Attualità - 11 giugno 2023, 19:00

In treno da Mondovì al mare con oltre oltre 70 minuti di ritardo: "E' questa la mobilità sostenibile?"

Il signor Delfino racconta il viaggio verso Diano Marina, tra gocciolamenti dal tetto, luce che non si accendeva in galleria e continui stop per dare precedenza ad altri treni. E nemmeno la possibilità di chiedere il rimborso

Lo scorso weekend, con il ponte del 2 giugno, sono state tante le polemiche per lo stato dei collegamenti tra il Piemonte e la Liguria. Autostrada piena di cantieri, Tenda KO, colle di Nava preso d'assalto con conseguenti code di ore, la ferrovia Torino-Savona usufruibile solo con bus sostitutivi nella tratta tra Fossano e Mondovì per consentire di ripristinare la linea danneggiata dalle frane dovute al maltempo di fine maggio, la Cuneo-Ventimiglia poco frequente e non troppo funzionali. 

Ieri 10 giugno RFI ha almeno ripristinato la circolazione su rotaia per l'intera tratta tra Torino e Savona. Un lettore ci ha scritto per raccontarci il suo viaggio, da Mondovì. Arrivo a destinazione con oltre 70 minuti di ritardo. 

E nemmeno la possibilità e la voglia di chiedere il rimborso. 

Egregio direttore,

facendo seguito a quanto pubblicato dal suo giornale in merito ai disservizi sulla tratta Torino Ventimiglia, desidero raccontare ai suoi lettori la mia esperienza. Rassicurato dai comunicati Rfi in merito alla ripresa, da ieri 10 giugno, del normale transito dei treni sulla tratta in oggetto, decido di usufruire del mezzo per recarmi a fare visita ad alcuni miei famigliari soggiornanti a Diano Marina. 

Partenza programmata da Mondovì alle ore 9,28 ed arrivo previsto a Diano alle 12,08. Giunto sul piazzale della stazione noto ancora la presenza di bus sostitutivi. Il pannello elettronico segnala la partenza del treno con 10 min di ritardo dal binario 4. 

Lì mi reco e trovo pronto un lungo convoglio con porte chiuse. Dopo poco tempo l'altoparlante segnala un ritardo aumentato a 20 min. Verso le 9,40, lo stesso segnala che il treno non partirà dal binario 4 ma arriverà da Fossano sul binario 3. Bene mi dico, allora hanno effettivamente riattivato la tratta. 

Dopo poco il ritardo viene segnalato in 25 min ma il treno arriverà con 50 min di ritardo e ripartirà con 56. Nella tratta verso Savona recupererà circa 15 min, ma nel frattempo nella carrozza nella quale siedo comincia a gocciolare acqua dal tetto ed un dipendente non trova altra soluzione che spegnere l'aria condizionata. 

Il treno riparte con particolare velocità da Savona e sembra voler recuperare tempo. Nel frattempo in una galleria particolarmente lunga le luci non si accendono e qualcuno usa il cellulare per illuminare. Il guasto si ripeterà in diverse altre gallerie. 

Dopo questa partenza il treno si ferma in diverse stazioni per dare precedenza ad altri treni, tanto che ad Albenga il ritardo è di 70 min. Le comunicazioni interfono che fino a quel momento sono state perfettamente mute come il personale di bordo, cominciano ad informare, con volume particolarmente flebile, che sarà possibile chiedere un indennizzo previa certificazione nella stazione di arrivo o da parte del personale di bordo. In tutta la tratta non si vede personale: giunto a Diano non trovo alcun ufficio aperto in stazione.

Qui le tante persone scese non cercano nemmeno un certificatore, tanto è lo scoramento accumulato. In barba alle dichiarazioni di Trenitalia sul servizio di informazione ai cittadini. 

Come ben dice il Comitato mobilità sostenibile, occorrerà favorire l'uso del treno: ma come si fa in queste condizioni?

Oreste Delfino, Cuneo

Barbara Simonelli