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Attualità | 16 marzo 2023, 16:51

Pietra, una sala congressi al posto del Flora. Carrara non ci sta: "Così si perde una struttura unica per il rilancio del turismo"

Tutte le perplessità del consigliere di minoranza sul futuro dello storico immobile presente sul lungomare

Pietra, una sala congressi al posto del Flora. Carrara non ci sta: "Così si perde una struttura unica per il rilancio del turismo"

"Il "caso" del Flora: da richiamo sul mare per l'intrattenimento turistico a sala congressi  comunale dai costi strabilianti. L'occasione persa di ridare alla città una struttura per lo svago e l'intrattenimento turistico che per la sua posizione non ha uguali". Mario Carrara, consigliere comunale di minoranza a Pietra Ligure, apre così la nota stampa da lui firmata in merito alla mozione consiliare (che lui stesso ha presentato in occasione del Consiglio comunale dello scorso 7 marzo) sul "destino" dell'immobile, da tutti conosciuto come "Il Flora", sul lungomare di Pietra Ligure.

"Per tutto il corso della sua esistenza è stato un punto, se non "il" punto" di riferimento per eccellenza dell'intrattenimento turistico della città - spiega Carrara - Per oltre 100 anni, prima con le sue caratteristiche due "cupoline" che adornavano la sua antica facciata e le sue terrazze superiori, poi con la sua conformazione di costruzione moderna, è stato lo "Stabilimento balneario" (così si chiamava ad inizio del secolo XX), nella cui spiaggia, i turisti trascorrevano le loro giornate di sole e di mare e, quindi, diventava il luogo privilegiato di attrazione delle serate e delle notti estive, per un intrattenimento fatto di musica e di ballo. Un luogo molto "speciale" sulla riva del mare, che ha fatto sognare generazioni di Pietresi, di ospiti e villeggianti. Fred Bongusto, negli anni '60, scrisse proprio una canzone che sembrava fatta apposta proprio per la location del Flora: "...una rotonda sul mare… il nostro disco che suona, vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me…", dicevano quelle prime parole. Ed in effetti, per oltre un secolo, "Il Flora" ha rappresentato tutto questo. La musica ed il "dancing", proprio sopra le onde del mare, hanno rappresentato la formula che gli ha permesso di avere successo per più di cent'anni.  Poi, in ultimo, quando si è  voluto farne una cosa più "contemporanea", trasformandolo in una comune discoteca, il locale non solo ne ha perso fascino ed attrattiva, ma anzi, prendendone tutti i difetti e le problematiche, alla fine ha dovuto chiudere i battenti. D'altronde, una comune discoteca può essere fatta anche in luoghi periferici, basta che abbia gli spazi adeguati. Mentre un locale come quello in riva al mare soddisfaceva, soddisferebbe le esigenze di un pubblico ben diverso".

"Quando il Comune ha dato segno di volerne rilevare la concessione dal demanio marittimo che ne è suo proprietario, ritenevamo fosse una cosa positiva per il rilancio di una vera attrattiva "storica" dell'intrattenimento turistico, peculiare del panorama pietrese, se fosse stata fatta in modo omogeneo e coerente con quello che è sempre stato - continua il consigliere di minoranza - Una gestione dedicata ad offrire serate e pomeriggi di ballo, danza, musica ed intrattenimento, da intraprendersi anche coinvolgendo le associazioni delle categorie turistiche, rivolta ai turisti ed ai residenti, in particolare, per i giovani e gli anziani. Pensavamo ad una società di gestione pubblico/privata, che promuovesse il rilancio di questa struttura del tutto unica nel suo genere, sia per la sua posizione, che per le dimensioni e caratteristiche. Invece, ci siamo ritrovati con un progetto "faraonico", molto dispendioso, di discutibile utilità e vantaggio per la città e, dopo aver speso tutta la montagna di soldi prevista,  preordinato probabilmente al nulla. Il Comune ha ottenuto la concessione del primo piano (sic!) dello stabile per trasformarlo in una sala idonea ad ospitare congressi, convegni, conferenze, mostre e quant'altro di simile. La motivazione addotta dal Sindaco per questa scelta è rappresentata dal fatto che, secondo lui, come ha dichiarato, a Pietra Ligure non ci sono "altre" sale e strutture con queste caratteristiche, che possano soddisfare questa finalità. Mentre, tutti sappiamo che questo non è vero perché di sale idonee a Pietra Ligure ce ne sono già ben due: il Teatro cinema "Guido Moretti", che di posti ne può vantare non 300, ma ben 350, e la sala polivalente di via Nino Bixio, con 120 posti a sedere. Entrambe strutture di piena proprietà comunale".

