Sarà un'assemblea decisamente frizzante quella del consorzio Acque Pubblica Savonesi prevista per domani (22 marzo, ndr) per discutere dei prossimi importanti passaggi per proseguire sull'affidamento in-house della gestione dei servizi idrici del savonese.
A scaldare gli animi nel pomeriggio è stata la dichiarazione di SCA, una delle tre società della provincia all'interno di APS, e del Comune di Alassio, suo ente partecipante, che spiegavano le motivazioni per le quali avrebbero disertato l'appuntamento bloccando di fatto per il momento ogni decisione.
Tra queste, oltre ai conti del Consorzio di Depurazione Savonese ritenuti in grado di causare gravi conseguenze finanziarie per la società alassina, se portato avanti il processo di fusione come allo stato attuale delle cose, anche un attacco al sindaco di Savona Marco Russo, reo, secondo il collega Melgrati e il presidente SCA Preve, di aver effettuato insieme al presidente di APS Ferro scelte potenzialmente dannose per la società che dovrebbe gestire l'Ato unico idrico.
Accuse che dalla Città della Torretta vengono rispedite al mittente: "E’ da un anno che lavoro per sbloccare il procedimento di unificazione del gestore unico dell’ATO idrico, che era fermo da tempo, per dare una prospettiva di continuità al servizio idrico pubblico - spiega in una nota Russo - Grazie alla collaborazione con Loano e Borghetto erano stati compiuti importanti passi avanti. In tutto questo periodo ho sempre manifestato la più ampia disponibilità al dialogo per trovare la soluzione più equilibrata e corretta. Ora, si è arrivati a un passo importante che potrebbe far fare un salto di qualità al sistema: finalmente APS, che lo ricordiamo è l’attuale gestore dell’ATO idrico, potrebbe operare efficacemente".
"Prendo atto con rammarico che Alassio si mette di traverso - continua il primo cittadino savonese - E’ gravissimo leggere motivazioni farneticanti che suonano come una puerile scusa per nascondere una scelta incomprensibile. Il Consorzio Depurazione Acque è sano, chiuderà il 2022 in utile e non ha alcun bisogno di farsi finanziare da altri, tantomeno da SCA. In più, era chiaro che la proposta formulata dal presidente di APS avrebbe previsto che ciò che avrebbero pagato i cittadini di un territorio sarebbe rimasto nel territorio medesimo. Melgrati si sta assumendo una gravissima responsabilità".
E mentre i principali enti partecipanti della Servizi Ambientali nel pomeriggio hanno tentato preventivamente di raffreddare gli animi richiamando all'obbiettivo principale degli enti coinvolti, ovvero la difesa dell'acqua pubblica cercando di evitare il commissariamento con ogni possibile mezzo a disposizione, anche diverso dalla fusione, la frattura pare difficilmente sanabile. Almeno non nel breve periodo.
"Domani ci presenteremo in assemblea e prenderemo atto delle scelte di ciascuno. Continuo a pensare che il nostro territorio debba essere in grado di dotarsi di un gestore unico pubblico dell’ATO idrico e lavorerò fino alla fine per questa prospettiva, però non c’è più tempo ed occorre la collaborazione e il senso di responsabilità di tutti. Al momento Melgrati non lo sta dimostrando" chiosa Russo.