"Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis non si occupi più di sanità pubblica. Ieri ha dimostrato ancora una volta quanto sia un politicamente bugiardo e quanto sia disposto a tutto pur di avere la fascia di primo cittadino". Questo l'attacco di Diego Distilo di Aria Nuova per Albenga, nonché presidente del Consiglio comunale.
"È davvero incredibile, paragonando con un detto, come riesca a sputare nel piatto dove ha mangiato, come ha fatto con noi, e mangiare nel piatto dove ha sputato, come ha fatto ieri andando a braccetto con il presidente Toti".
"Secondo quello che abbiamo appreso dai giornali ieri Tomatis ha barattato l’ospedale di Albenga in cambio di un contributo per riqualificare l’isola Gallinara, in barba al comitato che lui ha sostenuto per molto tempo e a tutti i cittadini ingauni e del comprensorio", prosegue Distilo.
"Aveva ricevuto mandato dal Consiglio comunale unanime e da tutti i sindaci del territorio di chiedere con forza il pronto soccorso per Albenga, mentre invece ieri, si è fatto spiegare il piano sociosanitario senza minimamente opporsi, accontentandosi del punto di primo intervento, già previsto da tempo, raccontando poi alla città di aver raggiunto un buon risultato".
"Credo che la nostra città ricorderà Tomatis come il peggior sindaco della storia di Albenga, ma il miglior camaleonte politico del nostro comprensorio. Ieri doveva tirare due punti sul tavolo e far sentire la sua voce a difesa dell’ospedale, invece ha preferito, come sua abitudine, fare foto amichevoli con l’ormai quasi compagno Toti".
"Brutta storia per la nostra città e per il comprensorio ingauno, ma d'altronde, come potevamo pensare che il sindaco, medico di base nella vita, potesse litigare con i vertici Asl che sono gli stessi che gli riconoscono il pagamento dei mutuati".
"Albenga non avrà il pronto soccorso e deve sapere che a questo punto la colpa è solo ed esclusivamente di una persona: Riccardo Tomatis, che non ha difeso il suo territorio preferendo qualche inciucio politico per le prossime elezioni comunali. Cari ingauni non dimenticate questa volta", conclude Distilo.