Attualità - 09 dicembre 2022, 12:38

Finanziaria, la Filcams di Savona scende in piazza: "Non tiene conto dei bisogni dei lavoratori"

Lo sciopero si terrà venerdì 16 dicembre a Genova

Venerdì 16 dicembre in Liguria sciopero generale Cgil e Uil contro la finanziaria nella manifestazione regionale in programma a Genova. "La Filcams di Savona scenderà in piazza in uno sciopero di 8 ore per dire che la finanziaria del governo Meloni è iniqua e ingiusta, soprattutto non tiene conto dei bisogni dei lavoratori del settore - spiega Giovanni Tiglio, segreteria Filcams Cgil Savona - Settori quelli del terziario, turismo e servizi, che vedono i lavoratori già in forte difficoltà rispetto al livello contrattuale dei salari, contratti collettivi nazionali scaduti, precarietà che nel nostro territorio raggiunge l'80% delle nuove assunzioni".

"Il settore del commercio nella nostra provincia conta quasi 2000 addetti tra supermercati e ipermercati  intorno ai 500 addetti di minimercati e 1700 addetti nell'ambito dei negozi specializzati Gdo, persone che hanno affrontato questi ultimi anni in prima linea durante la pandemia, sempre aperti, ed in attesa di un rinnovo dei Ccnl di settore scaduti ormai da gennaio 2019, nelle trattative del settore del commercio e Gdo, dove esistono 4 Ccnl diversi (Confcommercio, Confesercenti, Dmo e Distribuzione cooperativa), si registra una posizione delle parti datoriali che denunciano che l'impennata dei costi si è mangiata tutta la marginalità che avevano, e laddove questa non era presente ha prodotto ulteriori buchi di bilancio, dichiarazione enfatizzata come posizione di parte, in parte oggettiva sicuramente ma molto stringente e che lascia poco spazio ad aperture". 

"Le imprese del settore denunciano di avere recuperato sui prezzi-solo una parte- dei costi che hanno sostenuto in più. La risposta della Filcams è che i lavoratori invece non hanno avuto assolutamente nessun aiuto, loro, che hanno traghettato il settore in prima linea durante la pandemia non hanno recuperato nulla, hanno ricevuto bonus qua e la, i famosi una tantum, ma ahimé non si mangia una tantum e le bollette non si pagano una tantum". 

"La battuta di arresto da parte delle associazioni datoriali sui tavoli di rinnovo trova  una preoccupante sponda nelle misure promesse dal governo attuale. Quando sentiamo parlare di fringe benefits fino a 3000 euro esentasse, in un momento in cui le trattative per i rinnovi dei Ccnl vanno a rilento o sono del tutto ferme e dove le associazioni datoriali prendono tempo e parlano di una tantum anche elargita in buoni spesa, il disegno appare piuttosto chiaro".

"Come se tutto si potesse risolvere facendo leva sul bisogno impellente delle persone barattando la dignità contenuta in un ccnl con qualche buono qua e là gettato con carità. La posizione della Filcams è chiara, servono interventi immediati in manovra a sostegno dei salari e servono i rinnovi contrattuali di settore. C'è bisogno di mettere subito mano al problema salariale e questa manovra non lo fa lasciando indietro migliaia di persone del nostro territorio". 

"Partiamo dal presupposto che le dinamiche inflazionistiche nel 20/21 sono state marginali o addirittura nulle nelle dinamiche del costo della vita, quello che è successo nel 2022, per la prima parte dell'anno ha riguardato prevalentemente i costi energetici e nella seconda parte dell'anno si sta sviluppando su tutti i costi, a cominciare da quelli del carrello della spesa con livelli di inflazione che superano il 10%". 

"Tutto ciò aggrava ancor più la mancanza dei rinnovi contrattuali portando in primo piano la vera emergenza salariale e sociale presente nel nostro paese. La perdita del potere di acquisto dei salari in questa fase rischia di raggiungere se non li ha già raggiunti livelli di assoluta insostenibilità per i lavoratori del settore di fronte a un tale quadro, in cui gli aumenti contrattuali non sarebbero nemmeno sufficienti a pareggiare il peso della spinta inflattiva si era chiesto di aumentare la de-contribuzione dal 2 al 5%, recuperando così almeno una mensilità e di detassare gli aumenti previsti con i contratti nazionali, la risposta contenuta nella manovra e' l'opposto di tutto ciò, oltre a non mettere mano al problema salariale dei lavoratori dipendenti reintroduce i voucher, creando un danno enorme soprattutto al settore del turismo del nostro territorio, in termini di qualità del servizio e di rispetto dei diritti e delle tutele di lavoratrici/ori". 

"Le scelte di questa manovra vanno di fatto a sommare precarietà a quella già esistente e forniscono una pericolosa sponda alle forme di lavoro nero e grigio, vera piaga del settore nel nostro territorio", conclude Tiglio. 

Comunicato stampa