"Abbiamo depositato una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di assicurare nei reparti maternità la presenza di una persona scelta dalla donna, per avere un supporto in un momento complesso quale è il parto, dalla fase precedente del travaglio fino ai primi giorni di vita del neonato”.
Così la consigliera regionale della Lista Sansa, Selena Candia, che nel depositare la mozione insieme a Ferruccio Sansa e Roberto Centi annuncia anche l'apertura dei lavori per la stesura di un documento più ampio e condiviso sul tema.
"Lo scopo futuro sarà infatti impegnarsi con altre forze politiche e coinvolgere un pool di persone esperte in varie discipline (ginecologia, ostetricia, psicologia, materie sindacali…) per rivedere la gestione di tutti gli step che riguardano una nascita (dai corsi preparto al rooming-in sino al periodo post partum). Tutto questo per avviare un cambiamento culturale che sradichi la maternità dagli stereotipi dove il dolore e la figura della madre sono mitizzate e spesso finiscono per far sentire le neomadri inadeguate".
“La recente tragedia avvenuta all'ospedale Pertini di Roma ha riaperto il dibattito, anche in Liguria, sulla necessità in primis di cambiare le regole Covid rimaste ancora fortemente stringenti, nonostante non vi sia più uno stato di emergenza nazionale – spiega Candia, prima firmataria della mozione -. Con questa prima proposta abbiamo pensato ad un supporto immediato per le mamme, invitando gli ospedali ad estendere l'accesso ad una persona per partoriente per tutto il periodo del ricovero”.
Negli ultimi giorni, sulla stampa e sui social, sono comparse migliaia di testimonianze al grido “poteva succedere anche a me” da parte di donne che hanno raccontato la propria solitudine nel momento dopo il parto. “Mi sento molto vicina a questo tipo di riflessione, poiché durante la pandemia ho partorito due volte, sempre da sola: la prima durante il primissimo lockdown, adaprile 2020; la seconda da positiva nel giugno 2022. In entrambe le situazioni, per la normativa in quel momento presente in ospedale, era impedito qualsiasi accesso a persone esterne che potessero dare una mano nel momento post partum. Siccome questo non è l’unico problema da affrontare, e per vari motivi può accadere che una donna si ritrovi sola a partorire, bisogna rivedere la disciplina del rooming-in e del post partum per essere davvero vicini alle esigenze di tutte”, conclude Candia.