Politica - 05 gennaio 2023, 18:45

Pietra, la riflessione del consigliere Carrara: "Piano regolatore scaduto da 20 anni, ecco perché quello nuovo può diventare un intralcio"

L'esponente di minoranza: "Pietra Ligure è una delle città più cementificate della provincia. Non lo diciamo solo noi, ora lo attesta anche il rapporto nazionale ISPRA"

"Pietra Ligure è una delle città più cementificate della provincia di Savona. Non lo diciamo solo noi, ora lo attesta anche il rapporto nazionale ISPRA - 'Istituto superiore protezione ricerca ambientale' che è una fonte ufficiale dello Stato". Si apre con queste parole la riflessione firmata da Mario Carrara, consigliere di minoranza a Pietra Ligure, in merito al consumo del suolo in provincia di Savona ed in particolare sul territorio pietrese.

L'esponente di opposizione, per l'occasione, paragona la situazione di Pietra Ligure a quella di Berna, capitale della Svizzera: "Il suo centro storico, posto tra il percorso del fiume Aar che lo cinge, 'a ferro di cavallo' da tre lati, ha i due 'costoni' e le rive che costeggiano lo stesso fiume, conservate e preservate come lo sono state nei secoli; e, per farle mantenere 'vive', sono aperte alla frequentazione delle persone ed al pascolo degli animali. Così in un paese 'civile' come la Svizzera" spiega Carrara a proposito della capitale europea. 

"C'è da supporre che, se ad amministrare Berna ci fossero quelli che ora amministrano Pietra Ligure tutta questa massa di spazi verdi liberi, aperti alle passeggiate delle persone ed al pascolo degli ovini, sarebbero visti come un inutile 'spreco' di aree che potrebbero meglio essere considerate e diventare aree 'fabbricabili', ospitare condomini, palazzi, nuclei, 'piani casa', ecomostri, ecc... - continua il consigliere - cioè tutta roba che, sul momento potrebbe avere ben maggior valore, sotto il profilo del danaro, che non quello di ospitare le pecore al pascolo. Ma soltanto 'sul momento', perché poi il valore complessivo di tutti gli immobili  della città crollerebbe svalutato e svilito da tutto quel cemento".

"Vediamo dall'ultimo rapporto nazionale ISPRA che Pietra Ligure detiene il ben poco invidiabile primato di essere la seconda città, nella classifica di tutta la provincia, come 'consumo del territorio e del suolo', rispetto al totale della Regione, circa l'espansione della cementificazione nel suo territorio comunale - aggiunge CarraraPietra Ligure ha una percentuale di territorio occupato da nuovo cemento pari al 24,09; peggio di Pietra Ligure riesce a fare (superandola, ma di poco) solo Albisola Mare con il 25,45. Questo è un dato che, più che a preoccuparsi, induce, più  che altro, a rassegnarsi perché la situazione appare, ormai, come compromessa. Ci riferiscono che chi guarda Pietra Ligure dal cielo, da un aereo, vede ormai pressoché solo una lastra continua di tetti e cemento, interrotta da sparute chiazze di verde. Infatti, il territorio di Pietra Ligure, di per sé, è piccolo, limitato: ci vuole, anzi, c'è voluto poco per coprirlo di fabbricati. Se il territorio di Pietra non fosse stato 'ingrandito' negli anni '20 con l'incorporazione di quello del soppresso Comune di Ranzi, prevalentemente montano, il territorio pietrese vero e proprio, individuato nelle zone pianeggianti e nelle colline circostanti, sarebbe già pressoché tutto saturo".

