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Attualità | 22 dicembre 2022, 09:52

La peste suina arriva anche a Sassello, Coldiretti: "A quasi un anno dall’inizio dell’epidemia continuiamo a versare in una situazione di grave ritardo"

"Le istituzioni agiscano concretamente. Il territorio deve essere tutelato e messo in sicurezza, senza se e senza ma"

La peste suina arriva anche a Sassello, Coldiretti: "A quasi un anno dall’inizio dell’epidemia continuiamo a versare in una situazione di grave ritardo"

“È notizia di ieri il ritrovamento del primo caso accertato di peste suina africana nel savonese. L’animale è stato ritrovato nella zona di Sassello, nella valle dell’Erro. Una diretta conseguenza del fatto che fino ad oggi non si è ancora proceduto agli abbattimenti disposti dal PRIU, cosa che rende la situazione ancora più inaccettabile” commentano amaramente Marcello Grenna Antonio Ciotta, Presidente e Direttore di Coldiretti Savona.

“Come Coldiretti – continuano – abbiamo a più riprese ribadito la necessità di abbattere gli ungulati proprio perché temevamo una diffusione incontrollata dell’epidemia e conseguenti danni al nostro entroterra, alla sua agricoltura, all’economia, al turismo e alla sicurezza dei cittadini. Abbiamo avuto ben modo di appurare a più riprese che i cinghiali rappresentano il principale veicolo di propagazione della Peste suina africana (PSA), con oltre 2,3 milioni di animali che stringono d’assedio città e campagne, da Nord e Sud della Penisola. Il mancato rispetto delle disposizioni del PRIU lede l’intero territorio provinciale e regionale, aumentando anche l’invasione degli animali e i conseguenti danni alle colture della zona e alla sicurezza delle persone”.

L’area interessata rientra tra le località della provincia di Savona interessate fin dall’inizio dell’epidemia da misure restrittive e controlli finalizzati al monitoraggio della situazione sanitaria e infettiva legata al sovrappopolamento dei cinghiali. Nonostante questo, però, “a quasi un anno dall’inizio dell’epidemia e continuiamo a versare in una situazione di grave ritardo, con misure non congrue e un numero di abbattimenti assolutamente inadeguato – incalzano ancora Grenna e Ciotta – tutti fattori che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione e rendere ancor più pesante l’emergenza in cui tuttora versano i nostri territori. È un disastro economico, sociale e in termini di sicurezza, sia per l’agricoltura che per il turismo e tutti gli altri settori che si trovano coinvolti. Una situazione che, rispetto al 27 dicembre 2021, quando è stata accertata la presenza della PSA sul territorio regionale, non solo non è cambiata, ma continua a peggiorare”.

Il PRIU prevede l’abbattimento fino a 35.451 cinghiali, vale a dire il 180% di quanto fatto nell'ultimo anno. “La Regione è stata già sollecitata anche dal Ministero della Salute – concludono il Presidente e il Direttore di Coldiretti Savona – ad attuare quanto prima le misure previste dal piano integrato di eradicazione, ma ancora nulla è stato fatto. Il territorio deve essere tutelato e messo in sicurezza, senza se e senza ma”.

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