Una lettera inviata al Ministro della Giustizia Carlo Nordio per far presente l'assenza nel savonese di un carcere da 7 anni e le difficoltà che ne sono conseguite.
Ad inviare la missiva prima di Natale l'Ordine degli Avvocati di Savona con la presidente Vittoria Fiori che ha illustrato la cronistoria e ha chiesto un intervento per la futura realizzazione.
"Ci rivolgiamo a Voi per segnalare la grave situazione del nostro circondario, ormai privo di un carcere da sette anni. Nel gennaio 2016 la Casa Circondariale S. Agostino veniva definitivamente chiusa e, da allora, il nostro circondario è rimasto privo di istituto carcerario, con tutti i gravissimi disguidi che a ciò conseguono per Magistrati e Avvocati, ma soprattutto per i detenuti e per i loro famigliari - spiega l'Ordine - Le persone in custodia cautelare per reati di competenza del nostro Tribunale vengono ristrette negli istituti di Genova Marassi, Genova Pontedecimo, Imperia, Sanremo e, talvolta, più raramente, La Spezia, con la conseguenza che ogni contatto e/o visita implica tempo e spese che, inevitabilmente, direttamente o indirettamente gravano sul detenuto stesso".
"Talvolta, per i congiunti dei detenuti, la lontananza costituisce ostacolo concreto ad esercitare il loro diritto ad un colloquio, che, per il detenuto, come noto, è momento fondamentale anche di speranza e di cura dei propri affetti e gestione delle proprie attività extramurarie - proseguono - Considerata l'importanza della problematica e la vostra evidente e reale attenzione ai diritti degli indagati e/o imputati, confidiamo in un vostro intervento che consenta di dare concretezza alle ipotesi e alle promesse di realizzazione di un carcere per il nostro circondario".
Lo scorso fine novembre si era svolta una riunione operativa in Prefettura a Savona tra il Prefetto Enrico Gullotti, la presidente del Tribunale Lorena Canaparo, il Procuratore Capo della Repubblica Ubaldo Pelosi, il Questore Alessandra Simone, il Comandante provinciale dei carabinieri Vincenzo Barbanera, il Comandante della guardia di Finanza Salvatore Salvo, l'ente penitenziario e il Provveditore delle opere pubbliche.
Durante il vertice sarebbe emerso che nel comune di Cairo Montenotte potrebbe essere la soluzione più praticabile per la realizzazione.
Nel marzo 2022 era stato riunito il Comitato Paritetico MIMS (Ministero Infrastrutture e Mobilità sostenibili) e Giustizia, che come specificato dagli ex deputati e senatori Franco Vazio, Sara Foscolo e Paolo Ripamonti, "aveva vagliato le soluzioni afferenti le aree proposte per la costruzione del nuovo carcere, senza escluderne alcuna a priori, ma approfondendone ogni aspetto. Con riferimento a molte di esse sono state rilevate criticità dimensionali e ambientali".
"L’ipotesi più accreditata e che sarà sottoposta alla validazione definitiva del MIMS insiste nel comune di Cairo Montenotte (l'altra ipotesi era Cengio, ndr), nel quale è stata individuata una superficie di circa 76 mila mq, a 500 metri dalla struttura che ospita la scuola di polizia penitenziaria, in zona Tecchio, ed è adiacente alle aree della Villa de Mari. Una volta eseguita questa ultima validazione – che dovrebbe avvenire in tempi assai celeri – la scelta sarà nuovamente sottoposta al Comitato Paritetico MIMS e Giustizia per il via alla progettazione e all’appalto" avevano proseguito gli ex parlamentari.
Come già riportato dalla nostra redazione, il comune di Cairo Montenotte aveva indicato tre siti: la zona del Tecchio, un terreno in località Passeggeri e parte delle ex aree Marcella a Ferrania. Cengio invece aveva individuato quattro zone: località Castellaro (in Belbo); l'area A2 (quella bonificata) ex ACNA, oggi ENI Rewind; località Vignali (tra Millesimo e Cengio) e Pian Rocchetta (tra Cengio e Saliceto).
Era stata ipotizzata anche a Savona, l'area dell'ex discarica Passeggi.