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Attualità | 13 giugno 2023, 10:33

Ex sede dell'Autorità Portuale di Savona, non verrà demolita: al vaglio la ricostruzione totale o parziale

È stata esclusa la pericolosità e l'instabilità. Entro l'estate verrà presa una decisione

Ex sede dell'Autorità Portuale di Savona, non verrà demolita: al vaglio la ricostruzione totale o parziale

 

No alla demolizione, al vaglio la ricostruzione totale o il ridimensionamento dei volumi.

Questa la decisione che verrà presa sulla palazzina dell'Autorità di Sistema Portuale di Savona che aveva preso fuoco lo scorso 23 ottobre del 2018.

Ora la Port Authority, scartata l'ipotesi abbattimento e svolti tutti gli studi del caso, le perizie e i monitoraggi che hanno escluso la pericolosità e l'instabilità, dovrà verificare quale sarà l'opzione migliore se intervenire per la sistemazione totale o parziale. Entro l'estate dovrebbe essere presa una decisione.

Per il futuro utilizzo starebbero pensando di concentrare tutti i servizi tecnico nautici legati al porto savonese.

Comunque sia dovrebbero essere prima trovate le somme per la sistemazione che dovranno essere inserite poi nel bilancio del prossimo settembre/ottobre.

Abbandonata a se stessa e diventata "simbolo" del degrado (per questo il sindaco Marco Russo ha richiesto all'Autorità Portuale di definire il restyling) e di un incendio che aveva lasciato di stucco il levante savonese, era stata posta sotto sequestro da parte della Procura di Savona e poi dissequestrata a conclusione delle indagini.

Erano 8 le persone indagate per l'incendio ma il Pubblico Ministero Chiara Venturi aveva stralciato le loro posizioni nel 2021 dopo due anni di indagine.

L'inchiesta legata al rogo aveva visto derubricare l'accusa da incendio doloso a incendio colposo da parte del Pm dopo le conclusioni del perito nominato dalla Procura Luca Marmo, docente del Politecnico di Torino. Un'errata realizzazione della palazzina era quindi la causa secondo l'accusa che avrebbe portato l'edificio a prendere fuoco in meno di mezz'ora.

Il rogo come era stato accertato dagli inquirenti, sembrava fosse partito da un cumulo di carta, avrebbe prima colpito la facciata dell'edificio costruita con un materiale altamente infiammabile, l'Argisol, che non sarebbe stata isolata con l'Etalbond. Se fosse stato effettuato anche solo quel passaggio, come precisato dalle ricostruzioni, le fiamme non si sarebbero propagate.

L'isolamento delle finestre sarebbe stato un altro aspetto al centro dell'inchiesta, poiché le fiamme sarebbero passate attraverso gli infissi visto che i pannelli realizzati con l'Argisol non avrebbero fatto da "protezione".

Aspetti questi che però non avrebbero trovato conferme, così da portare il Pm a chiudere l'indagine nei confronti della direzione lavori dell'Autorità di Sistema Portuale, i due rappresentanti della società appaltatrice, il direttore dei lavori ed il procuratore dell'azienda che aveva firmato i contratti e due legali rappresentanti dell'azienda che aveva ricevuto il subappalto.

 

Luciano Parodi

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