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Attualità | 13 aprile 2023, 11:46

Def, Cgil Savona: "Il Governo ancora una volta sbaglia metodo perché incapace di ascoltare. La mobilitazione resta"

"Le richieste dei sindacati non sono state ascoltate"

Def, Cgil Savona: "Il Governo ancora una volta sbaglia metodo perché incapace di ascoltare. La mobilitazione resta"

 

"Aspettiamo i testi definitivi ma quanto si apprende sul Def non fa che rafforzare le motivazioni che hanno portato Cgil, Cisl e Uil a decidere la mobilitazione". 

Cosi commenta la Cgil Savona che aggiunge: "La mobilitazione intende sostenere le richieste unitarie avanzate dai sindacati nei confronti del Governo al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali". 

"Il Governo ancora una volta sbaglia il metodo perché incapace di ascoltare le istanze, le domande e le motivazioni che arrivano dal mondo del lavoro e il merito visto che anche nel Def appena varato dal consiglio dei Ministri mancano le  risposte necessarie per lavoratori e pensionati, ma più in generale al Paese. Testi ufficiali del DEF non ci sono ancora, sembra ormai questa la moda diffusa dal governo. Si annuncia il varo di provvedimenti che poi si diffondono per titoli, ma non con norme scritte e per tabelle". 

"Da quel che si può capire dal comunicato diffuso dalla presidenza del Consiglio, gli spazi fiscali sono così limitati che si rischia di non avere nulla per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e per l’adeguamento all'inflazione nulla per la sanità, nulla per il welfare, nulla per le pensioni, nulla per il caro energia, nulla per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nulla per la legge delega fiscale". 

"Le richieste di Cgil, Cisl e Uil dei sindacati invece erano e sono altre: tutela dei redditi dall’inflazione e aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati; riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie; potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza; un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, orientato e garantito da investimenti, da un sistema di formazione permanente, da politiche attive, e da ammortizzatori sociali funzionali alla transizione; basta morti e infortuni sul lavoro, contrasto alle malattie professionali. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato; riforma del sistema previdenziale- pensioni; politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e puntando alla piena occupazione". 

"Se c’è una cosa che dice il Def è che le risorse non sono sufficienti”: è un documento poverissimo anche e soprattutto in termini di mancanza di visione'. Il Def cammina sulla strada dell’austerity in maniera addirittura più vigorosa rispetto agli anni passati. Si rischia di non avere risorse per la sanità, il welfare, la previdenza, il lavoro e il rinnovo dei contratti pubblici, e nemmeno quelle per gli investimenti a sostegno del Pnrr, a cominciare dalle assunzioni necessarie per aumentare la capacità amministrativa che chiede l’Europa". 

"Inoltre se mettiamo insieme il tema Def con la riforma fiscale non si comprende con quali risorse si possano sostenere ad esempio le misure propagandate dal governo, come la flat tax, se non, come noi temiamo, con una forte riduzione della spesa corrente e di quella destinata allo Stato sociale. Tanto più in un contesto in cui il costo del debito va oltre i 100 miliardi annui". 

"Eppure lo ribadiamo ancora una volta che Le risorse si potrebbero trovare, ad iniziare da une seria lotta all'evasione ed elusione fiscale che sono talmente alte che con quella si potrebbero risolvere una serie di questioni rilevanti, se solo si volesse davvero affrontare la questione. Invece no , il Governo  continua a licenziare norme molto gravi che favoriscono i non pagamenti delle tasse, basti pensare a ciò che è stato stabilito nel decreto Bollette sulla non punibilità di alcuni reati". 

"La Cgil insieme a Cisl e Uil dicono 'no'. Gli appuntamenti sono già fissati, assemblee in tutti i luoghi di lavoro, leghe dei Pensionati e territorio, e tre manifestazioni interregionali, il 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 Napoli", concludono dalla Cgil Savona. 

 

Comunicato stampa

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