Attualità - 20 aprile 2023, 09:48

"Non merito di morire sul lavoro", iniziativa pubblica della Cgil Savona

L'evento si terrà il 28 aprile alle ore 9 presso la Sala della Sibilla nella Fortezza del Priamar

Venerdì 28 aprile nella Giornata Mondiale per la sicurezza sul lavoro istituita nel 2003 la Cgil di Savona mette in campo una iniziativa pubblica presso la Sala della Sibilla nella Fortezza del Priamar a Savona dalle ore 9 dal titolo “Non merito di morire sul lavoro”.

"E' necessario un impegno collettivo per la creazione e promozione della cultura della sicurezza e salute sul lavoro - spiegano dal sindacato - Tre morti al giorno è il bollettino di guerra dei caduti sul lavoro in Italia che continua ad allungarsi giorno dopo giorno e non è accettabile. È del tutto evidente che ci troviamo di fronte ad una situazione che, giorno dopo giorno, diventa sempre più intollerabile e indegna per un Paese civile. Occorre un deciso cambio di rotta, e per questo chiediamo con forza al Governo che la salute e la sicurezza vengano inserite tra le priorità dell’agenda istituzionale". 

"Purtroppo gli incidenti non diminuiscono, e i dati sono sconfortanti. E’ quindi necessario adottare nuove politiche volte ad adottare approcci più ampi e mirati. Le regole ci sono, sono tra le più stringenti d’Euorpa, ma servono i controlli, serve più personale all’Inail, Inps, Asl, ispettorato, nei vigili del fuoco e così via". 

All'evento interverranno Andrea Pasa, segretario generale Cgil Savona che farà una analisi di ciò che accade sul territorio savonese e cosa sta facendo la Cgil per diminuire questo terribile problema, Alessandra Marchetti delegata sindacale della Fp Cgil Sv dipendente dell’Asl 2, gli studenti che presenteranno una ricerca sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro delle donne, Fabrizio Coniglio (attore e registra) che interpreterà due momenti tragici: il disastro di Marcinelle che avvenne la mattina dell'8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier in Belgio, un incendio provocò la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani, e la tragedia della ThyssenKrupp di Torino, avvenuta il 6 dicembre 2007 nel quale otto operai furono coinvolti in un'esplosione che causò la morte di sette di loro. Le conclusioni saranno affidate dalla Segretaria Nazionale Francesca Re David.

"Un'iniziativa su uno dei temi più importanti di questo tempo perché ce lo dicono i numeri e la situazione che continua a peggiorare in Italia, in Liguria e soprattutto in Provincia di Savona dove tra il 2017 ed il 2022 sono state 80 le vittime del lavoro, ripartite in 42 per infortuni mortali e 38 malattie professionali contratte lavorando.Sì perché alle 24.971 denunce di infortunio (347 al mese di media) dobbiamo aggiungere le 673 denunce di malattia professionale, troppo spesso messe in secondo piano", proseguono dalla Cgil Savona. 

"Nel 2022 le denunce di infortunio sono state 4.904 (il dato più alto dal 2012) con aumento sull’anno precedente del 32,6%. Gli infortuni mortali protocollati dall’Inail tra gennaio e febbraio 2023 sono già 2. Le malattie professionali nel 2022 sono state 139 in aumento del 63,5% sul 2021 e secondo i dati Inail i morti in conseguenza di malattie professionali erano già 7 contro i 5 del 2021; i morti per patologie asbesto-correlate sono stati 26 sui 38 del periodo 2017-2022 (68,4%), ma un solo caso su 38, uno solo in sei anni, vede come vittima un lavoratore straniero. Ma in provincia di Savona gli stranieri assunti nel 2022 sono stati 9.837 su 38.430 cioè il 25,6%, più di uno su quattro, ma poi, misteriosamente, negli infortuni denunciati l’incidenza degli stranieri scende al 15,6% e nelle malattie professionali al 2,7%". 

"C'è molto da lavorare per informare, formare e prevenire, per le imprese, per l’Inail e per il sindacato. Noi ci Siamo. Sempre. Lo testimoniano le numerose iniziative che mettiamo in campo a livello aziendale, territoriale e nazionale. Ciò che manca è la consapevolezza che la salute e la sicurezza delle persone non è un costo. Salute e lavoro sono diritti inviolabili - continua il sindacato - Quando si parla di sicurezza sul lavoro spesso ci si concentra sugli infortuni ma un altro pezzo importante è quello delle malattie professionali. La sensibilità e l’attenzione sulle malattie professionali va decisamente sviluppata con campagne massicce di formazione ed informazione ai lavoratori ed ai cittadini". 

