Attualità - 13 aprile 2023, 13:36

"Minori e criminalità", il criminologo Padovano: "Molta responsabilità della politica. La devianza giovanile non rientra tra le priorità"

"Bisogna trovare delle fotografie sociali e del territorio, di quello che c'è e quello che manca e poi costruire e creare strumenti per dare risposte più efficaci"

"La classe politica insieme agli esperti dovrebbe lavorare in un'ottica di rete per dare risposte che non devono essere datate".

Punta il dito contro il mondo politico con l'auspicio che qualcosa cambi sul tema legato ai minori, la devianza giovanile e la criminalità che saranno centrali questo pomeriggio alle 17.30 al cinema teatro Guido Moretti di Pietra Ligure.

Il professore Stefano Padovano, docente a contratto per gli insegnamenti di Criminologia, Politiche di sicurezza urbana e Sociologia della devianza in ambito universitario e per la Scuola Interregionale di Polizia Locale (SIPL), sarà il relatore dell'incontro “Minori e criminalità” all'interno di "Cultural-Mente" ciclo di conferenze/incontri dedicate ad approfondire temi a carattere psicologico/sociale rilevanti per il periodo storico che stiamo vivendo, organizzati dalla biblioteca civica “Silvio Accame”.

L’iniziativa è finanziata grazie alla partecipazione al bando “Sessione erogativa generale II – 22” della Fondazione Agostino De Mari e organizzata in collaborazione con l’Associazione Cheiron e l’Associazione di promozione sociale A Cielo Aperto.

Nel savonese lo scorso gennaio un 17enne era stato accerchiato e accoltellato alla fermata dell'autobus ad Albissola Marina da un gruppo di minori e un milite della Croce Oro albissolese era stato aggredito e rapinato da alcuni giovani la maggior parte minorenni. Episodi che nella provincia di Savona sono sempre più frequenti.

"I numeri sono sempre gli stessi e le problematiche però rimangono sempre senza soluzioni. Da un lato ci sono casi particolari importanti di offerta di servizi comunali del terzo settore come il centro culturale giovanile diffuso di Finale, in un'ottica di contaminazione perfetta che mette insieme la prevenzione alla devianza ma anche un'offerta. Stanno avendo un ottimo risultato che mette insieme tutto, dal lunedì al venerdì, dai corsi per fare il writers, il rapper, la danza e il recupero scolastico - continua Padovano - In altre realtà mettono tutti insieme i ragazzi e facendo questo non si fa che accrescere episodi di questo tipo, si continua a rafforzare un'identità deviante".

Diverse le criticità che si riscontrano nei giovani a partire dal rapporto con le famiglie.

"Molto importante è il lavoro che sto svolgendo a Spezia e Sarzana dentro le scuole. Quello che viene fuori è che oggi ai ragazzi gli viene predefinito il fatto di essere adulti prima del tempo. A monte si ritrovano con famiglie portatrici di fragilità e non solo legate allo status sociale, all'interno infatti vengono definite modalità comunicative dove vengono negate realtà ed è presente violenza - prosegue - C'è una confusione non solo nei messaggi ma anche nei ruoli. Gli è stata data la responsabilità nel crescere e non si capiscono i genitori che ruoli hanno. C'è una mancanza del ruolo genitoriale e questo un impatto importante nei ragazzi".

I tre anni di pandemia possono aver influito sui giovani che soprattutto per via delle restrizioni e della Dad, principalmente nel 2020 e 2021, hanno perso il concetto di socialità.

"L'analisi empirica dice che ci si sta nascondendo dietro ad un dito, l'anno 2020 per quello che è stato ha posto l'accento su questioni esistenti ma la situazione di oggi ad esempio si va ricondurre a 7 anni fa, con la pandemia che di certo ha posto in evidenza le criticità - puntualizza Padovano - C'è moltà responsabilità della politica, fatta eccezione per amministrazioni che si contano su una mano sola, c'è uno scollamento ed una lontananza sulle politiche giovanili che fa spavento. Quante volta il tema della devianza è al centro? non rientra tra le priorità di questa classe politica partendo da Albenga e andando verso Varazze. Le responsabilità sono altre altro che nascondersi dietro ad un dito della pandemia".

"Bisogna trovare delle fotografie sociali e del territorio, di quello che c'è e quello che manca e poi costruire e creare strumenti per dare risposte più efficaci. L'educativa di strada è uno strumento che ad un certo punto si pensava non bastasse più invece serve eccome. Abbiamo il compito di monitorare ciò che facciamo, non basta finanziare qualche progetto anche nazionale. Bisogna tarare ciò che serve davvero" conclude.