Non fermarsi a subire solamente le offese e i gesti di bullismo provenienti dal mondo della rete ma prendere coraggio e reagire.
Questo uno dei messaggi che la Polizia Postale nella tappa savonese della decima edizione del tour nazionale "Una vita da social", l'iniziativa rivolta ai giovanissimi per sensibilizzarli sull'importanza di un corretto e consapevole uso di tutto ciò che gravita intorno al mondo della rete in tema di social network, cyberbullismo, fake news e sicurezza nella navigazione.
"L'obbiettivo è quello di mettere in guardia i giovani sui pericoli della rete, spiegando loro che internet è un'opportunità ma bisogna prestare attenzione ed essere educati al suo utilizzo per mantenerla tale" spiega il dirigente ligure del Centro Operativo per la Sicurezza Cybernetica, Alessandro Carmeli, ricordando poi come per la prima volta nella storia della Repubblica sia stata la rete, piuttosto che la strada, il maggior terreno di caccia degli autori di reati contro il patrimonio.
Insieme agli studenti delle scuole elementari e medie del comprensorio del Golfo dell'Isola, sul tir allestito come un'aula multimediale arrivato in Liguria la scorsa settimana per la sua attività informativa in occasione del Festival di Sanremo, la testimonial d'eccezione per l'appuntamento odierno è stata la campionessa di nuoto sincronizzato nolese Linda Cerruti che ha portato l'esperienza vissuta sulla propria pelle di quanto i social possano lasciar spazio, fino a essere cassa di risonanza, a fenomeni sgradevoli com'è quello degli haters.
Dopo aver ricevuto sui suoi profili social alcuni commenti offensivi alla foto celebrativa per le medaglie vinte agli ultimi campionati europei di nuoto, la sincronette della Marina Militare scelse di procedere per vie legali nei confronti di alcuni commenti davvero forti e sgradevoli sulla posa scelta. Dall'attività degli inquirenti erano poi state individuate e denunciate 12 persone come autori di commenti diffamatori.
Un'esperienza portata ai suoi concittadini: "Quando feci la denuncia a settembre la feci non solo per me stessa e per il mio sport, ma anche per tutte le persone che mi seguono ed essere da esempio invitando a denunciare queste situazioni senza considerarle normali, perché tali non sono. Non mi sembrava corretto anche nei confronti delle ragazzine che mi seguono leggere certe frasi sotto le mie foto senza vedere una reazione - spiega Linda - Sono rimasta molto dispiaciuta dal vederli sotto a una foto celebrativa, pur senza sentirmi toccata in prima persona in quanto non rispecchiavano assolutamente il mio modo d'essere".
"Non mi sono accanita con queste persone, sono cose molto frequenti sui social. Però volevo far capire, non solo a chi subisce queste cose, di denunciare, ma anche a chi le scrive che sono perseguibili penalmente e sono cose che, pur scritte dietro a una tastiera, è come fossero urlate in piazza" ha aggiunto ai nostri microfoni.
La sua scelta è stata definita molto coraggiosa anche dagli specialisti della polizia, un esempio apprezzato, come tutta l'iniziativa, dagli studenti e pure dagli insegnanti presenti, con la dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale Nadia Dalmasso in capo: "E' stata un'esperienza estremamente formativa che vale la pena perpretare e reiterare. C'è stato un grande interesse nell'approfondire un problema che tende a dilatarsi e su cui la scuola cerca di tenere alta l'attenzione con la creazione di un referente, sia regionale che provinciale, sia per monitorare il fenomeno che per formare ragazzi e docenti".
Il truck della campagna, dopo essere partito da Roma nei mesi scorsi, nei prossimi giorni si dirigerà a Genova e nello spezzino.