Politica - 20 aprile 2023, 19:16

Pietra, Carrara sulla tassa di depurazione delle acque: "Si paga per un servizio che non esiste, nessuna iniziativa a difesa dei cittadini"

Il consigliere di minoranza si esprime anche contro la società erogatrice: "Impudenza sfacciata nel certificare che le utenze domestiche di tutta Pietra siano servite da un impianto attivo quando non è così"

"Il 70% di Pietra Ligure, il 20% della frazione Ranzi ed il 100% di Borgio Verezzi e dei Comuni della Valmaremola paga la depurazione dell'acqua pur non essendo fatta. Questa è una cosa risaputa e provata perché non c'è il collegamento col depuratore di Borghetto S.Spirito. Ma perché, pur sapendolo i Sindaci in tutti questi anni non hanno assunto iniziative concrete in difesa dei loro cittadini?". Così Mario Carrara, consigliere di minoranza a Pietra Ligure.

"Sono anni che si sa che la depurazione non viene fatta, pur essendo richiesta in pagamento, e molto cara, nelle bollette domestiche dell'acqua, eppure "la casta" ignora volutamente il problema, come se non esistesse, e appare chiusa a riccio contro ogni iniziativa che mirasse a far cessare o, almeno, a sospendere lo scandalo del "Non ti do il servizio ma ti chiedo ugualmente i soldi" - prosegue Carrara - Niente, al di là, ogni tanto, di roboanti annunci sensazionalistici sugli organi d'informazione, carichi di sacro furore per il fatto che i lavori di allacciamento al depuratore di Borghetto Santo Spirito non sono nemmeno cominciati, annunci che sembrano più portati a dare l'apparenza di "aver fatto qualcosa e di subire questa situazione", quindi di propaganda, pur, in realtà, non facendo niente di concreto per venire incontro ai cittadini, non solo tartassati, quanto proprio vessati ed angariati".

L'esponente di minoranza ricorda poi il Consiglio comunale del 30 luglio 2021 aggiungendo che il sindaco di Pietra Ligure "non ha esitato a votare "no" quando gli è stata data l'opportunità di prendere posizione contro questo che sembra un vero "abuso", cioè la depurazione pur non fatta, ma richiesta in pagamento nelle bollette, esprimendosi non a favore di un'iniziativa per i suoi cittadini, ma proprio "contro". Anzi, ha tirato fuori argomenti "forti" ma inconsistenti, e per dar loro maggiore credibilità, li ha sostenuti con il tono di voce di chi dice cose "solenni" dall'alto dell'autorità, per affermare che un servizio del genere deve, in ogni caso, essere comunque pagato, anche se non fatto! Peccato per lui che, incalzato su  "quali " fossero le leggi e norme da lui invocate, cui si riferisse nelle sue dichiarazioni, pronunciate non per strada o al bar, ma nelle sue funzioni ufficiali di Sindaco e nella sede istituzionale del Consiglio comunale, abbia taciuto e non sia stato in grado di farlo".

Secondo Carrara dalle dichiarazioni del sindaco De Vincenzi del 30 luglio 2021 emergerebbe che "i cittadini di Pietra Ligure (nonché della Valmaremola) sarebbero di fatto divisi in due categorie, ma pur dovrebbero pagare la stessa tassa di depurazione per due tipi di trattamento dei liquami, ben diversi tra loro: 1ma categoria) il 30% di Pietra Ligure, come Loano e Borghetto che paga (giustamente) la depurazione "piena" a ciclo biologico completo; 2da categoria) il 70%, di Pietra Ligure, cioè, tutti coloro che risiedono dallo svincolo autostradale fino a Borgio Verezzi e vallata, che sono costretti a pagare lo stesso importo della 1ma categoria ma non per una depurazione, bensì solo per un "trattamento" dei liquami fatto solo di "lavatura", tritatura e compattatura, senza che ci sia stata nessuna vera depurazione di tipo biologico. E che in questo stesso stato finiscono, infine, in mare. Sono gli stessi liquami che escono dai nostri gabinetti, solo "lavati", triturati e compattati!Stessi costi per servizi di livelli ben differenti e non omogenei".

