Pieni poteri commissariali al presidente dell'Autorità di Sistema Portuale con i lavoratori che passeranno sotto la sua gestione e la cassa integrazione che è stata prorogata fino al 13 dicembre del 2023.
Questi gli sviluppi che sono emersi e che erano già stati preventivati su Funivie nel corso di una riunione tra le organizzazioni sindacali, il presidente dell'Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini e il direttore dell'ufficio territoriale portuale di Savona Paolo Canavese, i comuni di Savona e Cairo Montenotte e l'assessore regionale allo sviluppo economico Andrea Benveduti.
Nella manovra finanziaria quindi saranno presenti importanti sviluppi per far ripartire l'infrastruttura e per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.
"Nel breve periodo ci sono le soluzioni per almeno continuare a dare un sostegno ai lavoratori e la prospettiva è che si riesca a gestire la situazione - ha detto Simone Turcotto, segretario Filt Cgil - la nostra preoccupazione riguarda la ricostruzione dei piloni e abbiamo richiesto la presenza nel prossimo incontro del commissario Vittorio Maugliani. Sul lungo periodo Autorità Portuale ha manifestato l'intenzione di fare studi per rilanciare l'infrastruttura".
"Finalmente è stata una riunione positiva, la cassa integrazione sara prorogata per tutto il 2023, Signorini ha tutti i poteri in mano e potrà procedere per il bando nei prossimi sei mesi per tutti i lavori per far sì che l'infrastruttura possa ripartire. Dal Ministero tramite il decreto hanno dato tutte le risposte" ha continuato Franco Paparusso, segretario Uiltrasporti.
"È stato un incontro positivo e dopo anni di rimandi adesso finalmente abbiamo l'ultima normativa che diventerà operativa con la finanziaria nel quale sono state stanziate le risorse e dati i poteri al commissario per poterla gestire - prosegue Simone Pesce, segretario Csil - il personale passerà sotto Autorità Portuale ed è prevista la cassa integrazione per tutto il 2023. Sull'impianto sono state stanziate le risorse oltre all'intervento di ripristino, per poter occuparsi dei lavori accessori per poter mettere in funzione l'impianto e ci hanno dato l'impegno entro due anni di poter dare in concessione l'impianto. Finalmente si vede la luce in fondo al tunnel".
Il prossimo 11 gennaio si svolgerà un vertice al Ministero per far luce proprio, con tutte le parti in causa, sul futuro dell’infrastruttura.
Lo scorso gennaio il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili tramite il commissario straordinario, aveva pubblicato il tanto atteso avviso esplorativo per individuare gli operatori economici che dovranno occuparsi del progetto per ripristinare le due aree di Savona, località San Lorenzo e Voiana nel quale nel novembre del 2019 sono crollati tre piloni.
L’intervento progettato consisteva nella riattivazione dell’impianto funiviario, tramite interventi di ripristino degli elementi strutturali di sostegno che sono stati ricollocati intervenendo sulla connotazione della linea e sulla sua nuova caratterizzazione.
Nella attuazione degli interventi erano previste le sistemazioni dei versanti interessati dagli eventi franosi, prevalentemente con interventi di ingegneria naturalistica, e opere strutturali e murarie solo in corrispondenza delle opere di sostegno della viabilità, oltre, ovviamente, alle opere di sostegno dei tralicci funiviari.
La scelta della tipologia di intervento privilegerà la stabilità delle opere e della situazione ripristinata, con le migliori condizioni di sicurezza sia per il territorio che per la linea in esercizio.
L’importo complessivo della progettazione esecutiva, dei lavori ed oneri compresi nell’appalto, si attesta sui 3 milioni 817mila 491 euro di cui 1 milione e 531mila 411 euro per gli impianti per la mobilità sospesa, 1 milione e 243 mila 893 per le opere strutturali speciali e 974 mila 694 euro per le opere di ingegneria naturalistica.
Il Ministero delle Economie e delle Finanze, dopo diverse battaglie politiche e sindacali, in prima battuta aveva deciso di stanziare 4.5 milioni di euro e successivamente un ulteriore milione.
Dopo l'aggiudicazione però il commissario Maugliani aveva annunciato che l'impresa che aveva vinto la gara per il ripristino delle parti danneggiate era stata messa in mora perché non aveva rispettato i criteri di gara e il progetto. A questo punto dovrà essere istituito un nuovo bando con le tempistiche si sono prolungate ulteriormente.