La Giunta regionale ligure si impegnerà a farsi voce dei lavoratori della Sanac di Vado Ligure presso il Ministero delle Imprese e del "Made in Italy" affinché l'azienda controllata dal ministero stesso, attualmente in amministrazione straordinaria e con tre bandi di gara per deciderne la futura proprietà andati deserti, venga inserita nel rinnovo dell’Accordo di programma in corso di elaborazione su Acciaierie d’Italia (Ex Ilva), facendosi inoltre parte attiva presso il Governo affinché venga considerata la necessità di supportare l’attività dello stabilimento con nuovi ordini da parte di Acciaierie d’Italia.
Questa la richiesta formalizzata dal Consiglio Regionale che, nella seduta di stamattina e dopo l'incontro in conferenza capigruppo tra i sindacati e l’assessore allo Svilluppo Economico Benveduti, ha approvato all’unanimità l'ordine del giorno presentato dal consigliere della Lega Brunello Brunetto e sottoscritto da tutti i gruppi.
"L’azienda, che è stata leader nella produzione di materiali refrattari per l'industria siderurgica, e che dispone di impianti di produzione anche a Gattinara, Massa e Grogastu, si trova oggi in amministrazione straordinaria con il personale (circa 80 lavoratori) in cassa integrazione, dopo tre bandi andati deserti" ricorda il consigliere Brunetto, spiegando come la scelta di proporre il testo approvato dall'aula sia frutto di una preoccupazione per i lavoratori, condivisa anche dall'assessore Benveduti, per supportare i quali le richieste sono chiare: "Chiediamo al Governo di intervenire con Acciaierie d’Italia per dare nuovi ordini allo stabilimento di Vado Ligure e supportarne in questo modo l’attività. Si sottolinea inoltre la necessità che la situazione che sia inserita all’interno del rinnovo dell’Accordo di Programma su Acciaierie d’Italia in un’ottica di visione strategica dell’acciaio in Italia".
"Il Savonese, negli ultimi decenni, ha sofferto una pesante de-industrializzazione che ha portato a un progressivo decremento occupazionale e a una perdita di competitività riconosciuta anche a livello nazionale come area di crisi industriale complessa – evidenzia l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – In questo scenario, la Sanac di Vado Ligure, azienda che produce materiali refrattari e strutturata per lavorare quasi in esclusiva con l'ex Ilva, rappresenta ancora oggi un presidio produttivo importante per la nostra comunità che dobbiamo in ogni modo salvaguardare e inserire all'interno di una filiera nazionale integrata dell'acciaio – continua l’assessore Benveduti – Abbiamo ascoltato in Consiglio regionale, in conferenza dei capigruppo, le preoccupazioni dei delegati sindacali in merito a una vertenza che coinvolge circa 80 lavoratori del territorio. Regione Liguria è al loro fianco nel chiedere un percorso in cui l'ex Ilva e il suo indotto rimangano un valore strategico della cultura operaia e industriale del Paese".
"Regione Liguria si farà portavoce presso il Governo e il ministro Urso in particolare, delle istanze presentate dai sindacati che riteniamo del tutto condivisibili – aggiunge l'assessore regionale al Lavoro e alle politiche occupazionali Augusto Sartori – Faremo tutto ciò che sarà possibile affinché gli 80 dipendenti coinvolti possano mantenere il loro posto di lavoro e che contestualmente l'azienda possa, nel brevissimo termine, avere un futuro di sviluppo".
"Per garantire la continuità produttiva e occupazionale sarebbe sufficiente un accordo per un ordinativo di circa 1.000 tonnellate al mese da parte di ArcelorMittal" aggiunge il consigliere del Pd Roberto Arboscello auspicando che l'azienda, principale committente del sito produttivo vadese riprenda gli ordinativi di refrattari.
"Questo importante segnale di compattezza istituzionale dovrà arrivare fino al Governo, affinché nelle discussioni sul futuro dell’acciaio in Italia, si possa considera Sanac come nodo da preservare all’interno di questa filiera strategica, senza che trovino conferme eventuali spacchettamenti" prosegue il consigliere dem augurandosi che "dai Commissari, già dai prossimi incontri con i sindacati e lavoratori, arrivi il segnale di voler garantire una futura acquisizione dell’azienda ispirata a criteri di unità, consolidando gli stabilimenti esistenti".
Vi sarà quindi una linea condivisa da portare al confronto che si terrà lunedì 27 al Ministero. Come spiega il consigliere regionale della Lista Toti Alessandro Bozzano: "Lo dico e lo ribadisco, bisogna studiare una strategia che guardi al futuro della Sanac inserendola tra le aziende di interesse nazionale, considerate strategiche per l'economia del Paese: non deve essere trattata come una cattedrale nel deserto, questa azienda fa parte di un territorio per buona parte inserito in area di crisi complessa e che necessita di riflessioni importanti" al fine di costruire "percorsi finalizzati a uscire dalla crisi e non solo a supportarne gli effetti attraverso l’attivazione di ammortizzatori sociali".
Una netta svolta nella gestione dell'azienda quindi quella richiesta anche dal mondo politico regionale oltre che dai lavoratori, i quali hanno visto addensarsi nubi sempre più fitte sul loro futuro dal 2019, quando ArcelorMittal Italia vinse il bando per l'acquisizione di Sanac senza tuttavia perfezionarne l'acquisizione, arrivando a lasciar scadere i termini di tre anni dopo i quali il processo è dovuto ripartire daccapo.
Nel 2022 così la struttura commissariale aveva dovuto rimettere in vendita l'azienda tramite una nuova manifestazione d'interesse andata deserta. Stessa sorte accaduta al terzo tentativo, quando per alcuni problemi di incompatibilità erano sfumate le ipotesi RHI e Dalmia.
L’aspetto che però aveva destato le maggiori perplessità e preoccupazione nei sindacati era stato il comportamento di Acciaierie d'Italia che ha scelto di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac da circa un anno, nonostante sia azienda partecipata dallo Stato attraverso Invitalia.