Si sta riaccendendo intensamente in questi giorni a ridosso delle festività pasquali e dell'inizio della stagione estiva il dibattito sulla crisi che molti operatori lamentano riscontrare nel trovare dipendenti stagionali.
Sull'argomento interviene la Cgil savonese, inquadrando il problema da un punto di vista specifico: quello che lega la domanda lavorativa ai flussi migratori.
"Ogni inizio stagione ritorna la solita cantilena di alcuni imprenditori: non troviamo persone disponibili a lavorare per la stagione - affermano dalla segreteria savonese - Spesso si trovano scuse, come ad esempio preferire il reddito di cittadinanza a un contratto o semplicemente che non si ha voglia di lavorare, quando in realtà le problematiche sono ben altre, si gira intorno al problema e non si trovano (o non si vogliono trovare) soluzioni. Le retribuzioni sono tra le più basse d'Europa, la precarietà aumenta (il 90% dei nuovi occupati nel savonese è precario) e il lavoro è sempre più insicuro (la provincia di Savona ha la percentuale più alta di denunce di infortunio, malattie professionali e di numero di deceduto nei luoghi di lavoro in rapporto al numero di abitanti), infine sempre più persone, soprattutto giovani con titoli di studio alti, emigrano in altre regioni italiane o all'estero".
"Proprio in questi giorni mentre molti imprenditori savonesi che lamentano di non trovare manodopera qualificata per le loro imprese, soprattutto nel settore del turismo si accorgono che c'è bisogno di lavoratori stranieri, con tutti i diritti che i contratti nazionali di lavoro e le leggi stabiliscono", continuano dal sindacato ricordando che "ogni anno il Decreto Flussi emanato dal governo prevede per le aziende che ne fanno richiesta una percentuale di lavoratori stranieri che potranno quindi entrare in Italia con un regolare contratto di lavoro".
"Peccato che ogni anno - sottolineano dalla Cgil - i numeri previsti sono sempre molto lontani dalla richiesta. Ieri 27 marzo era il 'clickday', da ieri le aziende possono, dal portale, fare domanda di manodopera. Anzi potrebbero, perché un'ora dopo l'apertura della piattaforma, il sistema è andato in overbooking. Era previsto l'ingresso di 80mila lavoratori, le richieste sono oltre 250 mila da parte degli imprenditori in Italia".
Questa, secondo il sindacato sarebbe "l'ennesima dimostrazione che la legge attuale sull'immigrazione, la Bossi-Fini, è sbagliata. Non solo ci viene dimostrato che la manodopera straniera ci serve perché sempre più professionalità mancano nel nostro Paese, ma ci viene confermato che l'unico mezzo per entrare regolarmente nel nostro Paese non basta. Se, come pare, c'è così tanta difficoltà a reperire personale basterebbe mettere in pratica buone azioni - proseguono - Le soluzioni ci sono: è necessario costruire le basi per un'occupazione più retribuita ed equa, più sicura, meno precaria, ed è necessario cancellare la legge Bossi-Fini che non tutela e che spinge al contrario a entrare illegalmente coi rischi che conosciamo bene. Ci sarà con loro in prima fila anche il sindacato, la Cgil, a sostenere tutto questo".
"Occorre favorire politiche di coesione e di sviluppo delle aree più povere del mondo, fermare le guerre, garantire la libera circolazione delle persone, favorire una diversa distribuzione delle ricchezze. Occorre istituire corridoi umanitari, superare gli accordi di esternalizzazione delle frontiere, rivedere il Trattato di Dublino e il Memorandum con la Libia, impegnarsi per politiche di accoglienza per rifugiati e profughi - si legge ancora nella nota del sindacato - Non si fermano le stragi in mare pattugliando le coste ma solo con un cambio radicale sulle politiche migratorie che vedano l’immigrazione come opportunità, crescita, come fenomeno che esiste dalla notte dei tempi e che continuerà ad esistere, un fenomeno costante e non emergenziale e di sicurezza".
"Ecco perché quando si parla di occupazione e lavoratori stranieri si dovrebbe avere bene in testa delle dinamiche che ci sono intorno, e non solo dei numeri" chiosano dalla segreteria Cgil provinciale.