“Siamo pronti ad occupare la fabbrica e bloccare l’uscita dei camion”.
Le organizzazioni sindacali e l’rsu aziendale della Sanac di Vado Ligure sono pronti a dar vita ad una grande protesta se gli ordini e l'attrezzature della fabbrica vadese verranno spostati a quella di Gattinara.
Questa mattina al Prefetto Enrico Gullotti hanno esposto tutta la loro preoccupazione in merito alla vertenza che va avanti da diversi anni e che sta mettendo ancora di più a rischio il futuro dei lavoratori dell’azienda che produce refrattari.
“Abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni rispetto alle scelte che i commissari stanno facendo sul sito di Vado, cioè spacchettare in un bando i vari reparti e che i siti possano essere venduti anche singolarmente, qualora non ci fosse un soggetto interessato a tutti ma sarebbe il quarto bando ed è difficile trovarlo oggi - ha spiegato il segretario Femca Cisl Corrado Calvanico -La cosa più grave è che stanno predisponendo gli stampi che sono specifici per Vado e li stanno preparando per Gattinara, questo per noi vuol dire chiudere la fabbrica”.
“Il Prefetto si è reso disponibile a portare avanti il discorso al Ministero con una relazione e ha cercato di comprendere la motivazione di questa scelta commissariale rispetto alla non autorizzazione ricevuta dal Ministero. Una questione assurda che vogliamo combattere fino alla fine - prosegue - sappiamo che la governance potrebbe cambiare nel corso del 2024 e si potrebbe dirottare gli ordini a Sanac quindi ritrovando produttività e lavoro e questa scelta è troppo matura, rispetto alla strategia che potrebbe cambiare nei prossimi giorni”.
Il 17 aprile le organizzazioni sindacali sono state convocate al Ministero a Roma.
ArcelorMittal Italia vinse nel 2019 il bando per l'acquisizione di Sanac senza tuttavia perfezionarne l'acquisizione, arrivando a lasciar scadere i termini di tre anni dopo i quali il processo è dovuto ripartire daccapo.
Nel 2022 così la struttura commissariale aveva dovuto rimettere in vendita l'azienda tramite una nuova manifestazione d'interesse andata deserta. Stessa sorte accaduta al terzo tentativo, quando per alcuni problemi di incompatibilità erano sfumate le ipotesi RHI e Dalmia.
L’aspetto che però aveva destato le maggiori perplessità e preoccupazione nei sindacati era stato il comportamento di Acciaierie d'Italia che ha scelto di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac da circa un anno, nonostante sia azienda partecipata dallo Stato attraverso Invitalia.