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Attualità | 03 aprile 2023, 11:00

Peste suina, vertice del commissario ad Alessandria. Buschiazzo (Sassello): "Se dovessimo tornare ai divieti si alzerebbe la tensione sul territorio"

La settimana scorsa il primo caso di positività a Savona, territorio fuori dalla zona rossa

Peste suina, vertice del commissario ad Alessandria. Buschiazzo (Sassello): "Se dovessimo tornare ai divieti si alzerebbe la tensione sul territorio"

Giornata di riunioni tecniche per il neo commissario nazionale all'emergenza legata alla peste suina Vincenzo Caputo che avrà un vertice in Prefettura ad Alessandria ed una riunione con l'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Val d'Aosta.

Al centro le misure da mettere in atto visto il continuo propagarsi del virus anche considerato che la settimana scorsa è stata riscontrata una carcassa di un cinghiale positivo nella frazione del Santuario a Savona, area fuori dalla zona rossa. Centrale potrebbe essere proprio questo tema. Come anticipato dai quotidiani potrebbe essere allargata la zona in provincia di Alessandria con nuove restrizioni e questo potrebbe anche vedere coinvolto anche il savonese.

"Se fosse vero quanto scritto, è ovvio che la situazione ci preoccuperebbe molto e sicuramente non sarebbe accettabile. Se dopo 16 mesi di misure inefficaci, dovessimo tornare ai divieti e pagare il conto per l’inerzia precedente, si alzerebbe molto la tensione sul territorio" ha detto Daniele Buschiazzo, sindaco di Sassello, il comune più colpito in provincia di Savona con 44 casi.

"Faccio alcuni esempi, per farmi capire. Il divieto del passaggio di trattori o mezzi pesanti bloccherebbe totalmente l’attività forestale con un danno economico enorme e la morte di molte attività. Il divieto delle attività all’aria aperta sarebbe un danno per il turismo alle porte della stagione estiva. Mi pare abbastanza ridicolo anche il divieto della ricerca di funghi nei boschi. Primo perché nei prati non nascono funghi (o meglio ne nascono pochi e di scarso pregio), secondo perché quest’autunno abbiamo avuto la prova che è più facile che il vettore sia il cinghiale e non l’uomo - continua il primo cittadino sassellese - Con tutte le persone che sono andate alla ricerca di funghi arrivate da tutto il Nord Italia, la PSA avrebbe dovuto essere ovunque. Invece, è arrivata solo dove i cinghiali si sono spostati per cercare cibo. Il Lazio, poi, viene lasciato senza divieti? Solo Liguria e Piemonte? Inoltre, se non possiamo andare nei boschi per attività agro-silvo-pastorali, le spiagge? Perché i cinghiali sono anche in Riviera".

"Mi auguro che sia stato un fraintendimento e, in questo caso, faccio appello al senso di responsabilità di tutti, perché annunci come questi rischiano veramente di rovinare delle attività economiche su un territorio di per sé fragile e per di più colpito negli anni passati da due alluvioni, dal Covid, dalla siccità e dall’aumento dei costi - ha proseguito Buschiazzo - Se, invece, non fosse un fraintendimento, sono convinto che, rispetto ad una proposta di questo tipo (16 mesi dopo l’inizio dell’emergenza), tutti i portatori di interesse del nostro territorio (Amministrazioni Locali, Associazioni agricole, associazioni venatorie, operatori turistici fino ai privati cittadini) si opporrebbero pesantemente".

Luciano Parodi

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