Questa mattina si è tenuto un presidio davanti al Consiglio Regionale in via Fieschi con corteo fino a Piazza De Ferrari organizzato da Sunia Cgil, Cisl Sicet e Uniat Uil insieme al Coordinamento Comitati di Quartiere per chiedere più investimenti, meno imposte e il blocco degli aumenti dell'affitto dovuto all'inflazione.
“Partiamo dal consiglio regionale, che oggi è chiuso, per spostarci sotto la sede della Regione per chiedere un incontro al presidente. - ha commentato Bruno Manganaro, segretario generale Sunia - La settimana prossima torneremo qui con una delegazione per incontrare finalmente il consiglio regionale. La richiesta è semplice, ci vogliono soldi per investire nelle case popolari che hanno subito la fregatura del superbonus, che era annunciato, su cui c'erano progetti per seimila abitazioni a Genova, e che è finito in un buco nero. Inquilini e abitanti aspettano di vedere messi a posto gli infissi, le finestre, di vedere risanate le loro stanze e che vengano messi a posto gli impianti elettrici. Aspettano da tanto tempo, il superbonus è fallito, la Regione deve metterci i soldi, ma quelli annunciati sono pochissimi e incerti perché non sappiamo se verranno usati per quelle famiglie e quelle abitazioni che Arte ha individuato come problematiche. Oltre a questo ci sono duemila case sfitte, sempre popolari, che se fossero rimesse a posto potrebbero sanare la lunghissima lista d'attesa di chi aspetta una casa popolare. L'emergenza casa esiste, non è uno scherzo, la Regione non può prendere sottogamba questa questione. Noi andremo avanti con la nostra battaglia”.
“La situazione è drammatica, - commenta Stefano Salvetti, segretario generale Sicet Liguria - non solo a Genova e in Liguria, ma in tutta Italia. La giornata di oggi è per scuotere l'albero, ovvero la letargia della politica verso gli obiettivi. L'edilizia pubblica ha bisogno di risorse e riqualificazione, ma soprattutto bisogna dare una risposta a chi è in attesa di una casa popolare. In Liguria abbiamo solo diciottomila appartamenti, undicimila a Genova, neanche 750 mila in Italia, ma avremmo bisogno, secondi i dati di Federcasa, di 800 mila alloggi aggiuntivi".
“Non basta portare una casa, ma servono i servizi – continua Salvetti – la gente all'interno ha problematiche, per cui servono supporti, servizi sociali, servizi vari, ma soprattutto ogni anno una politica programmata a livello regionale di risorse continuative per riuscire a risolvere questi problemi. Abbiamo 14 milioni di poveri, molti di questi non ce la fanno ad avere una casa sul mercato libero, quindi bisogna dare una risposta. Noi siamo la 'cenerentola' d'Europa, in Germania e in Francia ci sono 5,6 milioni di alloggi sociali, da noi appena 750 mila. Dal piano 'Fanfani' abbiamo solo venduto, la Regione non ci può presentare solo piani di vendita, deve mettere risorse, la competenza è sua, deve farlo”.
Questa mattina erano presenti alla manifestazione anche il capogruppo del Partito Democratico Articolo Uno in Regione Luca Garibaldi e il vicecapogruppo Pippo Rossetti, che hanno commentato: “Siamo scesi in piazza al fianco dei sindacati per dire che servono misure sul tema della casa anche a livello regionale, quanto messo in campo finora è insufficiente e parziale. Se il governo non dà risposte - taglia il fondo affitti per le morosità incolpevoli e costringe a bloccare gli interventi per oltre 6mila abitazioni, tagliando il Superbonus – è necessario che i tagli fatti dal governo vengano compensati da una strategia regionale per la casa efficace e in grado di dare risposte, soprattutto a chi è più in difficoltà”.
“Il tema dell’abitare deve essere una priorità e deve essere rilanciato con iniziative locali, regionali e nazionali a partire dal sostegno alle fasce più deboli, al recupero del patrimonio edilizio sfitto e l’aumento dei fondi per la morosità incolpevole. A oggi – proseguono Garibaldi e Rossetti - le misure presenti sono insufficienti. I cittadini faticano a pagare spese condominiali troppo elevate e si ritrovano a vivere tra muffe alle pareti, tubature che perdono, infissi vecchi e impianti di calore da sostituire. Tutto questo non è tollerabile, servono nuovi fondi, quelli stanziati sono solo una risposta parziale, che coprirà solo una piccola porzione degli interventi necessari”.
“Torniamo a ribadire che seve una task force e avviare quel tavolo da noi richiesto, e mai partito, sull'emergenza abitativa, facente capo alle Prefetture, che coinvolga tutti i soggetti interessati: gli uffici giudiziari preposti alle esecuzioni, i Comuni, gli enti gestori delle case popolari, organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini e gli enti del Terzo settore”, concludono Garibaldi e Rossetti.