Eventi - 14 dicembre 2022, 07:31

Piccolo è (bello) fragile. Le esperienze turistiche dei piccoli borghi al DEDECO di Finale tra identità, reti e innovazione (FOTO e VIDEO)

Aperta la due giorni della conferenza dove diverse realtà territoriali e i molteplici volti del turismo si raccontano nel segno di una valorizzazione e uno sviluppo sostenibile

Liguria archetipo del "piccolo e fragile" ma anche del bello. Un territorio chiamato quotidianamente a confrontarsi sia con le peculiarità positive delle piccole e molteplici comunità, sia con la sua vocazione turistica. 

Innovare e rinnovare è quindi la grande sfida a cui la nostra terra è stata chiamata in questi ultimi decenni. Una sfida raccolta da Finale Ligure, meta scelta dalla rete d'imprese De.De per la sua conferenza 2022 “Piccolo è (bello) fragile. Maneggiare con cura”, una due giorni con 3 sessioni e 30 relatori durante la quale interrogarsi sul ruolo del turismo nelle dinamiche di sviluppo e gestione dei territori più piccoli e marginali, superando la narrazione più classica, standardizzata e celebrativa fine a se stessa dei borghi.

Alta è l'attenzione posta dalla politica e dal mercato ai territori e ai comuni interni, ai piccoli centri e ai borghi. Partendo da questa considerazione e con una visione della "destinazione" intesa come luogo coi propri valori identitari che lavora non seguendo una domanda proveniente dall'esterno e incentrata esclusivamente sul turista, piuttosto assecondando le esigenze di chi lo abita, ecco il "fil rouge" seguito da StudioWiki, Itur e Ideazione nell'organizzazione della conferenza.

"C'è molta attenzione in termini di finanziamenti, di risorse, di Pnrr intorno ai 'paesi' come piace chiamarli a noi - ci spiega Federico Alberto di StudioWiki - e allora ci pareva necessario, utile, sederci intorno a un tavolo, passare due giorni insieme al mondo del turismo, ai destination manager, alle destinazioni turistiche e agli operatori nazionali per lanciare un ragionamento intorno a tre macro temi: l'identità, intesa anche in chiave comunicativa come posizionamento, le reti, perché quando si è piccoli bisogna necessariamente collaborare, e l'innovazione, non come un'etichetta da 'appiccare' a qualsiasi cosa ma provarla dove meno ci si aspetterebbe di trovarla".

Insieme si sono ritrovati diversi volti di quello che è per gli organizzatori il "Destination Design", dal management di esso alla sua promozione con marketing annesso fino alla commercializzazione delle destinazioni. Tutto attraverso i mille volti del turismo in Italia: "Da chi è sindaco di un paese e prova a mettere in moto delle energie sulla sua comunità; organizzatori di eventi che non guardino unicamente all'evento come qualcosa di animazione territoriale ma come strumento di posizionamento di quel territorio a livello nazionale e internazionale; i professionisti della materia e delle suggestioni, delle visioni in apertura di ogni panel".

Particolare curiosità e trasporto in questo l'ha creata Federico Chierico, agricoltore biellese trasferitosi anni fa con la famiglia in Val d'Aosta dove ha dato vita, insieme a un socio, a un'azienda che produce oltre 70 diverse qualità di patate. Al centro del suo intervento il concetto di identità nella sua ricerca e nella sua essenza.

Riflettere e interrogarsi su quali siano gli elementi che possano andare a braccetto con lo sviluppo territoriale sostenibile e sano è quindi il filo conduttore degli interventi, come detto numerosi e variegati. "Finale è la location ideale da questo punto di vista - afferma Enrico Ferrero, amministratore di Ideazione - perché ha saputo ripensarsi e ancora oggi lavora in maniera sostanziale sull'equilibrio tra l'affluenza turistica e la capacità sostenibile dei territori. Da qui siamo partiti per provare a capire su come anche gli altri territori più marginali del nostro Paese possano costruire dinamiche di sviluppo turistico che vadano a incidere anche sullo sviluppo territoriale".

Da una destinazione con un passato, quindi un'identità da valorizzare nel presente nella quale si riconoscano innanzitutto la comunità residente e poi anche quella temporanea, si arriva a una visione del futuro.

In questo solco l'esperienza, tra le altre, proprio di Finale, portata non solo dal sindaco Ugo Frascherelli che ha sottolineato le logiche di comprensorio con le quali si è lavorato nel recente passato e si continua a fare nel presente: "La Liguria è un paese di paesi, in questi anni indubbiamente dei passi in avanti si sono fatti in tal senso - spiega - pensiamo al processo che ha portato all'istituzione della tassa di soggiorno, anche consapevoli che chi viene in vacanza un mese da noi non rimane sempre nello stesso posto. Per quanto riguarda il Finalese, siamo riusciti a contribuire a dare vita a due strutture interessanti però è importante riuscire a far rete con tutto l'ambito ligure".

Un territorio che, aggiunge il primo cittadino, ha saputo reinventarsi e innovarsi rispetto al suo passato industriale "riscoprendo la sua vocazione turistica, per la quale deve non solo guardare al mare ma anche al suo entroterra, la sua particolarità e una natura sostanzialmente incontaminata. Apprezzati particolarmente da chi arriva da fuori".

A questa testimonianza si è aggiunta anche quella di Enrico Guala del consorzio "Finale Outdoor Region": un esempio di rete, seconda grande macroarea di dibattito affrontata nella prima giornata.