"Solo che a qualcuno non sembra mai saturo 'abbastanza', perché si continua a costruire, ma, soprattutto, a lasciar costruire in modo dissennato - sottolinea inoltre l'esponente di opposizione - Ricordiamo quel detto che la speculazione edilizia non può esistere se non dove non si fa niente per fermarla. Non solo il cemento 'avanza' invadendo e occupando tutti gli spazi ancora liberi, in linea perfetta con quanto scritto dal rapporto Ispra secondo il quale '...la perdita annuale di territorio si concentra nelle aree cittadine cancellando proprio quei suoli candidati alla rigenerazione', ma si mira anche ad ingrandire più che si può gli edifici già esistenti. A Pietra Ligure, come abbiamo già avuto modo di scrivere, tutto questo è possibile perché oltre all'applicazione 'benevola' ed estensiva della legge regionale dei 'piani casa', vige una sostanziale 'deregulation' dovuta alla non rielaborazione ed adozione di un nuovo Piano Regolatore, essendo quello precedente scaduto da ben oltre 20 anni".

"Qualcuno che ha interesse a minimizzare la cosa, dirà (come ha già detto in Consiglio comunale) che è una cosa già accaduta a Pietra, perché questo fatto, di un piano regolatore scaduto per un lungo tempo, già successe ai tempi della prima Repubblica - evidenzia Carrara - Già, è vero. Ma la differenza sta nel fatto che nella prima Repubblica le amministrazioni comunali si  succedevano con grande frequenza ed i sindaci cambiavano a ritmo continuo. Oggi, invece, con l'elezione diretta dei Sindaci c'è quella stabilità che allora non era neanche immaginabile, per cui, nella prima Repubblica, ad ogni cambio di Amministrazione, la questione Piano regolatore doveva ricominciare daccapo ed il tempo trascorreva. Oggi la situazione è talmente più stabile che il sindaco De Vincenzi, che amministra Pietra adesso, nel 2023, è lo stesso che già era Sindaco nel 2004. Se si eccettua il quinquennio dell'Amministrazione Valeriani, ma composta in gran parte con Assessori della giunta attuale, la continuità e la stabilità sono in una linea di totale continuità e coerenza per tutti questi ultimi 18 anni, rappresentate dalla stessa persona, anzi: dalla gestione dell'urbanistica e dell'edilizia privata esercitate, per la maggior parte di questi stessi 18 anni, sempre dalla stessa persona. Perché dunque non si vuole fare il nuovo piano regolatore e si procede così, come nelle navigazioni antiche, 'a vista'? Probabilmente, perché è più comodo per chi comanda, in quanto una situazione del genere gli attribuisce enormemente più potere".

"La 'deregulation' nella quale siamo ha effetti perversi perché, col fatto che 'non è possibile nulla e tutto è possibile', porta a casi paradossali per cui, se si trova un accordo con l'amministrazione comunale, alla fine, risulta fattibile, con una 'variante' o col 'piano casa' qualsiasi costruzione, basta che venga trovata la giustificazione, come dicevamo, di una sorta di 'interesse pubblico' a supportarla".

E qui Carrara cita "il caso delle 'ormai celebri' due ville antiche del Trabocchetto, fulcro di un progetto di piano casa' che ne prevede l'abbattimento per farne pura 'volumetria trasferibile', con il premio dell'incremento di quest'ultima, fino al 35%. Questa pratica 'colpisce' perché, nonostante tutte le sue peculiarità, ha avuto un iter rapidissimo, senza che nessuno sentisse il bisogno di valutarla ed esaminarla con più attenzione, pur 'facendo acqua' in pressoché ogni suo aspetto con evidenti errori, incongruenze e contraddizioni di carattere relazionale, ambientale, del rispetto storico, della preservazione di esistenti caverne, degli standards, sui parcheggi, degli aspetti geologici, di quelli viabilistici, ecc... Nonché per essere il primo caso riguardante un grosso edificio che si vuole costruire, addirittura, proprio a ridosso del cimitero, giovandosi, 'fortunatamente' di una gentile riduzione della distanza di rispetto dal cimitero stesso, per caso quasi in concomitanza con l'iter progettuale, ridotta dal Consiglio comunale, il 18 Ottobre 2022, a soli 50 metri, limite 'minimo' di legge. Per di più, in una zona che nel piano regolatore era già di per sé assolutamente 'inedificabile' essendo destinata a 'servizi comunali', ma che, per il fatto che il piano regolatore è 'scaduto' da 20 anni, ora vi si può anche costruire...".