"Quindi, con il Flora, il Sindaco mirerebbe ad un turismo di tipo nuovo: quello, sostanzialmente, dei convegni e dei congressi, Un "qualchecosa" di nuovo, per cui,  per potersi realizzare nella nostra città, sono necessarie ed indispensabili strutture di supporto e sostegno che, invece, non sussistono proprio. Specialmente sul lungomare centrale. In primis: i parcheggi. In tutto il lungomare don Giovanni Bado (78 posti auto) più le due vie ad essa perpendicolari (via Vigili del fuoco (17), via E. Accame (18) , i posti auto totali sono solo 113.  Abbiamo obiettato ed obiettiamo: ma dove vanno a parcheggiare le prevedibili 300 automobili dei congressisti? Tenuto conto che quei soli 113 posti auto attuali servono per l'uso quotidiano dei residenti e di chi gravita sul centro storico? E tenuto anche conto che, di norma, congressi e convegni, si organizzano nei week end, proprio quando in Riviera arrivano i turisti abituali del "fine settimana", che creano, ovviamente, esigenze di ulteriori parcheggi? E, ancor più, che dire dei fine settimana dei mesi estivi? Il Sindaco ha obiettato che le esigenze di trovare parcheggio di chi partecipa ad un congresso sono esattamente le stesse di chi va a ballare o ascoltare musica, quindi la nostra sarebbe una polemica pretestuosa. Ma ciò non è per niente vero! Perché congressi e convegni devono soddisfare il presumibile bisogno di trovare un posto auto per ciascuno dei 300 partecipanti che arrivano da fuori, ma tutti insieme, nel giorno d'inizio stabilito; invece, una sala da ballo, di musica o intrattenimento serve, soprattutto, per dare a questa città turistica, dove non c'è niente, un'opportunità di intrattenimento rivolta per i residenti, per gli ospiti, che per un pubblico che, comunque, gravita già nell'ambito della Riviera".

Carrara accende poi i riflettori sugli alberghi:  "I congressi ed i convegni, per avere senso di studio ed approfondimento nei loro lavori, devono almeno durare tre giorni; due come minimo. Nel centro di Pietra Ligure resiste (eroicamente..) un solo albergo. Dove sono,  nella prossimità, oltre "quell'unico" albergo superstite, le strutture idonee per ricevere ed ospitare un tale tipo di "tanta" clientela, che arriverebbe "in massa" nei fine settimana?

"L'ospitalità congressuale" è organizzata, di solito, in strutture alberghiere, già attrezzate proprio per questo: alberghi con grande capienza di camere e grandi saloni dove si svolgono le manifestazioni. Ciò per dare il maggior conforto e comodità ai congressisti.

Invece, il Sindaco, stizzito, ha obiettato che a Pietra è in atto una ripresa degli alberghi. Specie nel levante della città, tra cui il "Grand Hotel" che, però, ha la particolarità di trovarsi, sul confine con Borgio Verezzi, a quasi due km dal Flora. In questi casi che si farebbe? Si farebbero "servizi navetta" di trasporto con pulmini appositi, per il comfort dei congressisti? O i congressisti stessi sarebbero costretti a fare lunghe passeggiate a piedi? Il Sindaco ha anche obiettato che altre strutture classificate "albergo" saranno di prossima apertura, in centro,  in seguito a ristrutturazioni in corso di alberghi precedenti (es. il Nazionale, il Terminus). È vero, esse apriranno: ma saranno hotel "al piano", in condominii con altri piani di case private. È in strutture come queste di alberghi nei piani dei "condominii" o in quelle di alberghi, ma ben lontane dalla sede del congresso, che si vuole assicurare il massimo dell'ospitalità e del confort al turismo "congressuale"? Che, abbiamo visto, arriva in "massa", "tutti insieme", di solito nei week end, e che, per di più, sarebbe in sovrapposizione ed in concorrenza (per l'uso delle infrastrutture di servizio) con gli altri turisti, i turisti "abituali", quelli "settimanali"? È tutta questa  l'organizzazione che Pietra Ligure sta preparando e vuole offrire come supporto di una nuova struttura congressuale nella sala del piano superiore dell'ex "dancing Flora"?"

