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Economia | 06 maggio 2023, 07:30

Tumore al Seno, un'eccellenza a portata di mano per la prevenzione e la cura

Al Centro medico San Nicolò di Albisola gli specialisti dell’Istituto Oncologico di Candiolo a Torino, uno dei più quotati e moderni Cancer Center di tutto il mondo

Tumore al Seno, un'eccellenza a portata di mano per la prevenzione e la cura

Attività di ricerca affiancate a quelle diagnostiche e terapeutiche fanno dell’Istituto Oncologico di Candiolo a Torino, uno dei più quotati e moderni Cancer Center di tutto il mondo.

L’Istituto che è anche molto facile da raggiungere dalla Liguria, grazie ad una serie di percorsi personalizzati offerti alle pazienti affette da un tumore al seno.

A dirigere il Programma di Chirurgia Senologica c’è il dottor Antonio Toesca, che alle spalle vanta un’esperienza di oltre 15 anni all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano, dove ha cominciato con il Prof. Umberto Veronesi.

Riconosciuto dal Ministero della Salute come Istituto di Ricerca Clinica a Carattere Scientifico, l’Istituto di Candiolo coniuga al proprio interno l’eccellenza sia delle attività diagnostico-terapeutiche sia delle attività di ricerca applicata alla clinica, con il trasferimento dei risultati delle ricerche sui protocolli di cura delle persone.

Per ogni tipo di tumore trattato è attivo un gruppo di ricerca dedicato. Solo così i risultati dell’attività di ricerca vengono rapidamente trasferiti e applicati alla pratica di tutti i giorni, con beneficio immediato per i pazienti. Benefici in termini di sopravvivenza e di qualità di vita

L’attività dell’Istituto si concentra sulla cura dei tumori e sulla “cura della persona” colpita da un tumore, e quindi anche su tutti gli aspetti psico-sociali che poi sono connessi alla malattia. A disposizione di un paziente c’è un team composto da diverse figure professionali, che poi lo accompagnano nel lungo percorso, dalla diagnosi fino all’intervento.


Ne parliamo proprio con il dottor Toesca.

«Il tumore al seno - spiega - è la patologia che ad oggi ha le migliori probabilità di guarigione, grazie alla diffusione della prevenzione e ai progressi nella diagnosi e nella cura. Grazie a centri dedicati, dove la ricerca segue di pari passo la chirurgia, si ottiene una garanzia di miglior prognosi e poi cura. Una cura tempestiva e ritagliata sul tipo di tumore e sulla singola persona è la chiave di volta. Poi c’è l’impatto visivo che può lasciare l’intervento, ma proprio grazie alle terapie già mirate, le cosiddette “targeted” si può arrivare ad evitare un intervento invasivo e curare il piu possibile considerando anche il punto di vista estetico».

Come si impegna da questo punto di vista il suo reparto di Chirurgia Senologica?

«Puntiamo a ridurre al minimo questo impatto tramite interventi chirurgici il più possibile conservativi e rispettosi dell’integrità corporea della donna e tramite terapie mirate e con ridotta tossicità. Parte integrante dell’approccio al tumore al seno oggi sono anche il sostegno psico-oncologico, la consulenza nutrizionale, la gestione degli effetti collaterali delle terapie e percorsi di riabilitazione qualificati. Il mantenimento della migliore qualità di vita della donna durante e dopo le cure è infatti oggi un obiettivo prioritario nella cura del tumore al seno».

Questo grazie anche alla Breast Unit, un’unità speciale che coinvolge professionisti e che “segue” la paziente.

«Sì. La nostra Breast Unit, risponde ai requisiti di specializzazione, di multidisciplinarietà, visto che è formata da professionisti esteri di tutte le diverse discipline che sono poi coinvolte nella diagnosi e nel trattamento del tumore al seno, e di ricerca, in cui sono appunto impegnati i professionisti che fanno parte della squadra. Rispetta anche i tempi di attesa, garantendo alla paziente l’intervento chirurgico o l’inizio delle cure mediche entro 15 giorni dalla diagnosi».

C’è poi una figura cardine molto importante, quella dell’infermiera “case manager”. In cosa consiste il suo ruolo?

«E’ l’anello di congiunzione tra le pazienti e il team multidisciplinare. E’ il punto di riferimento per i vari specialisti e gestisce e coordina tutto il percorso di cura di ogni singola paziente, garantendo un'assistenza personalizzata ed efficiente ed ha un’altissima specificità per la fase iniziale, diagnostica, operatoria e post operatoria».

La chirurgia ha comunque fatto passi in avanti in questi ultimi anni, no?

«Grazie all’utilizzo di strumentazioni chirurgiche, si riesce anche a risparmiare i tessuti sani e si riesce a ricostruire subito il seno in caso di intervento eccessivamente invasivo».

Ma diciamo che ormai sono pochi i casi in cui l’intervento chirurgico diventa eccessivamente invasivo…

«Siamo passati dal principio del “massimo tollerabile” (l’intervento più massiccio che la paziente può sopportare) al principio del “minimo efficace”, (l’intervento che a parità di efficacia garantisce la minore invasività) introdotto negli anni ’80 dal professor Umberto Veronesi. Adesso la chirurgia del tumore al seno ad un approccio sempre più conservativo, che consente oggi nella maggioranza dei casi di preservare il seno e, quando è necessaria l’asportazione, di ricostruirlo, spesso anche in contemporanea all’intervento chirurgico».

C’è anche una nuova terapia che permette di evitare interventi chirurgici invasivi, la terapia neoadiuvante. Ce ne parla?

«Questo approccio consiste nell’anticipare la somministrazione dei farmaci prima della chirurgia, per ridurre il volume del tumore e quindi facilitarne l’asportazione con interventi meno invasivi. Una tecnica meno traumatica, che chiaramente può essere utilizzata dopo uno studio attento della neoplasia per la sua componente biologica».

Che prospettive ha la chirurgia tumorale?

«Vedo un futuro in cui il trauma chirurgico verrà ridotto, questo grazie anche allo sviluppo di nuovi farmaci che preludono, però, ad una grande attività di ricerca e ad una capacità di diagnosi raffinata. Siamo riusciti nei giorni scorsi a sottoporre una paziente ad intervento particolarmente demolitivo e dopo un giorno era già a casa. Questo può avvenire grazie ai percorsi personalizzati che offre il Programma di Senologia Chirurgica dell’Istituto».

Come si può accedere dalla Liguria all’Istituto di Candiolo per la cura del tumore al seno o per una valutazione?

«E’ disponibile un avamposto presso il Centro medico San Nicolò di Albisola presso cui rivolgersi in prima istanza per una valutazione e per impostare un percorso di cura».

i.p.

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