"È una cosa giusta questa? - si chiede il consigliere - È una cosa equa ed accettabile creare due categorie di cittadini, quelli del 30% con la depurazione e quelli del 70% senza depurazione, per i quali, però, non viene fatta nessuna distinzione nel chiedere gli stessi soldi della depurazione, come se il servizio reso fosse ugualmente per tutti? Tenendo anche conto che è dagli anni '80 che esiste l'impianto di stacciatura a Pietra Ligure, ma una tassa per la stacciatura non è mai stata chiesta e mai è stata pagata? Ma si è ben reso conto De Vincenzi di quello che dichiarava e che portava anche gli altri suoi seguaci in Consiglio a votare contro? Inutile dire che questa mozione sia stata respinta dai 9 della maggioranza di De Vincenzi a Pietra Ligure, che non hanno reso davvero un bel servigio ai propri cittadini. Infatti, se un'iniziativa del genere, con tutti i crismi dell'ufficialità avesse sortito successo nei confronti della Servizi Ambientali, ora sarebbero già due anni che non si pagherebbe più (e per parecchio tempo ancora...) la depurazione non fatta; è,  tuttavia, pur possibile, vista l'irrilevanza del Comune di Pietra Ligure nella società che gestisce il ciclo delle acque, che non si sarebbe ottenuto nulla ugualmente, ma, almeno si avrebbe avuta la soddisfazione di aver provato a sospendere quella che appare veramente come un'ingiusta vessazione".

"In ogni caso, che la cosa, cioè la depurazione conclamata e richiesta in pagamento nelle bollette, ma non fatta per il 70% degli utenti Pietresi ed il 20% di quelli di Ranzi, nonché il 100% di Borgio Verezzi e della Valmaremola sia "una cosa seria" e non campata in aria è dimostrato anche dalle prove oggettive più semplici ed evidenti, a disposizione di ognuno degli utenti: le proprie bollette domestiche dell'acqua - osserva ancora il consigliere comunale - Ci siamo chiesti e continuiamo a chiedercelo, come sia possibile quest'impudenza sfacciata, da parte delle società erogatrici del servizio dei cicli dell'acqua, che si sono susseguite nel tempo, a voler scrivere, anzi "attestare", "certificare" che le utenze domestiche di tutta Pietra Ligure siano servite da un "impianto di depurazione attivo", quando esse stesse sanno benissimo avendo a disposizione tutti gli elementi tecnici, che ciò appare non essere assolutamente così. Può essere vero per il 30% dei suoi utenti, compresi nella fascia di territorio più vicina al confine di Loano, ma così sembra proprio che NON possa esserlo per l'altro 70% di tutto il resto del territorio pietrese, compreso il 20% della frazione Ranzi. "Attestare" che l'impianto di depurazione sia "attivo", appare essere come l'escamotage per "gonfiare", appesantire l'importo delle bollette dell'acqua; importo "gravato", come si vede dalla foto (in allegato ndr), di ben 14 voci relative alla depurazione, che pur non viene eseguita".

"Riallacciandoci a quanto affermavamo all'inizio sul fatto che la "casta" ignori volutamente il problema dei tanti soldi che molti cittadini devono pagare per una depurazione che non esiste, ci chiediamo se, nel Marzo 2021, anziché far fuoco e fiamme, minacciando di intraprendere procedure legali contro le società gerenti i cicli dell'acqua per le loro inadempienze, minacce finite nel "nulla" ed "a tarallucci e vino" con dichiarazioni trionfalistiche di sopravvenuti accordi a tutti gli organi d'informazione,  per poi ricominciare daccapo con le rituali lamentazioni di impegni non rispettati ed inadempienze varie, i Sindaci di Pietra e della Valmaremola avessero conferito un incarico effettivo ad un legale che intraprendesse un'azione a tutela di quei tanti cittadini dei loro Comuni vessati da anni a pagare la depurazione che non c'è, forse  avrebbero fatto meglio. Avrebbero preso le parti in modo concreto della loro cittadinanza per difenderla da ingiuste angherie, senza perder tempo in azioni di "minacce" legali, finite come sono finite, che sanno più di propaganda che di effettiva volontà di fare qualcosa di concreto. Ma con posizioni "pro casta dominante" come quelle espresse da De Vincenzi e narrate più sopra nel corso di questa esposizione, c'era e c'è poco da sperare" conclude infine il consigliere Mario Carrara.

Redazione