I distretti 4 e 5 si uniscono e collaborano per accrescere e migliorare i servizi educativi all’interno dei nidi d’infanzia del territorio che va da Andora a Noli.
A coordinare le attività e i corsi di formazione Manuela Bruno, coordinatore pedagogico dei due distretti, che spiega: “Sono stati scelti tre docenti di altissimo profilo e professionalità che affronteranno diverse macrotematiche rivolgendosi agli educatori e ai coordinatori dei servizi dei due ditretti. Gli incontri accresceranno il livello dei servizi offerti e promuoveranno, essendo itineranti, gli scambi pedagogici tra le diverse realtà.
È la prima volta che si riesce a realizzare un progetto simile che coinvolga un territorio tanto ampio. Ringrazio i docenti e tutti coloro che stanno partecipando in maniera attiva e propositiva agli incontri”.
“Un servizio di qualità deve necessariamente passare dalla formazione - afferma l’assessore alle politiche scolastiche e sociali Marta Gaia -. Nel 2022 l’Amministrazione Tomatis ha stanziato risorse economiche proprie sulla formazione per educatori ed insegnanti di nidi e scuole d’infanzia, realizzando il corso “Rincuorare o illudere?” aperto a tutti i professionisti della zona. Vista l’importanza della formazione, si è deciso di portare avanti i corsi ed ampliarli, con fondi del distretto 4 in collaborazione con il distretto 5. La sinergia d’intenti con il distretto finalese e la sua Presidente Assessore Dott.ssa Bricchetto, che voglio qui ringraziare, rappresenta sempre più un buon metodo di lavoro per offrire a cittadini e operatori, servizi di qualità, anche in un ottica di ottimizzazione delle risorse territoriali. Ringrazio gli altri comuni del distretto per aver creduto in questo progetto, tutte le educatrici che partecipano con professionalità ed entusiasmo ai corsi, tutto il personale dei distretti 4 e 5, i Direttori Sociali e la Coordinatrice Pedagogica dottoressa Bruno."
FOCUS SULLE MACROTEMATICHE AFFRONTATE DAI DOCENTI CHE STANNO PORTANDO AVANTI IL PROGETTO FORMATIVO
Alessandra Ferrari, pedagogista Agenzia della Bassa Reggiana:
“Nell’approccio reggiano lo spazio educativo viene considerato come il terzo educatore, insieme a bambini ed insegnanti, per la sua valenza fondamentale in relazione al benessere e agli apprendimenti che può generare e sostenere. L’organizzazione degli spazi e l’offerta dei materiali aperti rappresentano una componente basilare del progetto pedagogico, oggetto permanente di osservazioni e riflessioni da parte degli adulti. Flessibilità, trasformabilità, complessità e varietà dei contesti e materiali si configurano come qualità cardine e possono essere assunte come criteri organizzativi con cui rileggere e modificare gli ambienti dei servizi educativi. Luoghi articolati, differenziati e curati sono espressione della regia attenta dell’adulto, che mette a disposizione allestimenti e contesti che incuriosiscono e favoriscono le interazioni tra bambini e lo sviluppo di condotte creative. A questo proposito particolare rilievo assume l’atelier, luogo privilegiato di ricerca, dove si valorizzano i linguaggi espressivi e dove si intrecciano arte e scienza, emozioni e razionalità sollecitando l’immaginazione, la creazione di connessioni e la combinazione tra differenti saperi. La valorizzazione dei materiali aperti e dei materiali naturali va nella direzione di sostenere i processi di scoperta e il pensiero creativo, rafforzando il dialogo tra il dentro e il fuori e indicando come gli spazi esterni possano contribuire in modo decisivo al pieno sviluppo armonico di bambine e bambini”.
Andrea Traverso, Professore associato dell’Università di Genova:
“Il servizio educativo si racconta: strumenti e linguaggi per narrare il proprio lavoro, dalle istituzioni che certificano, ai genitori che vengono accolti. Strumenti e linguaggi verso l’esterno, dunque, ma anche verso l’interno come occasione di autovalutazione e riflessione sulla propria intenzionalità educativa. Proveremo ad ordinare gli strumenti, a collocarli nel tempo, ad attribuire ruoli e funzioni per la loro compilazione e a decodificare i diversi linguaggi.
Per fare sì che il percorso possa avere un impatto sulla formazione e sulla crescita del gruppo saranno privilegiate strategie di didattica attiva e partecipativa, utile per valorizzare gli impliciti, le esperienze personali e le dimensioni emotive dell'apprendimento”.
Nicoletta Caccia: ortoterapista, esperta di orto-giardinaggio didattico-riabilitativo, formatrice e insegnante di yoga per bambini. Progetta, sviluppa e conduce attività di educazione in natura e orto-giardinaggio in servizi educativi, scuole, centri accoglienza:
“L’educazione all’aperto; possibilità e diritto per bambini e bambine. I recenti eventi che la pandemia del Covid 19 ha generato in tutto il mondo ci hanno portato a guardare con occhi diversi la natura e a rivalutarne l’indissolubile legame insieme ai benefici che l’abitarla in modo frequente e costante regala. Diventa così urgente raffinare questo sguardo come persone e anche come professionisti dell’educazione, dove i luoghi tradizionalmente sentiti come sicuri e salubri hanno assunto una declinazione che non li identifica più così e dove le consapevolezze ambientali mutuate in questi mesi hanno bisogno di essere riconiugate con una progettualità ed una didattica quotidiana assumendo come valore il dialogo tra il dentro e il fuori. La ricerca di una nuova ecologia delle relazioni con ciò che ci circonda ci permette di riscoprire il diritto di bambine e bambine di stare fuori, di accedere ad una molteplicità di apprendimenti ed esperienze sensoriali, motorie, sociali irrinunciabili; di coltivare sentimenti di vicinanza con la natura insieme ad una mentalità ecologica che riconosca le connessioni fortissime tra tutti gli esseri viventi, sviluppando contemporaneamente immaginazione, curiosità e creatività. Le esperienze effettuate nello spazio esterno dialogano costantemente con lo spazio interno della scuola in cui si propongono contesti per la rielaborazione, la riflessione e lo sviluppo di idee, ipotesi, teorie attraverso linguaggi espressivi molteplici. La pratica dell’osservazione per le educatrici diventa perciò fondamentale, intesa sia come abilità da raffinare sia come atteggiamento nei confronti di bambini e bambine proprio perché gli spazi naturali si configurano anche come luoghi fortemente progettuali. Essi, infatti, offrono domande generative e sempre nuovi stimoli alle ricerche e ai percorsi dei gruppi, resi visibili attraverso svariate forme documentative che hanno come basi proprio le assidue e puntuali osservazioni raccolte".