Totò: un nome, un programma. Oggi, 15 febbraio, ci celebra l’anniversario della nascita del grande attore Antonio De Curtis. Era il 1898 e nella bella Napoli veniva al mondo una stella della comicità italiana, destinata a diventare una celebrità del cinema e del teatro.
La sua grandezza è narrata anche dallo scrittore braidese Giovanni Arpino che aveva un antico rapporto di stima con l’artista partenopeo. Ne abbiamo traccia al Caffè Letterario di Bra con il libro “Lettere scontrose” (Minimum Fax), dove sono raccolte decine di articoli di una rubrica che Arpino pubblicò sul settimanale “Tempo” a metà degli anni ‘60. Tra queste lettere picaresche, ce n’è una in cui il giornalista piemontese avrebbe desiderato vedere Antonio De Curtis commentatore per la Rai.
E proprio per far conoscere alle generazioni future tutte le peculiarità umane ed artistiche del principe De Curtis, narrate da Arpino, oltre al Caffè Letterario di Silvia Gullino, si muove Danilo Paparelli, presidente degli Uomini di Mondo, l’associazione con più di 15mila iscritti che hanno svolto il servizio militare a Cuneo. Un albo d’onore che conta persone di ogni rango. Tra gli “Uomini di Mondo” c’è anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in quanto capo delle Forze armate ed Elena Anticoli De Curtis, nipote di Totò.
«Sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militare a Cuneo» è una delle frasi iconiche del re della risata, un’espressione divenuta di uso comune e che ha contribuito a far conoscere in tutta Italia il capoluogo della Granda.
Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio (questo il suo nome completo), da solo o in tandem con prestigiosi colleghi come Macario, Aldo Fabrizi, Nino Manfredi e Peppino De Filippo, ha girato film che rimarranno nella storia. Ricordiamo: Totò, Peppino e… la malafemmina; Miseria e nobiltà; La banda degli onesti; Guardie e ladri; Totò a colori; Signori si nasce; Un turco napoletano; I tartassati; I soliti ignoti; L’oro di Napoli.
E tanti altri successi, che ancora oggi hanno appeal anche tra le giovani generazioni. Oltre l’attore, va ricordato anche l’uomo: un gran signore, sempre impegnato in opere di beneficenza, come la distribuzione di denaro e pacchi dono ai poveri, oppure come grande poeta e scrittore di opere di successo.
Il Caffè Letterario di Bra lo ricorda, citando la sua poesia più famosa, «’A livella», con il suo verso: «’A morte ‘o ssaje ched’’è?... è una livella». Siamo tutti uguali dopo la morte.