"Altro dato rilevante è quello legato al tipo di malattia contratta: Il dettaglio dei dati permette una mappatura precisa di dove intervenire e indica agli enti preposti dove meglio indirizzare le risorse destinate alla prevenzione.Si stima infatti che l’86% delle morti bianche riguardano malattie, tra circolatorie, respiratorie e tumorali. La sicurezza è direttamente proporzionale alla dignità e ai diritti". 

"Non si può parlare di prevenzione e di sicurezza senza una formazione adeguata , nei luoghi di lavoro e nelle scuole, così come continua ad essere un problema la cronica mancanza di personale nella pubblica amministrazione – Inail, Inps, ispettorato, Asl, etc etc - che non permette ispezioni, controlli e quindi una prevenzione decente. E non si può parlare di sicurezza se il lavoro continua ad essere precario e troppo fragile, i dati parlano chiaro in Provincia di Savona la nuova occupazione è per il 90% precaria". 

"Continua ad essere troppo diffusa la convinzione che il lavoro sia precarietà, sfruttamento, competizione. No, il lavoro è realizzazione di sé, è produzione ma è anche il luogo dove si incontrano i diritti e la socialità. E salario dignitoso che restituisce valore sociale. Per questo occorre ridare valore al lavoro e bisogna proprio partire, anzi ripartire dalle scuole. Anche così si costruisce sicurezza. Proprio per questo insieme a Cisl, Uil e centinaia di delegati per la sicurezza abbiamo costruito una proposta provinciale che si fonda proprio sulla formazione ed informazione all’interno delle scuole".

"Su questo finalmente abbiamo fatto passi in avanti, anche grazie al buon lavoro che la Prefettura ha messo in campo, che ci permetterà per il prossimo anno scolastico di sperimentare questo tipo di formazione – informazione a partire dalla scuole medie superiori della provincia. Ma non basta, servono risposte concrete, investimenti in personale, in formazione e una patente a punti per le imprese. La politica locale, nazionale, imprese e organi di vigilanza si facciano immediatamente carico di questa situazione insostenibile. Si assumano le proprie responsabilità. E' essenziale il rafforzamento dei controlli da parte del 'sistema vigilanza'".

"Chiunque esca la mattina dalla propria casa per andare a lavorare o per un’esperienza formativa prevista dal proprio percorso di studi, deve avere la certezza di tornarvi la sera. Lo scorso anno le ispezioni nelle aziende hanno evidenziato irregolarità per il 69% delle aziende controllate. Per salute e sicurezza sul lavoro si arriva al 77% di irregolarità. Tutto questo con una quantità di organi di controllo e vigilanza insufficienti". 

"Il Paese ha estremo bisogno di riaffermare il lavoro stabile, a tempo indeterminato, come standard, regola, principio prevalente, soprattutto per i giovani e le donne, che oggi sono i più colpiti dalla precarietà. Oltretutto in una fase in cui, dopo due anni di super rimbalzo che pure ha prodotto poco lavoro, finalmente si iniziano a vedere dei primi, timidi, non strutturati segnali di inversione di tendenza e di fronte a questa situazione sarebbe paradossale e profondamente sbagliato che la politica, anziché sostenere, rafforzare e lavorare per strutturare questi timidi segnali, li uccidesse sul nascere reintroducendo vecchie ricette come la deregulation completa del lavoro a termine e i voucher selvaggi. È l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno adesso". 

"Oltre alla prevenzione per i rischi già conosciuti, stiamo assistendo a profondi cambiamenti nei nostri luoghi di lavoro e nei modi di lavorare. Abbiamo bisogno di sistemi per la sicurezza e la salute che riflettano questi cambiamenti. Oltre ai costi economici, dobbiamo riconoscere l’incommensurabile sofferenza umana dovuta a malattie ed incidenti. Perché la tecnologia, la quale può influire sulla salute psicosociale e portare nuovi rischi non ancora studiati. Vi è poi il cambiamento demografico, che fa avvicinare sempre più giovani a questo mondo, facendo aumentare sensibilmente il tasso di infortunio. Contemporaneamente vi sono i lavoratori più anziani e le donne, che hanno bisogno di più attrezzature di sicurezza. C’è poi l’inquinamento atmosferico, lo stress da temperature elevate e le conseguenti malattie. Ed infine la flessibilità lavorativa: oggi il 36% della popolazione mondiale lavora ad orari eccessivi". 

"E infine la costruzione di un vero diritto soggettivo alla formazione, che oltre a rappresentare un’innovazione in termini squisitamente contrattuali, a mio giudizio rappresenta anche un salto di qualità sul piano della cultura sociale del lavoro", concludono dalla Cgil Savona. 

Comunicato stampa