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Attualità | 15 dicembre 2022, 08:27

Salari, welfare e pensioni. Cgil e Uil scendono in piazza: "La manovra del governo Meloni è assai sbagliata per non scioperare"

La manifestazione si terrà domani, venerdì 16 dicembre, a Genova

Salari, welfare e pensioni. Cgil e Uil scendono in piazza: "La manovra del governo Meloni è assai sbagliata per non scioperare"

Una settimana di scioperi a livello regionale, dal 12 al 16 dicembre, con iniziative in tutti i territori.

"Non è una protesta 'contro', quella indetta dalla Cgil e dalla Uil. È una manifestazione 'per'. È una mobilitazione per una legge di Bilancio 'più giusta per le persone, più utile per il Paese”. Mentre è la manovra del governo Meloni ad essere “contro”. Perché è una finanziaria contro il lavoro e sbagliata, e deve cambiare", commentano Andrea Pasa (Cgil Savona) e Sheeba Servetto (Uil Savona).

"Riforme vere per il futuro del Paese - Cgil e Uil chiedono riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato".

"Affrontare l’emergenza salariale - In cima alle richieste di Cgil e Uil c’è l’esigenza di innalzare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35mila euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale)". 

"Salario minimo e diritti universali - E’ fondamentale conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai contratti collettivi nazionali un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali. E occorre eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo". 

"Un fisco progressivo - Sul fronte del fisco, è necessaria  una riforma che rispetti il principio della progressività , è indispensabile una tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà", proseguono. 

"Via la legge Fornero - Oltre a esigere la rivalutazione delle pensioni, risorse per il diritto all’istruzione e per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia, chiediamo ad alta voce la cancellazione della legge Fornero. Bisogna invece introdurre l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi". 

"La flat tax: mannaia sul lavoro dipendente - Tutto questo se si vuole un Paese più giusto. Ma se il governo manterrà la manovra economica così come l’ha disegnata, farà capire che un Paese più giusto non è nel suo programma. Questa legge, infatti, “proprio mentre l’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, premia gli evasori e, con la flat tax fino a 85mila euro per il lavoro autonomo, rende ancora più ingiusto il sistema fiscale, sempre più scaricato sul lavoro dipendente, che a parità di reddito paga il triplo". 

"Dai voucher ai tagli: come colpire i più deboli - Così com’è congegnata, questa legge di Bilancio 'aumenta la precarietà di giovani e donne, allargando l’utilizzo dei voucher, che considerano il lavoro merce, senza diritti e senza tutele”. E nello stesso tempo “taglia le risorse a sanità e scuola, che pagano pesantemente il prezzo dell’inflazione; colpevolizza e colpisce i più poveri, andando verso l’abolizione del reddito di cittadinanza; non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali pubblici e per il trasporto pubblico'".

"Pensioni: al peggio non c’è fine - Ultimo boccone e capitolo amaro: il governo cambia il meccanismo di adeguamento delle pensioni all’inflazione e 'rende ancora più penalizzante e discriminante l'opzione donna'. Si peggiora la situazione attuale con quota 103 che prevede i due requisiti: 62 anni di età e 41 di contributi".

"I motivi per scioperare sono troppi, purtroppo. Bisognerà riempire le piazze e alzare la voce. La Cgil e la Uil di Savona prenderanno parte alla manifestazione in programma a Genova, domani venerdì 16 dicembre, a partire dalle ore 9.00 con concentramento davanti alla stazione di Principe", concludono Pasa e Servetto.

Comunicato stampa

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