Verrà rinnovato il contratto con Ata per la gestione del capannone utilizzato come centro raccolta ingombranti in quanto non è prevista al momento una progettazione futura per la realizzazione delle vasche di raccolta delle acque depurate. Progetto che è stato portato a casa con i fondi Pnrr per la depurazione dei fanghi e la cogenerazione per la biodigestione con produzione di gas.
Nella seconda commissione consiliare di Savona è stato interpellato il presidente del Consorzio Depurazione delle Acque di Scarico del Savonese Maurizio Maricone presente insieme al cda e ai tecnici e diverse sono state le tematiche affrontate con al centro anche la situazione finanziaria.
Il capogruppo di Fratelli d'Italia Massimo Arecco ha richiesto delucidazioni proprio sul rinnovo alla società partecipata del comune dell'utilizzo dell'area per la raccolta dei rifiuti e che era prevista una progettazione nel 2020 nel periodo quando era presente l'ex presidente Flavio Raimondo.
"Rinnoveremo quell'allocazione, ad oggi quelle sono le uniche aree di espansione del Consorzio ma non esiste nè una progettazione nè un'idea per l'utilizzo del capannone. Rispetto ai sei anni più sei il 31 marzo andremo a rinnovare per un periodo breve - specifica il numero uno del Consorzio che comunque aumenterà il canone ad Ata dai 1900 mensili attuali ai 4-5mila euro - L'idea di utilizzare quelle aree a beneficio della catena di produzione è un pensiero che si può avere, però preferisco tenermi 40mila euro all'anno per tre anni quando so già che se avvio la progettazione ora per due o tre anni quelle aree non mi serviranno praticamente a nulla. L'interesse ci può essere, le vasche di raccolta possono essere uno degli utilizzi eventuali ma non ho trovato nulla di progettazione di massima".
Entro il 31 dicembre 2023 ci dovrà essere la fusione del Consorzio insieme a Sca Alassio e Servizi Ambientali in Acque Pubbliche Savonesi. Il percorso dell'Ato Unico Idrico da Laigueglia a Varazze con la gestione unitaria del servizio dell'acqua e della depurazione è infatti ritenuto fondamentale.
Abbiamo la struttura tecnica migliore di tutti gli altri, siamo in grado di mandare avanti altri progetti e di approcciare una tematica molto complicata come l'unificazione di un unico ambito al di sotto di un unico ente che è il risultato che io mi auguro di riuscire a raggiungere in tempi brevi - ha puntualizzato Maricone - Ci sentiamo costantemente con il presidente di Aps Ferro e sul cammino dal punto di vista tecnico non ho dubbi, ci vorrà a mio giudizio un notevole convincimento da parte della parte politica come aree di intervento, occorrerà che la stessa forza propulsiva nella direzione di un unico ente venga messo in campo da tutta la parte di ponente".
Tra le richieste quindi anche la presenza di un progetto sulla depurazione dei fanghi e la cogenerazione per biodigestione con produzione di gas.
"C'è una progettazione, c'è una classifica per il Pnrr e i soldi arrivano, i tecnici stanno lavorandoci sopra con il finanziamento che è da quasi 3 milioni e 200mila euro - puntualizza il presidente del Consorzio - E' un'altra chiusura del ciclo, se si pensa all'acqua depurata c'è qualcosa che rimane sopra, l'acqua, e sotto e quelli sono i fanghi e occorre in qualche modo trattarli. Vogliamo arrivare ad avere un pezzo di quel rifiuto che sia utile al Consorzio, questi fanghi producono biogas che può essere utilizzato per la cogenerazione o per la produzione di energia elettrica, oppure il gas può essere bruciato per ottenere degli altri sottoprodotti".
"Speravo di avere risposte sulla parte delle acque e sarà da approfondire come mai la progettazione non è stata avviata. La parte politica mi preoccupa sempre di tutto il procedimento amministrativo per la realizzazione di qualcosa" ha detto Arecco.
Attenzione anche sull'attuale situazione finanziaria.
"L'incremento dei costi energetici ha comportato maggiori costi a carico del bilancio per circa 950mila euro. Questo vuol dire che nel 2021 a parte alcuni accantonamenti corposi fatti, prudenti rispetto allo stranoto verbale della guardia di finanza, ha comportato questo milione di euro di perdita indipendente dalla volonta del Consorzio - puntualizza Maricone - Nel 2023 avremo un incremento degli interessi passivi relativi ai mutui o ad altri indebitamenti bancari. La situazione attuale del Consorzio di cassa è serena, le risorse finanziarie ci sono e su queste nei prossimi mesi bisognerà vedere che tipo di trend avrà il costo energetico per riuscire a capire che tipo di bilancio riusciremo a chiudere".
Erano stati accantonati nel cda di fine anno nel fondo rischi i debiti verso gli enti locali per il rimborso delle rate dei mutui, oggetto di un verbale della guardia finanza perchè non sarebbero stati inseriti nei bilanci 2017-2019. Il bilancio 2021 era stato approvato ma sarebbe in perdita per 4 milioni per via dell'accantonamento delle quote sui mutui.
Nei mesi scorsi si era consumato proprio uno scontro tra l'ex presidente Alberto Bonifacino, il sindaco di Savona Marco Russo e l'assessore Silvio Auxilia. L'avvocato, in allora numero uno del Consorzio, aveva presentato due esposti alla Procura nello stesso giorno in cui Nanni Ferro era stato eletto presidente di Acque Pubbliche Savonesi.
Al centro proprio le presunte anomalie sui bilanci 2017-2019 e il verbale delle fiamme gialle che contestava diversi aspetti. Bonifacino infatti aveva richiesto il parere a due consulenti viste le 190 pagine notificate dalla guardia di finanza. Oggetto dell'altro esposto era stato il primo cittadino che secondo quanto specificato da Bonifacino avrebbe 'forzato la mano' per convocare l'assemblea del consiglio del consorzio per la nomina di Ferro. La nomina del nuovo presidente di Aps aveva sollevato perplessità poiché proprio Ferro era il presidente del consorzio del depuratore di Savona nel 2017, anno il cui bilancio era finito recentemente nel mirino delle fiamme gialle. Successivamente era arrivata la sfiducia del comune di Savona e degli altri 14 comuni soci, con il consiglio d'amministrazione che era decaduto a seguito delle dimissioni del vicepresidente e della consigliere.
"Il bilancio chiuderà con una perdita di circa 4 milioni e 800mila euro, la parte più rilevante è quella relativa ad un accantonamento a fondo rischi di una parte delle quote mutuo degli anni pregressi - ha proseguito Maricone che ha voluto esporre una cronistoria dell'iter - Ci sono almeno due assemblee dei soci, una prima datata nel tempo, nella quale gli enti soci avevano detto che erano stati deliberati nel 2015 dei versamenti a quota aumento capitale e non erano stati eseguiti successivamente e nel 2017 erano stati sospesi i pagamenti, incassi. Si era andati avanti con una certa serenità, a parte due comuni, uno di questi è Finale che avevano sostenuto la debenza di queste quote mutuo. Poi il verbale della guardia di finanza, si è arrivati all'assemblea, nel quale abbiamo deciso se ragionare, ratearli e in quanti anni. Per questo abbiamo voluto chiudere questo bilancio in una linea di assoluta prudenza e abbiamo risentito di questo accantonamento".