Come da tradizione, il weekend lungo dell’Epifania appena trascorso non ha mancato di “portar via” le festività natalizie. Feste che, rispetto alle loro omologhe del 2020 e del 2021, hanno visto un susseguirsi di momenti decisamente più floridi in tutto il Belpaese, Liguria compresa.
Secondo l’analisi condotta da Coldiretti e Ixé, nel periodo compreso tra Natale e l’Epifania l’87% dei vacanzieri ha scelto di rimanere in Italia: sul podio delle destinazioni preferite troviamo ancora una volta le città e le località d’arte (54%), seguite dalla montagna (23%), mentre il resto dei viaggiatori si è diviso tra campagna, mare e terme.
“Il 57% dei vacanzieri natalizi - commenta la Coldiretti - tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 ha scelto di alloggiare in case proprie o di parenti e amici, mentre il 34% ha preferito l’albergo, cui continuano a tener testa anche le formule alternative, come B&B e agriturismi”.
Per le vacanze la spesa media è stata di 575 euro per persona, con un aumento del 28% rispetto allo scorso anno e una durata approssimativa di circa sei giorni: il 33% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di essere stato fuori al massimo tre giorni, mentre il 32% dai quattro ai sette giorni e il 30% da otto a quindici giorni. Un restante 5%, infine, ha trascorso in queste feste più di quindici giorni lontano da casa.
In questo quadro, anche grazie ai numerosi eventi organizzati a livello regionale per cittadini e turisti (uno su tutti, ad esempio, il Capodanno Mediaset organizzato in piazza De Ferrari a Genova) la Liguria chiude il 2022 e apre il 2023 con un vero e proprio record di presenze turistiche nel periodo natalizio, a conferma di un trend positivo che ha coinvolto l’intera annualità appena trascorsa.
Come riportato dal portale Liguria Ricerche, dopo un inizio col botto già a gennaio dello scorso anno, nel secondo trimestre del 2022 il settore turistico ligure ha consolidato la propria ripresa, registrando un aumento sia degli arrivi (+94%) che delle presenze (+95,3%) rispetto allo stesso periodo del 2021 e un importante incremento dei flussi stranieri (+309,9% per gli arrivi e +304,3% per le presenze).
Probabilmente a causa degli effetti dei rincari e del caro vita che hanno colpito la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, dopo una diminuzione dei flussi turistici in entrata a ottobre 2022 il turismo ligure ha consolidato la propria crescita nuovamente a novembre con ben 388.994 presenze. Un numero che ha addirittura superato i 386.373 del 2019 (+0,68% rispetto al periodo pre-pandemia) e che ha confermato nuovamente il trend positivo di una Liguria in cui, per gli ultimi giorni del 2022 e i primi del 2023, già a metà dicembre 2022 risultava infatti prenotato il 70%.
“Nonostante le preoccupazioni per l’impennata dei prezzi e la crescita record dell’inflazione, la Liguria e i suoi circa 600 agriturismi ed ittiturismi - commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale - continuano ad accogliere turisti provenienti da tutta Italia e dalle più svariate parti del mondo. Anche in una situazione come questa, infatti, i vacanzieri continuano a scegliere i nostri territori e a vivere le esperienze proposte dai nostri agriturismi, con la cucina a km0 che non perde colpi e si mantiene qualità più apprezzata”.
In questo scenario “i vacanzieri dall’estero - concludono Boeri e Rivarossa - sono strategici per il comparto turistico ligure, soprattutto perché si tratta di visitatori che tradizionalmente hanno un’elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. In particolare, il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi tipici, ma anche l’acquisto di cibi di strada o specialità enogastronomiche locali, per molti turisti rappresenta la principale motivazione del viaggio in Liguria e in Italia, unico Paese al mondo che può contare sui primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare. Non a caso, l’Italia vanta l’agricoltura più green d’Europa, con ben 5450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni: tra queste, ben 300 sono appartengono alla nostra Liguria, regione che può annoverare anche 8 vini Doc e 4 Igt”.