnalazioni da parte di famiglie e, perché no, anche da parte di autorità locali su disservizi che potrebbero accentuarsi nei prossimi mesi in cui il territorio ospiterà centinaia di migliaia di turisti, forse qualcosa potrebbe accadere”.
“Ovviamente queste segnalazioni, queste esposizione dei fatti dovrebbero essere anche indirizzate alle autorità competenti. Così che le autorità competenti possano intervenire prima che accada qualcosa di irreparabile. Visto che per questa procedura ci vuole tempo, il prossimo 21 giugno cercheremo di ottenere un riscontro tangibile dall'assessore Angelo Gratarola. Non siamo ottimisti – conclude Canetti di Nursind - ma dobbiamo provarci”.