"A sfilare fianco a fianco per le vie di Milano nel Comitato di Liberazione vi fu un indistinto gruppo di esponenti di diverse provenienze e credo politici, per questo la nostra Costituzione, che da essi poi nacque, è antifascista".
Nel ricordo di quella celebre giornata milanese che diede il via in tutto il Nord Italia all'insurrezione che portò alla definitiva sconfitta del nazifascismo, con la grande mobilitazione dei lavoratori e lo sciopero proclamato da colui che poi divenne il più amato Presidente degli italiani, Sandro Pertini, si è festeggiato stamani il 25 aprile a Finale.
Quella stessa Finale dove molti lavoratori della Piaggio incrociarono all'epoca le braccia finendo per essere poi deportati dal regime senza più far ritorno alle proprie famiglie.
Dopo il canonico Consiglio Comunale straordinario riunitosi a Palazzo Pertica, a sfilare per le vie della cittadina rivierasca con l'Amministrazione comunale, attraendo anche diversi passanti e turisti, sono stati i gruppi alpini e delle altre associazioni combattentistiche e d'arma, oltre alle istituzioni militari locali e all'Anpi, anche i rappresentanti della Cgil savonese.
Storia e attualità si sono incrociate nei discorsi tenuti in piazza Vittorio Emanuele dal sindaco Frascherelli e dal segretario provinciale Andrea Pasa, dove grandi protagoniste sono state la nostra carta costituzionale e il mondo del lavoro.
Indissolubile, secondo Pasa, il legame tra queste due: "La nostra Costituzione - ha sottolineato - è nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal Fascismo e dal Nazismo, vogliamo ottenere riforme capaci di applicare e attuare i valori e i principi della Carta a partire dalla centralità del lavoro, della giustizia sociale e dell’unità del Paese".
"Non si è liberi se una intera generazione di giovani ha solo un lavoro precario, instabile , sfruttato e mal pagato. Non si è liberi, se chi dovrebbe dare pubblico esempio di moralità e di disinteresse personale, fa invece tutto il contrario. Non si è liberi se si è poveri pur lavorando. Non si è liberi se non si ha il diritto alla salute e alla cura Non si è liberi se per costruire la pace si organizza la guerra. Non si è liberi se ogni giorno muoiono dei lavoratori - ha denunciato Pasa - Ma si è liberi se si difendono i propri diritti e i propri principi e soprattutto se non si dimentica. Trasmettere la memoria è il nostro dovere di oggi. Occorre riaffermare con maggiore forza il valore ideale e culturale dell’Articolo 1, è necessario che il lavoro torni ad essere un valore fondamentale per l’intero Paese".
Primo concetto comune agli interventi è stato quindi quello dei valori antifascisti della nostra Costituzione: "Sono convinto che senza una serena e seria consapevolezza storica non potremmo capire che la Liberazione è stata in primo luogo una rinascita morale - ha affermato il segretario Cgil - Per questo è un’offesa a tutti gli italiani sostenere che nella Costituzione non c’è la parola antifascismo. Molti italiani scoprirono o riscoprirono l'amore del nostro Paese per il nostro Paese proprio nei mesi compresi fra la caduta del Fascismo e l’inizio della Resistenza. Per questo non serve a nessuno provare a riscrivere la storia per cercare di cancellare i partigiani e l’antifascismo sostenendo che quelli dall’altra parte facevano solo il loro dovere e che in fondo erano tutti italiani".
"Gli obiettivi comuni della Resistenza erano chiari a tutte le forze, comuniste, socialiste, democristiane, laiche e persino monarchiche - ha aggiunto Pasa - Chi oggi dimentica questo, come purtroppo accade ogni anno nei giorni che precedono il 25 aprile, dovrebbe avere maggiore rispetto per la Resistenza, la quale ha concesso anche a loro di parlare e di fare liberamente politica oggi. La storia si studia, non si riscrive: se invece avessero vinto i nazisti e i loro alleati fascisti, l’Europa si sarebbe trasformata in un immenso lager senza libertà e senza speranza".
Ma come si attualizzano quegli ideali? "Oggi Resistenza significa lotta all’indifferenza, alle diseguaglianze che la pandemia ha aumentato. Significa diritto alla salute, all’istruzione, alla scuola, al lavoro e soprattutto pace. Vuol dire sostenere lo spirito della Costituzione: per questo la Resistenza non appartiene ad alcun partito ma alla dolorosa storia della libertà italiana e, quindi, non possiamo dimenticare la lotta di liberazione. Dimenticarla vorrebbe dire dimenticare il dovere di vivere liberi" ha ribadito Pasa sottolineando il valore della "memoria attiva" portata avanti con forza anche dai più giovani.
"Ascoltiamo la voce delle giovani generazioni che si battono per la difesa delle migliori condizioni di vita nel pianeta, per l’ambiente, per la pace e la fratellanza, per un mondo più giusto - ha continuato Pasa - Sono giovani e giovanissimi che hanno in comune un grande senso di appartenenza antifascista, l’amore per la cultura, l’ambiente e la memoria della Resistenza".
Non poteva quindi mancare un richiamo alla "politicizzazione" della ricorrenza. Un fenomeno rigettato, nel suo discorso, dal sindaco Frascherelli e anche dal segretario sindacale provinciale. "Quello che vollero i Padri Costituenti fu prima di tutto rifondare la convivenza politica e civile del Paese, con valori opposti a quelli del Fascismo - ha spiegato - E’ compito anche in occasioni come queste, ribadire che l'essenza della Costituzione sta nelle speranze, nell’esperienza collettiva di fratellanza e solidarietà che animò la lotta antifascista e di essa rappresenta l’eredità più persuasiva".
Tra i temi di attualità più stringente, a livello nazionale, il primo cittadino finalese ha poi voluto citare quello della cosiddetta "sostituzione etnica", ricordando quanto anche l'impegno della Brigata Ebraica fu importante nella lotta di Liberazione di allora.
Non è mancato poi un richiamo alla situazione di conflitto nell'Est Europa in particolare, innanzitutto da parte del primo cittadino finalese che ha chiesto un cambio di mentalità delle democrazie occidentali per contrastare l'insorgenza e l'espansione di neo sistemi totalitaristi. Chiaro riferimento ai governi cinese e russo, per i quali il sindaco ha auspicato un aiuto nei confronti dei popoli invasi e oppressi.
Un supporto che invece Pasa ha indicato come di altra natura: "Il conflitto in Ucraina costituisce una ferita che colpisce la coscienza di ciascuno e la responsabilità degli Stati tutti. E lo ripetiamo per l’ennesima volta che non è con l’invio delle armi che si costruisce la pace. Ricordare oggi la memoria del 25 aprile davanti a questi inaccettabili fatti di violenza e di distruzione deve rappresentare per noi un impegno per la difesa dei valori di una memoria attiva per la Pace, per la democrazia, per la solidarietà tra i popoli".
Soddisfazione per la giornata è stata poi espressa dall'Anpi finalese per bocca della presidente di sezione, Marta Dabove: "Ringraziamo la Cgil che ha accettato il nostro invito, l'Amministrazione comunale e gli studenti dell'Ipsia finalese che hanno realizzato il bellissimo manifesto della manifestazione".