Attualità - 04 gennaio 2023, 17:35

Aumento delle tariffe dei treni, i pendolari si smarcano: "Scelte non oculate e da noi mai condivise"

Sotto accusa la Regione e le dichiarazioni dell'assessore Sartori: "Scelta apprezzata? Mai espressi a riguardo. La decisione è politica, aumenti da noi ampiamente contestati negli anni"

"Non ci siamo mai espressi rispetto a questa scelta meramente politica, riguardante aumenti da noi ampiamente contestati negli anni e che rende, inoltre, arduo il calcolo dell’aumento effettivo, visto il peso differente delle due componenti: quanti sono gli abbonamenti e quanti i biglietti?".

Hanno lasciato stupore nei membri del Comitato Pendolari Savona-Genova e di altri comitati di pendolari accreditati ai fini della partecipazione ai tavoli tecnici regionali le dichiarazioni circa la gestione degli aumenti delle tariffe ferroviarie introdotte con l'arrivo dell'anno nuovo rilasciate nelle scorse ore dal neo assessore ai Trasporti ligure Augusto Sartori, il quale "ha affermato che i comitati pendolari 'hanno apprezzato molto' in sede di tavolo tecnico la scelta della Regione di aumentare gli abbonamenti in misura minore rispetto ai biglietti" (leggi QUI).

"Ricordiamo che l'aumento del titolo di viaggio non è dovuto all'inflazione, ma era stato programmato nel 2018 in sede di firma del Contratto di servizio con Trenitalia 2018-2032 attualmente vigente (Vedasi Allegato 6 del CdS 2018-2032, tabelle pag. 30)" puntualizzano i pendolari del comitato, ricordando come questo incremento dei costi per l'utenza fosse, nei programmi, "finalizzato alla copertura da parte della Regione dell'affitto di 48 nuovi treni".

Un'operazione che gli stessi ribadiscono di aver contestato "sin da prima della firma del contratto, perché i nuovi treni sono inadeguati per la Liguria: Rock e Pop non possono viaggiare oltre Imperia, motivo per cui i pochi treni che collegano Genova al Ponente sono costituiti prevalentemente da materiale prossimo alla rottamazione o da Jazz che viaggiano stracolmi. Seppur nuovissimi hanno già provocato notevoli ritardi per guasto, con relativi costi di manutenzione e spesso si presentano con una o due porte rotte per convoglio e prese usb non funzionanti, mentre i Jazz viaggiano periodicamente con l’unico bagno rotto per tragitti anche di 150 km".

"Ma soprattutto - scrivono nella loro nota dal comitato - i treni nuovi hanno una capienza complessivamente inferiore a quella dei treni che sono andati a sostituire, tanto che i Pop vengono fatti circolare in 'doppia composizione', fatto che rende il numero dei treni nuovi utilizzabili inferiore ai 48 dichiarati, senza parlare della grave diminuzione della sicurezza per il mancato presidio del Pop in coda da parte del capotreno che, in caso di emergenza, non può materialmente intervenire prima della sosta in stazione".

"È inoltre ormai di pubblico dominio, finalmente, grazie alle azioni intraprese dal Comitato dei cittadini, pendolari e operatori delle Cinque Terre ricorrenti contro il biglietto maggiorato, che la Regione Liguria con la scelta di affittare questi nuovi treni, paga 147 milioni in più rispetto a quello che avrebbe pagato, al netto del mutuo, se avesse li avesse comprati - proseguono - 147 milioni di euro coperti anche questi con gli aumenti tariffari!".

Questo "senza considerare il fatto che i biglietti dei treni liguri, già prima dell'aumento del 2022, erano del 70% più cari della media dei biglietti di tutte le altre regioni italiane", aggiungono i pendolari.

"Alla luce di ciò, non esprimiamo apprezzamento, ma, sapendo bene che questi aumenti non sono certo gli ultimi e sono anzi programmati ulteriori aumenti fino alla scadenza del contratto nel 2032, siamo sempre più sconcertati dall’essere chiamati in causa per limitare l'impatto mediatico di scelte non oculate e da noi mai condivise" concludono i pendolari liguri.

 

Redazione