"La scuola, l’istruzione, la formazione per una nuova stagione dei diritti e del lavoro": mobilitazione unitaria della Cgil.
Dopo le assemblee unitarie di aprile nei luoghi di lavoro e nei territori, il sindacato ha organizzato per il mese di maggio tre manifestazioni interregionali: 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli.
La Cgil chiede di cambiare le politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali per avviare una nuova stagione di investimenti sul sistema di istruzione e formazione, libera da condizionamenti ragionieristici che non hanno alcun risvolto pedagogico educativo;
rinnovare immediatamente il CCNL Istruzione e ricerca;
stabilire immediatamente nuove regole per garantire la puntualità dei rinnovi contrattuali, anche ricorrendo a penalizzazioni per chi si rende responsabile dei ritardi;
autorizzare una maggiore dotazione organica del personale docente e ATA per contrastare i divari territoriali e la dispersione scolastica;
adottare un sistema di reclutamento che elimini il precariato e che consenta la stabilizzazione del personale della scuola;
eliminare il numero chiuso delle università per conseguire la specializzazione all’insegnamento;
evitare interventi di legge su materie pattizie quali la formazione in servizio e il trattamento economico del personale;
definire, una volta per tutte, le regole per la mobilità territoriale e professionale del personale docente eliminando i vincoli;
evitare che i vigenti provvedimenti legislativi riferiti al dimensionamento delle scuole provochino la desertificazione istituzionale delle periferie e dei piccoli comuni;
ripensare la mobilità interregionale dei Dirigenti Scolastici con l’estensione del contingente alla totalità dei posti vacanti nelle diverse Regioni e con l’eliminazione di qualsiasi vincolo restrittivo;
garantire la presenza e l’effettivo esercizio del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) attraverso investimenti nella formazione;
ridefinire ed ampliare la base imponibile dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) eliminando tutti i privilegi e le rendite di posizione;
restituire ai lavoratori il drenaggio fiscale (fiscal drag) che penalizza ulteriormente i già insufficienti adeguamenti salariali all’inflazione, anche rendendo automatiche le rivalutazioni delle detrazioni;
cancellare definitivamente la riforma Fornero per le pensioni estendendo la flessibilità in uscita senza penalizzazioni a partire dai 62 anni di età anagrafica o con 41 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età.