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Politica | 22 maggio 2023, 18:26

Rischio alluvioni, la Regione presenta il nuovo piano su aree esondabili (Video)

Giampedrone sulla possibilità di costruzione in zone ad alto rischio alluvionale: “Si tratta di zone a bassa pericolosità”

Rischio alluvioni, la Regione presenta il nuovo piano su aree esondabili (Video)

La giunta regionale ha presentato questo pomeriggio il nuovo piano di gestione del rischio alluvione dell’Autorità distrettuale dell’Appennino settentrionale, uno strumento atto a gestire e prevenire i danni causati dalle alluvioni sul territorio ligure.

“Applichiamo la norma di autorità distrettuale che il ministerio ci chiede di applicare un regolamento più definito su quelle che sono i criteri di gestione di rischio - dice l’assessore regionale alla difesa del suolo Giacomo Giampedrone - Facciamo tesoro dell’esperienza, a volte anche tragica purtroppo, del nostro territorio ma che ci ha fatto alzare il livello di attenzione con un lavoro di mappatura del territorio. 

All’interno di queste previsioni, di questo assetto normativo che muta, c’è la previsione di alcuni vincoli maggiori rispetto alla disciplina precedente e alcune migliori interpretazione sulle zone inondabili che ora vengono ben definite e classificate con dei limiti particolari”.

Le nuove misure ridefiniscono la geografia delle aree di rischio sul territorio ligure che ora si trova all’interno di una sola grande area che rende ancor più omogenea la normativa che vieta esplicitamente interventi ad oggi consentiti come nuovi parcheggi a raso, nuovi servizi essenziali (scuole, ospedali, centri di protezione civile) e nuovi campeggi e sottopassi

L’assessore ha poi risposto alle polemiche sulla possibilità di costruire in aree ad “alto rischio alluvionale”.

Nel piano ci sono diverse classificazioni di rischio: le aree P3, a pericolosità da alluvione elevata, P2, a pericolosità media, e P1, a pericolosità bassa. Solo nelle aree P1, secondo le direttive del piano, “sono consentiti gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici”. Si aggiungono poi le aree P3_0, “aree inondabili a minor pericolosità relativa” in cui è possibile (secondo criteri definiti) costruire.

“C’è una possibilità di valutazione di costruzione in zone a bassa pericolosità e questa bassa pericolosità è data da un battente idrico del corso d’acqua che non supera i 30 cm e dalla velocità di quel corso d’acqua di 1 m/s.  Se c’è uno studio che dimostra che questi dati sono rispettati si può autorizzare questo tipo di valutazione. Ovviamente parliamo di corsi d’acqua molto piccoli”.

Le nuove norme, oltre a introdurre vincoli e disposizioni stringenti, prevedono che ogni intervento debba essere realizzato in condizione di gestione del rischio: sono consentiti quindi solo alcuni interventi in specifiche e definite condizioni costruttive, così da non mettere in alcun modo a rischio la pubblica incolumità o causare danni a beni pubblici o privati. Le aree a ‘minore pericolosità’ devono essere individuate solo a seguito di studi idraulici accurati e aggiornati, svolti da enti pubblici e validati da Regione e Autorità di bacino. Oltre a questo, il concetto di ‘minore pericolosità’ delle aree esondabili è già presente nelle norme che regolano le possibilità di costruzione in Liguria: non viene introdotto con il regolamento ma esiste dai primi anni 2000, ed è presente anche nei regolamenti di altre Regioni.

 

Marco Garibaldi

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