Tra il 2012 e il 2022 sono spariti 100mila negozi nelle città italiane. Solo a Savona, la scomparsa riguarda 245 esercizi, con una diminuzione che ha colpito soprattutto il centro storico savonese.
Secondo l'Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d'impresa nelle città italiane, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, infatti, la città della Torretta ha sostanzialmente tenuto per quanto riguarda alberghi, bar e ristoranti (perdendone in tutto 36 tra il 2012 e il 2022 e guadagnandone uno in periferia). Mentre negli altri settori commerciali si arriva a un'emorragia di 210 attività. Di queste, 164 proprio nel centro della città.
"Alzare la serranda non basta più"
Un allarme che più volte è risuonato in questi mesi, colpito sia dalla presenza dei grandi centri commerciali che dalle vendite online, fino all'ultima grande "gelata" legata alla pandemia.
I negozi con prodotti alimentari/bevande sono calati dai 107 del 2012 agli 88 del 2022 nel centro (fuori dal centro da 51 a 36); carburante per autotrazione da 9 di dieci anni fa a 1 dell'anno scorso; altri prodotti in esercizi specializzati sono scesi dai 169 del 2012 ai 116 del 2022; dimezzati gli articoli culturali e ricreativi dai 63 ai 31; aumento al commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati, da 5 nel centro e 3 fuori dal centro del 2012 ai 10 e 16 del 2022 (nel 2019 erano 13 e 11).
La situazione dei bar
Vivono un discorso a parte i bar, che hanno subito una flessione importante nonostante la ristorazione sia in piena ripresa. Sul settore hanno pesato gli anni di pandemia, le relative chiusure e le restrizioni imposte dal green pass, per un totale di oltre 6 mesi di chiusura su due anni. Ma non è questo l’unico fattore.
Se a Savona i bar, ristoranti e alberghi nel centro storico nel 2012 erano 291 (282 nel 2019), nel 2022 sono scesi a 255, in periferia invece dai 145 di dieci anni fa (138 nel 2019) si è passati a 146, uno in più, l'anno scorso. I bar e ristoranti all'esterno del centro sono aumentati in una decade da 129 a 131. I ristoranti in tre anni (2019-2022) sono passati da 59 a 71 e i bar sono calati da 66 a 60.
"Confermiamo il dato nazionale, meno impattante, ma i pubblici esercizi stanno tenendo. Mi sembra che partendo dal 2012 al 2022 se consideriamo il periodo Covid e la crisi energetica non posso valutarlo negativamente - dice Carlomaria Balzona, presidente Fipe Confcommercio Savona - Ovvio che c'è un decremento ma se vediamo il periodo passato con le situazioni straordinarie che si sono affrontate, al di fuori dei centri storici i pubblici esercizi sono aumentati, si tende infatti a prediligere infatti l'apertura di nuove attività più distante. Se una volta i centri storici erano visti come posti di rilievo, ora con l'aumento dei costi degli affitti, chi vuole fare impresa non si scoraggia e ha preferito rimodulare l'offerta in altre zone".
"E' un dato comprensibile e anche positivo. Bisogna confrontarsi insieme ai comuni e dar vita a dei tavoli di confronto, creando sinergie e tirare fuori delle valutazioni" ha continuato Balzola.
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