"I 'Verdi' Finalesi si complimentano con i Sindaci e gli Operatori tutristici del 'Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri' per aver conseguito, primi in Liguria, la 'CETS' (Carta Europea del Turismo Sostenibile). Si ricorda brevemente che questo 'Parco' venne istituito per ultimo in Liguria nel 2007, grazie alla lungimiranza degli Amministratori locali di allora. Un territorio fortunato del nostro Ponente che ha trovato una intelligente convergenza di interessi tra la componente politica e gli operatori economici innamorati delle originali bellezze naturalistiche". Così Gabriello Castellazzi, Portavoce dei “Verdi” Finalesi.
"Infatti questo riconoscimento europeo ('CETS') premia la collaborazione tra tutti i portatori di interesse verso quella tutela del patrimonio naturale-culturale che è capace di promuovere la qualità della vita della popolazione residente - prosegue Castellazzi - In questo modo il 'Parco' diventa 'laboratorio di buone pratiche legate alla sostenibilità dei luoghi nei quali sperimentare progetti innovativi che costituiscano un modello al di fuori del territorio tutelato' proteggendo il paesaggio e la preziosa 'biodiversità'. Circa il valore della 'biodiversità' in Liguria non possiamo dimenticare che 'Italia Nostra – Sezione di Savona', nel lontano 1970 'per l'esigenza di migliorare il rapporto tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda' propose, attraverso la pubblicazione di uno studio completo sotto il profilo scientifico (caratteristiche geografiche ed economiche, flora, fauna, geologia) e storico (preistoria, età romana e medievale), la creazione del 'Parco Naturale del Finalese' (che sarebbe invece stato il primo in Liguria), in quanto 'area particolarmente meritevole di conservazione e valorizzazione'".
"Questo 'Parco' non nacque per l'assurdo parere negativo di alcuni sindaci locali, quando la Giunta ligure, grazie all'Assessore Regionale Franco Zunino, era invece assolutamente favorevole alla sua istituzione. Purtroppo l'attuale Amministrazione Regionale ha fatto addirittura cancellare la relativa norma istitutiva. Nel 'Parco delle Alpi Liguri' le caratteristiche geologiche legate al 'carsismo' (grandi cavità accessibili) e l'elevato numero di specie endemiche (notevole 'biodiversità') hanno un'importanza simile a quella del tanto sognato 'Parco del Finalese' ('Il Parco che non c'è')".
"E' opportuno, a questo punto, tracciare almeno a grandi linee i valori del 'Parco delle Alpi Liguri' - continua il Portavoce dei 'Verdi' Finalesi - 'una terra alta di frontiera, che guarda verso il mare'. Questa è la definizione più diffusa e corretta di un territorio ubicato all'estremo Ponente ligure, tra il confine francese, il Mar Tirreno e il Piemonte. Un territorio di circa 6000 ettari compreso in otto Comuni: Cosio d'Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pigna, Rezzo, Rocchetta Nervina, Molini di Triora e Triora e che può essere suddiviso in quattro zone di grande importanza naturalistica: Il 'Pian Cavallo', con estese coperture boschive associate a una zona carsica di rilievo europeo (la 'Gola delle Fascette'); i monti Saccarello (foto), Fronté e Monega, capisaldi della dorsale montuosa più elevata della Liguria, con panorami unici e praterie estese; il comprensorio dei Monti Gerbone, Toraggio e Pietravecchia (che ospita un elevato numero di specie endemiche il cui substrato geologico è unico nell'ambito dell'intera catena alpina; la 'Foresta Demaniale Testa d'Alpe', insieme alla Valle del Torrente Barbaira, che ospita boschi, laghetti e cascate di grande pregio paesaggistico".
"Le rocce sedimentarie stratificate, i calcari marnosi, le argilliti, le arenarie e il calcare dolomitico hanno progressivamente formato il paesaggio in seguito ad un processo orogenetico durato circa 250 milioni di anni. Il risultato è sotto i nostri occhi: cime aguzze, ampi solchi vallivi con terreni a morfologia morbida in grado di ospitare attività antropiche (selvicoltura, agricoltura, allevamento). La natura mineralogica delle rocce ha inoltre favorito l'erosione ipogea con la formazione di laghetti, cascate e grotte profonde. L''Ente Parco' dimostra di saper valorizzare la storica integrazione tra natura e cultura in luoghi uniti dalla comune radice ligure-occitana. L'impegno costante è quello di consentire lo sviluppo di attività eco-compatibili del tempo libero all'aria aperta, aiutare le attività umane tradizionali del lavoro legato al bosco, all' allevamento in spazi aperti (foto) e alle produzioni agricole di qualità. Il Parco è attravesato per circa 45 Km. dal sentiero dell' 'Alta Via dei Monti Liguri' (che lo unisce al Finalese) ed è collegato alla 'Via Alpina' per altri 35 chilometri). L'offerta turistica indica gli itinerari di mountain bike, trekking a cavallo, arrampicata sportiva, parapendio, canyoning lungo i torrenti Barbaira e Argentina, oltre a 'percorsi tematici' (fioriture, ecc.)".
"In conclusione: si devono almeno citare ancora Triora (l'isteria della caccia alle streghe) le sue frazioni di Monesi (da ricordare per il passato di stazione sciistica, in declino per il riscaldamento globale) e la stupenda Raldo (foto), la 'Cucina Bianca' di Mendatica (una delle tradizioni gastronomiche più originali dell'arco alpino) e il rinnovato interesse per l' 'Internazionale Situazionista': una corrente artistica che ci lega alla cultura europea (Pegeen Guggenheim e Guy Debord) nata in Cosio d'Arroscia nel 1957 e che attrae in questo piccolo Comune sempre più visitatori, non solo grazie allo stupendo paesaggio sulla vallata che porta acqua preziosa ad Albenga, ma anche per le sue valenze culturali" conclude infine Castellazzi.