Politica - 14 febbraio 2023, 18:09

Emergenza peste suina, ascoltato in Regione il "Comitato spontaneo squadre di caccia zona di restrizione 2"

Il consigliere Bozzano al termine dell'audizione: "Finito il tempo dei tavoli di concertazione. Reali ed efficaci norme di eradicazione o conseguenze gravi"

Sono state ascoltate al termine dell'odierno Consiglio Regionale i rappresentanti del "Comitato spontaneo squadre di caccia zona di restrizione 2", corrispondente al levante savonese, per parlare, alla presenza del vicepresidente regionale e assessore alle Politiche Agricole Alessandro Piana, dell'emergenza peste suina allargatasi nelle ultime settimane anche alla nostra provincia, in particolare nei comuni di Sassello e Mioglia.

A parlare per le 24 squadre che operano nell'area è stato il delegato Franco Orsi, chiamato a sottoporre ai rappresentanti di Regione Liguria i motivi che stanno dietro la scelta di molti cacciatori di non operare. La riflessione ha quindi riguardato le norme introdotte dal Governo per il contenimento del virus, nella realtà dei fatti considerate per lo più inattuabili. A pesare è poi il divieto di usufruire della carne di cinghiale anche quando essa risulti negativa al virus.

"Mentre l’attività venatoria si è drasticamente ridotta, ogni giorno fuori dalla recinzione di contenimento del virus si trovano carcasse positive alla Psa, prova che tale soluzione è risultata inefficace - afferma a margine dell'incontro il consigliere varazzino Alessandro Bozzano - Ma a parlare sono i numeri: il depopolamento puntava a ridurre la popolazione di 40mila cinghiali, ma con le squadre ferme si è raggiunto appena il migliaio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, con l’emergenza cinghiali ormai arrivata a mettere a rischio la sicurezza pubblica e la Peste Suina che dilaga, si pensi che da due le Regioni interessate sono ora cinque".

"Non è più tempo di dare spazio a tavoli di concertazione continui. Che piaccia o no, l'attività venatoria si intreccia con le necessità di controllo della fauna selvatica, oggi più che mai - prosegue - In questa situazione i cacciatori sono parte lesa, gli unici che stanno pagando le conseguenze del dilagare del virus con una forte riduzione dell’attività. Se non si interverrà con reali ed efficaci norme di eradicazione, presto le conseguenze arriveranno a toccare tutti noi con gravi restrizioni territoriali e disequilibri sociali" chiosa Bozzano.

Redazione