La giunta ha approvato il progetto definitivo per il restauro conservativo del complesso del San Giacomo, in particolare dell'ex chiesa, della cappella e dei chiostri.
“La finalità ultima del restauro - spiegano gli assessori Ilaria Becco e Nello Parodi - è, oltre a un consolidamento statico, il recupero della spazialità originaria della chiesa riportando in vita le strutture del complesso edilizio, da tempo in uno stato di forte degrado, ed eliminando le parti incongrue e le strutture realizzate nel periodo in cui la struttura era adibita a caserma”.
La delibera precisa, infatti, che l'obiettivo è, in particolare, quello di “riportare la navata alla sua spazialità architettonica 'originaria/ecclesiale' liberando l'interno della chiesa da quelle 'aggiunte incongrue' legate alla rifunzionalizzazione militare (solette in cemento e pilastrature centrali) che ne impediscono una lettura architettonica corretta dal punto di vista storico critico, celando la lettura di importanti elementi architettonici di grandissimo pregio, quali il pontile e l'arco trionfale”.
Il finanziamento per il restauro è di 3 milioni 450mila euro (cui si aggiungono 425mila euro di risorse proprie) e rientra nell'ambito del PNRR – Missione 5, Rigenerazione Urbana.
La tempistica, dettata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede che il contratto di affidamento lavori venga stipulato entro luglio 2023, mentre la fine dei lavori entro il marzo 2026.
“L'amministrazione comunale – dicono ancora gli assessori - presenterà il progetto, realizzato da un pool di professionisti specializzati in interventi di restauro conservativo, nel corso di un'assemblea pubblica allo scopo di rendere partecipi i cittadini che in più occasioni si sono dimostrati sensibili alle sorti del San Giacomo e preoccupati per l'abbandono e per il forte degrado in cui versa da tempo. Sia per questo intervento sia per gli altri finanziati con fondi PNRR, come ad esempio Palazzo della Rovere è stato fatto un grande lavoro di confronto in tutte le fasi di sviluppo del progetto che ha coinvolto, oltre ai nostri uffici, anche la Soprintendenza. E' una bellissima occasione che la città ha colto”.
Soddisfatti di questo step gli Amici del San Giacomo, che però lanciano al contempo un appello: "Siamo contenti che il tutto si muove - afferma il presidente Michele Salvatore - la messa in sicurezza del tetto e della facciata vanno però messi in campo il prima possibile, evitando i crolli delle capriate del XVI secolo che in parte sono originali anche solo con delle impalcature e sperare non ceda il tetto. Entro luglio bisogna stipulare il contratto per non perdere i fondi del Pnrr ma ora il San Giacomo rischia di crollare: serve fare in fretta".