"Le elezioni provinciali savonesi sono state un banco di prova per i futuri assetti politici in regione. E forse non tutti lo hanno capito".
Parte da questa constatazione, condivisa da molti tra i corridoi della politica pur senza avere dichiarazioni roboanti in tal senso dai diretti interessati, l'analisi dell'ex consigliere regionale eletto col Movimento 5 Stelle Andrea Melis.
"Ne escono vincitori Toti e il suo movimento politico che, con una prova di forza sui propri alleati, hanno mandato un chiaro messaggio in prospettiva delle prossime elezioni regionali del 2025 ricordando che, se confermata la possibilità di fare un terzo mandato, può ancora essere ago della bilancia nel centrodestra" afferma il savonese.
Che poi sposta il proprio sguardo verso il centro e a sinistra: "Spiace che le forze progressiste locali non abbiano saputo proporre una proposta politica e amministrativa propria - dice l'ex pentastellato - non è vero che la Provincia è solo 'amministrazione' ma è anche indirizzo politico su tante partite vitali: la gestione del trasporto pubblico, del servizio idrico integrato, degli investimenti sulle infrastrutture e tanti altri. E non è possibile vedere che in tutto questo non ci siano delle visioni politiche diverse, anzi, devono esserci".
"Un elemento da annotare è che il principale partito di area centrosinistra, il Partito Democratico, continua a inseguire coi propri gruppi dirigenti il 'governismo' a tutti i costi - prosegue - e questo non è un bene perché ne snatura la presunta identità, sempre che riesca a ricostruirla nella sua imminente fase congressuale, e si allontana dalla propria base elettorale. Insieme alle altre forze progressiste che guidano il Comune di Savona avrebbero dovuto costruire un percorso politico più ampio pensando non solo all'oggi ma guardando al dopodomani. Invece si sono accontentati di ruoli e non di proposta politica".
Melis osserva anche il comportamento del suo ex partito: "L'altro elemento di nota è la posizione, peraltro solo a livello locale come chi segue queste faccende ha potuto constatare con il richiamo all'ordine verso il capogruppo M5S nel Comune di Savona, che il partito guidato da Conte ha chiaramente assunto - spiega - Di fatto a Savona si pone come una stampella del centrodestra, come lo fu in campagna elettorale alle amministrative savonesi del 2021, e come fu nella vita di opposizione verso l'amministrazione Caprioglio. Tutt'oggi il gruppo dirigente locale non è in grado di affrancarsi dalla Lega e dal centrodestra, strizzando l'occhio più o meno indirettamente a Toti pur di fare un torto al centrosinistra. Rimasto orfano di Di Maio ne rimpiange il posizionamento moderato 'di destra' ma continua a muoversi su questo fronte".
"Per questa partita sarà importante capire se a livello nazionale arriveranno chiarimenti su quale sia la natura anche a livello locale - aggiunge Melis sempre riferito al partito grillino - senza lasciare mano libera a iniziative autonome visto che un partito nazionale di cui si rappresenta il simbolo dovrebbe avere una visione comune in tutto il territorio".
"Spero vivamente che ci siano adeguate riflessioni fra i vari rappresentanti politici locali perché se si vuole traguardare le prossime elezioni regionali con una proposta politica di stampo progressista, ampia, l'esempio delle elezioni provinciali è quello da non seguire" conclude l'ex consigliere della decima legislatura regionale.