"Ciò ha provocato la levata di scudi di molti cittadini, costituitisi in comitato, specialmente per l'indignazione suscitata dall'abbattimento delle due ville antiche solo per farne 'cubatura trasferibile' - sottolinea una volta di più Carrara - Due ville di oltre 200 anni il cui primo restauro fu effettuato nel 1889 (come attesta un'iscrizione di una una delle quali costruita in 'pietra faccia vista' secondo lo stile eclettico inglese del primo ottocento, che avrebbero dovuto già, di per sé stesse, esser preservate e tutelate direttamente dal Comune in quanto più uniche che rare nell'intero panorama architettonico della città. Invece, la Giunta, su relazione del sindaco De Vincenzi, unico 'competente' sulla materia urbanistica nell'Amministrazione, anche quale detentore delle deleghe all'edilizia privata ed all'urbanistica, il 15 novembre 2022 ha deliberato la Convenzione urbanistica con cui veniva sostanzialmente approvato il piano casa di demolizione delle due ville antiche e di tutta la progettazione che ne è ad esso collegata, compiendo l'ultimo 'passo procedimentale' prima del rilascio del permesso a costruire; la Giunta ha deliberato senza nulla rilevare, senza nulla eccepire: andava tutto bene".

"Nel Consiglio comunale che ha discusso la mozione presentata sull'argomento, il 21 Dicembre 2022, il sindaco si è rifiutato di revocare quella convenzione, che, pur presenta tali e tanti motivi di perplessità sulla sua regolarità, ma ha dovuto comunicare l'avvenuto 'coinvolgimento' della Sovrintendenza ai monumenti, in merito alla storicità ed al pregio architettonico delle stesse due antiche costruzioni. Ma per far ciò, osserviamo noi, c'è stato bisogno che la questione fosse sollevata con un intervento formale nel Consiglio comunale e di una quasi sollevazione popolare. Se questi due elementi non ci fossero stati, la strada verso il permesso a costruire e la conseguente demolizione sarebbe stata spianata. Ci chiediamo e ripetiamo noi: ma il valore storico architettonico delle due ville antiche non poteva rilevarlo lui stesso, il sindaco, 'prima', rinviando alla commissione edilizia la pratica per i più che opportuni approfondimenti? Lui che si vanta di conoscere a menadito tutti gli aspetti urbanistici della città, almeno qualche dubbio non l'ha avuto? Non lo sappiamo, perché in Consiglio comunale, di fronte ad otto pagine di rilievi, osservazioni e richieste di chiarimenti circostanziati, si è rifiutato di dare anche una sola risposta. Conosciamo la serietà della Sovrintendenza ai monumenti della Liguria che, siamo certi, effettuerà con scrupolo la valutazione sul valore storico ed architettonico delle due ville antiche; scrupolo già constatato in passato in ogni circostanza e, addirittura, quando, ad esempio, non esitò a porre 'sotto vincolo' di preservazione un muro di un reliquato di giardino di via Nunzio Cesare Regina".

Carrara conclude la propria riflessione sostenendo come, alla luce di quanto sopra descritto, un nuovo piano regolatore "può diventare anche un intralcio". "Forse questo è il motivo di fondo per cui Pietra Ligure non ha ancora, il piano regolatore: dopo oltre 20 anni - la chiosa del consigliere di minoranza - Forse è questo il motivo per cui a Pietra Ligure i palazzoni crescono come i funghi in Autunno. Forse è questo il motivo per cui l'ISPRA ha certificato che Pietra è ai poco invidiabili vertici provinciali per la cementificazione del suo territorio".

Redazione