Curioso sarebbe capire se Angelo Vaccarezza nel corso del suo lungo cammino politico abbia mai letto e anche tratto spunto dalla celebre "Arte della Guerra" di Sun Tzu. Certo è che, oltre alla freschissima vittoria di Pierangelo Olivieri confermato per i prossimi quattro anni presidente della Provincia di Savona, il risultato delle urne di Palazzo Nervi ha segnato il suo ritorno quale arguto e incisivo "deus ex machina" della scena politica locale grazie a una strategia di battaglia, sempre ristretta alla cosa pubblica nei limiti del metaforico, risultata vincente su un fronte ampio e politicamente molto variegato.
Il capogruppo degli arancioni in Regione, a secco di incarichi in Giunta anche in questo secondo mandato di Toti governatore ma investito del forse troppo sottovalutato ruolo di guida dei colleghi consiglieri di partito scelto per rafforzare le posizioni politiche di "Cambiamo!" nel dibattito in aula, come peraltro spiegato dallo stesso presidente all'indomani delle nomine, a leggere il risultato delle urne può certamente brindare insieme all'amico sindaco di Calizzano dopo una giornata tutta savonese passata a presidiare quella Provincia dove sfilavano alla spicciolata i diversi consiglieri, quasi una sua seconda casa per diverso tempo.
Riuscire ad affermare per un ulteriore mandato uno degli uomini di punta del partito totiano nel savonese era quasi necessario per il loanese, dopo un paio di colpi assestati se non a vuoto non propriamente come nei piani. E proprio sul suo terreno di gioco: Loano e la riviera.
Il primo senza riuscire ad arginare il "fuoco amico" del compaesano Brunello Brunetto, scelto dalla Lega alle ultime regionali per rappresentare il medio ponente savonese. Il secondo sempre in "casa", alle comunali loanesi, dove i suoi piani vennero sacrificati nel nome della coalizione di centrodestra.
Quella stessa coalizione che ieri, proprio davanti alle urne, è arrivata divisa: da una parte gli esponenti del Carroccio con Fratelli d'Italia e Forza Italia, dall'altra l'inconsueto asse dei totiani con il Terzo Polo e il Partito Democratico, rigorosamente nel nome del "moderatismo", nata e cresciuta nel post voto tra accuse di inciucio e incoerenza da parte della sinistra più radicata e anche da parte di altri componenti dello schieramento di centrodestra.
Per un fronte nuovo che si apre nel governo della provincia di Savona, dove le dinamiche dell'assise dell'ente di secondo grado, ridotto a sancta sanctorum della politica nella sua forma più pura a livello locale dalle diverse riforme succedutesi dal 2001 in avanti, ce n'è quindi uno per cui gli scenari sono tutti da immaginare, al momento.
L'unico a esporsi finora è stato lo sconfitto Giancarlo Canepa mettendoci pubblicamente la faccia, oltre al nome sulla scheda, con una delusione dal sapore dell'accusa di chi viene ferito dal fuoco amico. E non sembrerebbe solo quello totiano.