Attualità - 29 dicembre 2022, 16:38

La vertenza Sanac sbarca in consiglio comunale a Vado: "80 famiglie che non dormono di notte. La Regione è molto lontana dai nostri problemi" (FOTO)

Ordine del giorno approvato all'unanimità. "Bisogna pensare ad un piano B, all'ipotetico disastro che si può configurare se non venissimo acquisiti o se venissimo scorporati. Allo scenario di un ricollocamento"

È stato approvato all'unanimità in consiglio comunale a Vado Ligure l'ordine del giorno di vicinanza alla vertenza Sanac presentato unitariamente dalla giunta, dalla maggioranza e dalla minoranza.

Nel parlamentino vadese erano presenti tutti i lavoratori dell'azienda controllata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che fornisce materiali refrattari fondamentali per i processi di produzione di acciai e sono state al centro della discussione le problematiche in cui versa lo stabilimento e gli 80 lavoratori.

"Siamo rimasti in 3 attualmente a lavorare poi ci sarà un rientro delle produzioni ma per una settimana, abbiamo una settimana di lavoro al mese e basta e commesse zero - ha spiegato Alessandro Bonorino, rsu Sana e segretario Filctem Cgil - Siamo incappati in questa lunga odissea da anni e siamo 80 famiglie che non dormono di notte. Dobbiamo lavorare in sinergia a livello territoriale e coinvolgere la Regione, l'ultimo incontro è stato veramente una toccata e fuga e non ci meritiamo tutto questo, ci sembrano molto lontani".

"La partità è dura, difficile e complicata. Stiamo aspettando milioni di euro da un debitore che non ci rinnova commesse e non sappiamo quale rapporto ci potrà essere quando ci sarà la risoluzione del bando - ha continuato Marco Giavina, rsu Sanac Femca Cisl -  Questo lavoro che deve diventare sinergico deve anche iniziare a pensare al piano B, all'ipotetico disastro che si può configurare se non venissimo acquisiti o se venissimo scorporati. Vi chiediamo di immaginare uno scenario B, di ricollocamento, non ci sentiamo di non ammettere quelli che possono essere i rischi molto grandi".

"Spesso siete più responsabili voi lavoratori e molto più preparati di chi doveva trattare l'argomento. Siamo ad un punto difficile e deve diventare una vertenza provinciale, 80 famiglie piu l'indotto non sono uno scherzo da poco - ha continuato il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Fabio Gilardi - È prematuro parlare del piano B e speriamo di non arrivarci cercando di risolvere il problema, ma sul nostro territorio si sono create nuove filiere. Se dovesse andare avanti la parte di liquidazione si potrebbe usare la cassa integrazione straordinaria". 

Nel frattempo la vertenza verrà inoltre discussa nel tavolo dello sviluppo economico il prossimo 20 gennaio in Provincia.

"L'approvazione dell'ordine del giorno chiede di intraprendere tutte le iniziative atte a favorire la risoluzione della vertenza SANAC che coinvolge il sito di Vado Ligure, azienda strategica per il territorio regionale e nazionale; al Governo di:

valutare e mettere in atto tutte le possibili azioni volte a mantenere il sito produttivo e l'operatività, confermando la scelta e la lungimirante azione di potenziamento degli investimenti nel settore siderurgico italiano; assumere un’ immediata iniziativa per giungere rapidamente alla sottoscrizione di un protocollo  con azienda, enti locali e Ministero delle imprese e del made in Italy, d’intesa con le organizzazioni sindacali, affinché si garantisca una prospettiva produttiva concreta per lo stabilimento di Vado Ligure; Nell’auspicio che: il Management aziendale e la struttura commissariale  si adoperino ad effettuare tutte le azioni atte a mantenere i livelli occupazionali attuali e a garantire tutti gli investimenti necessari nel sito di Vado Ligure finalizzati a mantenere attivo nel medio-lungo periodo il sito di Vado Ligure anche attraverso carichi di lavoro derivanti da commesse esterne ad ADI".

LA CRONISTORIA

Sanac è un'azienda controllata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, attualmente in amministrazione straordinaria, e fornisce materiali refrattari fondamentali per i processi di produzione di acciai, lavorando per quasi il 60% del suo fatturato per lo stabilimento Acciaierie d'Italia di Taranto.

È stata da sempre legata alle vicissitudini della siderurgia nazionale, anche quando i processi di privatizzazione, a metà anni '90, l'hanno fatta confluire nel Gruppo Riva, che aveva nel contempo acquisito le acciaierie del Paese. Le vicende che hanno travolto lo stesso Gruppo Riva agli inizi degli anni 2010 l’hanno collocata, unitamente agli impianti siderurgici, in amministrazione straordinaria con gestione commissariale.

"Nel 2018, un nuovo accordo con il colosso Franco-Indiano di Arcelor Mittal sulla gestione delle acciaierie ex Ilva, ha aperto uno spiraglio circa il definitivo assetto societario e la conseguente stabilità lavorativa per i circa 300 dipendenti del Gruppo Sanac - avevano spiegato le organizzazioni sindacali in una lettera inviata al neo Ministro delle Imprese e del Made in Italy Alfonso Urso - Nel 2019 ArcelorMittal Italia si aggiudica il primo bando di gara per l'acquisizione di Sanac che tuttavia non perfeziona mai, temporeggiando per anni con fidejussioni bancarie, allo scadere delle quali nel 2022, decadendo il bando stesso, obbliga i commissari a rimettere in vendita la Sanac, attraverso un nuovo ulteriore bando di gara. Questo nuovo bando di gara purtroppo è risultato inutile a causa della mancanza di offerte utili al rilancio del gruppo. Si è proceduto di conseguenza, ad emettere un terzo bando di gara per il quale, come termine per la presentazione delle manifestazioni d'interesse, è indicato il 7 novembre prossimo. Ad oggi non ci sono certezze rispetto alle prospettive produttive del gruppo, mentre si acuiscono le preoccupazioni circa le ricadute occupazionali le cui conseguenze potrebbero avere effetti su diversi territori nazionali (Sanac ha stabilimenti nelle province di Vercelli, Savona, Massa Carrara e Cagliari)".

L’aspetto che desta perplessità e preoccupazione nei sindacati è il comportamento di Acciaierie d'Italia (attuale gestore degli impianti siderurgici ex-Ilva) che da azienda partecipata dallo Stato attraverso Invitalia, ha deciso di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac da circa un anno. 

Due sarebbero le manifestazioni d'interesse presentate per l'acquisizione dell'azienda: RHI e Dalmia.

La prima, multinazionale austriaca, leader mondiale per la produzione di refrattari e la seconda, colosso indiano che si era già presentato al secondo bando per poi ritirarsi. Rhi aveva annunciato sul suo sito di aver acquistato refrattari proprio da Dalmia. Un ulteriore sviluppo che non farebbe star tranquilli i sindacati e i dipendenti.

Lo scorso 12 dicembre poi un ulteriore goccia che aveva traboccare il vaso. Era infatti arrivato il divieto dell'azienda di svolgere l'assemblea sindacale all'interno dello stabilimento per motivi di sicurezza con lo stop all'ingresso principalmente per i lavoratori in cassa integrazione.

Questa la decisione che aveva portato con amarezza e sconcerto i rappresentanti sindacali e dipendenti della Sanac di Vado Ligure a riunirsi nel parcheggio di fronte all'azienda.

L'assemblea era stata disposta per illustrare ai lavoratori gli argomenti trattati durante l'incontro al Ministero a Roma.