Non sono conclusi, nonostante due importanti tranche effettuate negli anni scorsi, i lavori per la difesa del litorale in una delle località della Riviera di Ponente più apprezzate dai turisti ma anche tra le più martoriate dagli eventi meteomarini, vale a dire Alassio.
Un terzo intervento è in arrivo, attraverso un'azione di ripascimento e prolungamento, in versione soffolta, del pennello Ferrando da svolgersi in tre step di cui hanno trovato una quadratura i tecnici specializzati incaricati dal Comune e gli uffici regionali. Il tutto per una spesa complessiva di 3 milioni e 650mila euro (oneri fiscali compresi), come annuncia la stessa Amministrazione Melgrati-ter, che dalla straordinaria mareggiata del 2018 in avanti ha concordato con la Regione Liguria le linee direttrici per l’impostazione di una serie di interventi tra cui si può inserire anche quest'ultimo.
"Il ripascimento - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici Rocco Invernizzi - continua a rappresentare il fondamentale metodo di lavoro per la difesa della costa alassina mentre il prolungamento del molo costituisce il nuovo elemento di cattura della deriva litoranea, la cui risultante è diretta verso Nord, dove in passato ha depositato masse di sabbia via via sempre più fine procedendo da Sudovest verso Nordest sino all’isola Gallinara".
Mentre per il prolungamento del pennello le alternative si limitano ad una struttura emersa o sommersa e per motivi più che altro paesaggistici si è preferita quest’ultima, per il ripascimento si è aperta una più vasta gamma di metodi di lavoro in particolare per quanto attiene la provenienza delle sabbie.
"Una prima ipotesi è quella del prelievo, come per gli anni precedenti, dei depositi sottomarini antistanti la zona costiera intorno a Capo Santa Croce. La seconda è la fornitura selezionata da cava terrestre con privilegio, comunque, del materiale naturale di depositi fluviali e non frutto di frantoio - aggiunge Invernizzi - l'ulteriore quesito è rispetto al modus operandi, procedere cioè o con il deposito concentrato nella spiaggia sommersa di ponente, per una naturale distesa sul litorale operata dalle correnti indotte dalle agitazioni ondose; oppure con il deposito uniforme sul litorale, come già attuato negli anni precedenti. In considerazione dei buoni risultati ottenuti con le azioni precedenti, la tendenza è proprio quella di procedere con il deposito uniforme sul litorale".
"Il prelievo dai fondali - si legge nella relazione - è stato il punto di forza degli interventi dell’ultimo biennio, pur con una granulometria leggermente inferiore a quella nativa residua; il ripascimento da mare ha un costo decisamente inferiore di quello da terra, ma il sito già sfruttato non offre ulteriori grandi capacità volumetriche, almeno allo stato dell’attuale conoscenza attuata tramite rilievi di monitoraggio dalla ditta Geocoste di Firenze: il materiale residuo è, nelle aree già sfruttate, troppo fine rispetto a quello nativo e pertanto molto più instabile. La fornitura da cava terrestre apre una grande scelta di tipologie di sabbia, per quanto riguarda il colore, la granulometria e la natura litologica che, per garantire omogeneità con quella nativa, dovrebbe essere ricca di quarzo, caratteristica tipica della spiaggia di Alassio".
Visto il progetto, visto il piano economico, il Comune di Alassio ha incaricato il Raggruppamento Temporaneo di Professionisti per la redazione degli atti di completamento del Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica necessari a sottoporre lo stesso alla verifica di assoggettabilità alla VIA presso il Settore Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Liguria.
"Gli elaborati - si legge nella relazione tecnica allegata alla delibera della giunta comunale - individuano i requisiti e le modalità della nuova azione di difesa della costa, nel rispetto delle caratteristiche del litorale alassino sotto i profili ambientali e paesaggistici, con uno sguardo di tutela all’economia prevalentemente turistica del territorio".
"Un intervento strutturato - aggiunge Franca Giannotta, assessore alla Protezione Civile del Comune di Alassio - iniziato tre anni fa con l'obbiettivo di ricostruire la protezione a mare della città completamente consumata dall'erosione e dalla mareggiata del 2018. Nel frattempo la Protezione Civile di Alassio si è comunque strutturata per la gestione delle emergenze, anche attraverso un sistema di messaggistica e di allerta tale da raggiungere l'utenza affinché possa mettere in atto anche sistemi propri di protezione ogni qual volta previsioni e allerte lo rendono necessario".
In quest'ottica, va ricordato, il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ha già stanziato un duplice finanziamento di 2,5milioni di euro (per un totale di 5 milioni) che ha permesso interventi su circa 3.500 m di litorale.
"Un lavoro importante avviato grazie all'interessamento e al sostegno dell'assessore alla Protezione Civile della Regione Liguria Giampedrone - commentano dall'Amministrazione comunale alassina - che si è sempre interessato ai problemi della nostra città, con l'obbiettivo di prevenire anziché 'curare' i danni causati da eventi straordinari".
Il risultato di questi primi interventi è infatti evidente. "Le spiagge si sono ripristinate ed ampliate notevolmente garantendo un buon contenimento dissipativo dell’energia dell’onda, anche se il run-up giunge ancora spesso, ed in particolari tratti con discreta violenza, contro le strutture urbane che si affacciano sulla spiaggia" com'è scritto nella relazione del raggruppamento temporaneo di professionisti (RTP) incaricato della progettazione e composto dall'ing. Franco Ferrando, dall'ing. Guido Ferri, dall'ingegner Paolo Gaggero, dall'ingegner Luca Rossi, dalla dottoressa Frida Occelli, e dal dottor Eros Aiello.
"Dal punto di vista ambientale e paesaggistico - commenta il sindaco Marco Melgrati - i due interventi hanno registrato un successo che può definirsi notevole, anche se, nei due anni seguenti le operazioni, il mare non ha sofferto di agitazioni particolarmente violente e pertanto non ha permesso un raffronto tra i comportamenti del sistema previsti dai modelli matematici progettuali e quelli in scala reale durante le mareggiate".