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Attualità | 04 gennaio 2023, 10:32

Oggi è la “Giornata mondiale dell’alfabeto Braille”

Nacque il 4 gennaio l’inventore francese del sistema che semplificò la vita a milioni di persone con disabilità visive

Foto Pixabay

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel mondo vi siano 1.3 miliardi di persone con problemi visivi, di cui quasi 36 milioni affette da cecità totale.

Per il non vedente, il Braille è condizione essenziale di una piena autonomia e di una efficace integrazione nel tessuto sociale, scolastico, lavorativo e culturale.

Dal 2007 è stata istituita la Giornata Mondiale dell’alfabeto Braille, il 4 di gennaio, data di nascita di Louis Braille, l'inventore del sistema di scrittura e lettura a rilievo per non vedenti, che porta il suo nome.

Louis nacque a Coupvray, piccola cittadina non lontano da Parigi.

Il padre Simon-René Braille era un artigiano ciabattino. All'età di quattro anni, giocando con gli attrezzi nella bottega del padre, Louis perse tragicamente un occhio. Dopo poco tempo a causa dell'infezione provocata dall'incidente, perderà anche il secondo.

Pur cieco frequentava regolarmente le scuole, ma senza la possibilità di leggere e scrivere.

Nel 1819, all'età di 10 anni, venne accolto nell'Istituto dei Ciechi di Parigi (Institution des Jeunes Aveugles), uno dei primi istituti al mondo per ragazzi non vedenti, fondato venticinque anni prima da Valentin Haüy.

Si trattava di una scuola essenzialmente professionale, dove ai ragazzi veniva insegnato un mestiere che richiedesse abilità manuali, come ad esempio quello dell'impagliatore di sedie.

Nelle pause ricreative e la domenica, i ragazzi erano liberi di passeggiare nel parco, con la particolarità di essere legati assieme con una lunga corda.

Tra le attività c'era anche la lettura attraverso il tatto; i caratteri erano gli stessi usati per la stampa, messi in risalto da un filo di rame collocato sulla facciata opposta del foglio, che il polpastrello dell'indice riconosceva sfiorando il foglio.

Non veniva insegnato loro a scrivere in realtà.

Louis Braille, oltre a ricevere un'istruzione importante, si dedicò alla musica, divenendo abile organista, tanto apprezzato da essere spesso richiesto in varie chiese per le cerimonie religiose.

Era bravo al punto che nel 1827 venne inserito nel corpo docente dell'istituto.

Attraverso l'insegnamento ebbe modo di verificare e analizzare le difficoltà nell'educazione dei giovani non vedenti: nel tempo che un ragazzo cieco impiegava a leggere una riga, un ragazzo dotato della vista riusciva a leggere due pagine.

C’erano stati già diversi studi sull’argomento.

Francesco Lana De Terzi, un gesuita bresciano del 1600, aveva elaborato un modello di codifica tattile, fatto da tavolette in cera, fili metallici, corde con nodi, modelli in legno.

Lo stesso Haüy aveva inventato una stampa in rilievo utilizzando un’apposita penna metallica su carta bagnata.

Nel 1815 Charles Barbier, ingegnere dell’esercito francese studiò un metodo che consentisse l’invio di messaggi dal contenuto segreto, leggibili al buio nelle trincee. Presentò le sue idee proprio all'istituto di Braille qualche anno dopo. Il meccanismo consisteva in un sistema di dodici punti in rilievo che rappresentavano differenti suoni.

Da questo spunto, l'idea geniale di Braille vide la luce nel 1829, quando il ragazzo aveva solo vent'anni.

Braille semplificò la struttura di Barbier, riducendola ad una combinazione di sei punti; per mezzo di questa combinazione diventava possibile rappresentare tutte le lettere dell'alfabeto. Dopo un lungo studio, mise quindi a punto il sistema di scrittura a punti in rilievo che porterà il suo nome.

Lo stesso Braille estenderà il metodo anche alla rappresentazione della notazione musicale e alla matematica.

La combinazione dei punti, da uno a sei, viene punzonata con una disposizione costante, secondo una determinata collocazione nella fascia compresa tra due righe.

La lettera A equivale a un puntino in alto a sinistra; la lettera C corrisponde a due puntini uno accanto all'altro; la lettera G viene raffigurata da quattro puntini, e così via.

Louis Braille applicò subito il suo metodo nell'istituto dove insegnava e pochi anni dopo il nuovo sistema verrà adottato in tutto il mondo.

L'alfabeto tattile inventato da Louis Braille ha consentito ai ciechi di poter leggere e scrivere autonomamente, e quindi comunicare, anche se solo fra coloro che conoscono questo particolare sistema, realizzando una tappa storica nel processo di integrazione delle persone non vedenti nella società.

C’è da aggiungere che in Inghilterra, il dottor William Moon pubblicò nel 1845 la proposta di un alfabeto semplificato, denominato Moon Type, derivato dall’alfabeto latino, in parte ancora utilizzato da chi ha difficoltà di lettura con il Braille.
Louis Braille morì a Parigi a soli 43 anni, il 6 gennaio 1852, a seguito di una grave forma di tubercolosi.

Dal 1952 la sua salma riposa nel Pantheon di Parigi, a riconoscimento della sua opera a favore dell'umanità.

 

Silvano Bertaina

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