"Le dichiarazioni del Ministro non mi stupiscono, perché quello dei minerali rari sta purtroppo diventando un mantra. Tuttavia, abbiamo una certezza: finché c'è il parco su questo territorio non possono fare la miniera".
Il presidente del Parco del Beigua, il sindaco di Sassello Daniele Buschiazzo risponde per le rime al Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso che tre giorni fa, durante un convegno a Roma sul futuro dell’automobile nella sede del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, aveva detto, sbagliandosi, che "il più grande giacimento di litio, se non erro, credo sia in un parco naturale in Liguria".
Il titolare del Dicastero in realtà avrebbe confuso il litio, con il titanio che è presente nella zona del parco del Beigua. Oggetto peraltro di una discussione e di ricorsi e controricorsi al Tar e al Consiglio di Stato.
"Dal 2015 (data del primo ricorso al Tar della Compagnia Europea per il Titanio) a oggi siamo stati impegnati a difendere il nostro territorio nei tribunali (e siamo arrivati al Consiglio di Stato vincendo finora ogni giudizio) e in tutte le altre sedi in cui siamo stati. Abbiamo trovato una grandissima solidarietà nelle manifestazioni organizzate da Legambiente e nella raccolta firme - prosegue Buschiazzo - Normative europee, nazionali e regionali vietano, grazie a Dio, la realizzazione di cave e miniere nei parchi. Nel 1998 abbiamo fatto la nostra scelta: prenderci cura del nostro territorio e dei nostri valori ambientali e su questo costruire un'economia sostenibile. Nel nostro piccolo lo abbiamo fatto. Noi la nostra transizione ecologica l'abbiamo fatta e non è che dobbiamo pagare il prezzo per chi non la vuole fare o per chi pensa che il mondo finisca con lui".
"Aggiungo un'altra notazione. Le asce di pietra verde del Beigua sono state trovate un po' in tutta Europa nel Paleolitico. È stato il primo elemento che ha portato Sassello fuori dai propri confini. Sarebbe veramente il colmo che il primo elemento di successo della nostra storia segnasse la nostra fine. Nessuno da fuori può dirci qual è il nostro futuro. Il nostro futuro ce lo costruiamo da soli come abbiamo sempre fatto.
Non è poi perché non ci sono trivelle, possiamo dormire sonni tranquilli. Siamo stati, siamo e saremo una 'comunità custode'. Per questo sono convinto che difenderemo il nostro territorio. Quando abbiamo impugnato il decreto dirigenziale sulle ricerche di Mondamito, molte sono state le 'sirene' che ci dicevano 'guarda che il decreto è ben fatto: è inutile impugnarlo. E poi in sostanza chiedono di fare una passeggiata senza fare nulla'".
"Un politico addirittura è venuto qua a dircelo e vedendo che non recedevo dall'intento di impugnare l'atto, mi ha detto 'stai attento a quello che fai, gestiscila bene'. E io ho risposto che ero convinto di essere nel giusto e che sarei andato fino in fondo. Su questa situazione, non possono esserci mediazioni - conclude il presidente del Parco del Beigua - Questa è veramente una scelta di campo. Un distretto minerario e un parco sono assolutamente incompatibili. Io credo che finché chi vive qua si opponga ad un tale progetto e quel territorio rimane nel parco, il fortino regga. Ma basta cedere ad una di quelle 'sirene', anche poco, che dalla piccola breccia si apre un varco enorme".