"In ultimo, i costi - aggiunge il consigliere - Per allestire la nuova sala dei congressi nel Flora è  stata prevista una spesa di €. 1.500.000!

Una spesa strabiliante. Perché essa non è programmata per ristrutturare tutto lo stabile, da fondazioni a tetto, ma solo del piano primo, dov'era la sala da ballo. Abbiamo scritto e detto in Consiglio: e che cosa ci si vuol fare per un solo, unico piano, con una tale strabiliante cifra di un milione e mezzo di euro? Forse pavimenti di alabastro o marmi rari e pregiati, vetrate di speciali cristalli? Visto che con la cifra di un milione e mezzo di euro di Flora se ne potrebbero costruire due:  ma dalle fondamenta al tetto. Cosa significa, dunque, questa stratosferica cifra per un solo piano? È una cifra "buttata" lì, a caso? Oppure, siccome è una cifra che il Sindaco ha dichiarato che verrà chiesta come "contributo", si spera che essa venga concessa dopo aver fatto un "bel progetto",  "accattivante", tale da far convincere qualche ente "danaroso" a concedere la tanto generosa elargizione? In definitiva: si spera che, con un bel progetto, qualche ente "distratto" conceda una tale somma? Che qualcuno, tanto per dire: "abbocchi"? Ma, se è  cosi, si spera anche tanto (e forse troppo) perché, forse, si spera anche che un tale imponente finanziamento venga concesso per l'intera somma e a fondo perduto? Domanda lecita, tenendo conto che qualunque ente, nel concedere un contributo per una cifra di quell'imponenza, di solito, richiede al Comune beneficiario almeno una sua compartecipazione finanziaria; compartecipazione che, vista la somma in ballo, tanto per fare un esempio, se fosse ipotizzabile almeno intorno al 30%, nel nostro caso sarebbe di ben 450.000 euro! E dove la prenderebbe il Comune una somma del genere, già di per sé astronomica, per rifare il solo piano di uno stabile, nemmeno di proprietà, ma solo in concessione dal demanio? S'intende che la compartecipazione cui accenniamo è solo un'ipotesi, la cui entità può variare in più o in meno in percentuale sul totale che venisse erogato; ma ben difficilmente, ripetiamo, se, e ripetiamo "se", verrà concesso il finanziamento richiesto, esso lo sarà "gratis" e per l'intera somma".

"Come si vede da tutto quanto descritto, una vera situazione assurda se non inverosimile, concepita senza alcun criterio logico, che il Sindaco De Vincenzi vuol far passare come una bella cosa di progresso turistico per Pietra Ligure, ma che si traduce come l'ennesima scelta strampalata, dettata non dal buon senso ma dalla volontà d'imperio e d'imposizione - conclude Carrara - Una delle tante scelte d'imperio, come quella del senso unico sul lungomare che sta causando l'intasamento se non, a volte, la vera  immobilità dell'Aurelia, con code ed incolonnamenti di auto interminabili, e il progressivo impoverimento della frequentazione commerciale del centro storico. Scelta d'imperio che, tuttavia, nel caso del Flora, sarà rappresentata dalla definitiva perdita di una struttura, unica per la sua posizione, che avrebbe potuto essere motivo di vero rilancio per l'offerta turistica della città, a beneficio dei suoi residenti e dei suoi villeggianti".

Redazione

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