Era il 13 gennaio del 2012 quando la nave Costa Concordia, dopo aver urtato degli scogli a 500 metri dalla costa dell’Isola del Giglio, naufragò a causa di una falla di 70 metri nello scafo. La tragedia costò la vita a 32 persone, oltre ai feriti, che sono stati più di 100.
A ricordare oggi le vittime del disastro di 11 anni fa è il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che nel primo post sui social di questa mattina sottolinea anche il ruolo di Genova e del suo porto per il recupero del relitto: “Sono passati 11 anni dal terribile naufragio della Costa Concordia ma le immagini di quella tragedia sono ancora scolpite nella memoria di tutti noi” - scrive il governatore - “Così come ricordiamo la capacità dei soccorritori, la solidarietà degli abitanti dell'isola del Giglio e il prezioso ruolo del porto di Genova nel recupero del relitto. Oggi però il nostro pensiero va alle 32 vittime e alle oltre 100 persone rimaste ferite. L'Italia non vi dimentica”.
Il ricordo e le immagini di quel giorno rimangono ancora oggi indelebili nella memoria: un impatto violento provocato dall’inchino del comandante Francesco Schettino, per salutare le persone che si trovavano sulla terraferma, che in pochi minuti hanno provocato un profondo squarcio nello scafo. Per circa un’ora i passeggeri sono rimasti a bordo in attesa di istruzioni; alcuni di loro senza aver compreso chiaramente quello che stava accadendo.
Durante l’evacuazione dei passeggeri e dell’equipaggio, 4229 persone in tutto, la confusione e la scarsa chiarezza nelle indicazioni hanno esasperato la già tragica situazione: il comandante Francesco Schettino venne condannato a 16 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e abbandono della nave con passeggeri a bordo.
La telefonata in cui rifiutò di risalire a bordo nonostante l’ordine della Capitaneria di Porto di Livorno è tristemente passata alla storia.
E proprio in queste ore la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso degli avvocati difensori di Schettino contro l'ordinanza della Corte di Appello di Genova, che lo scorso febbraio negò la revisione del processo. Le motivazioni non sono ancora state depositate, come riporta Repubblica.
In questi anni l’ex comandante ha scontato la pena nel carcere di Rebibbia, a Roma. Negli ultimi mesi, e precisamente dallo scorso settembre, l’uomo sta beneficiando di misure alternative, lavorando come archivista.
Anche i Vigili del Fuoco scrivono il loro ricordo di quel tragico 13 gennaio a commento del video di quegli istanti drammatici
"Sono passati undici anni da quella notte, dalla “notte della Concordia” al Giglio. Undici anni dall’impresa che fecero i vigili del fuoco, che salirono a bordo mentre la nave affondava, senza la certezza di uscirne vivi. Operarono fino all’alba e salvarono decine di persone rimaste bloccate sui ponti 4 e 5 della città galleggiante adagiata su un fianco. Una grande impresa, perché da quando i vigili del fuoco misero piede nella nave nessuna vita fu persa: le 32 povere vittime ci furono prima, per loro nulla fu possibile fare per salvarle.
Dopo la prima notte i vigili del fuoco salvarono altre tre persone, due sposini coreani a distanza di 24 ore e il commissario di bordo dopo 36. Poi settimane di operazioni per il recupero dei dispersi, con i vigili del fuoco impegnati con il personale Saf e con i sommozzatori speleo".