Inammissibile la class action contro Autostrade. Il tribunale di Roma ha messo la parola fine, salvo improbabile appello, all'azione mossa dai consiglieri regionali Ferruccio Sansa e Roberto Centi, portata avanti insieme all'avvocato e consigliere comunale Mattia Crucioli attraverso la quale venivano chiesti rimborsi fino a 3mila euro per i cittadini liguri che hanno subito danni causati dai cantieri sulle autostrade dopo il crollo del ponte Morandi.
“Non pare, - si legge nella sentenza - dalla prospettazione del ricorso, che queste situazioni siano dedotte come successive ed autonome violazioni degli obblighi manutentivi e di custodia e non piuttosto come conseguenze necessarie ed inevitabili della violazione di tali obblighi nel periodo anteriore al crollo del viadotto Polcevera; in questo secondo senso si deve osservare che esse sono, in parte, future e quindi che non potrebbero essere dedotte come condotte illecite causative di danno ma solo quali componenti o fattori causali di un danno non ancora concretizzatosi nella sua interezza”.
“Sono contentissimo di aver portato avanti questa battaglia, non abbiamo piegato la testa – ha commentato Sansa a La Voce di Genova - valutiamo se fare appello, ma abbiamo di fronte un colosso. Ricorrere in appello significherebbe rischiare di rimetterci centomila euro, e con questa azione ne abbiamo già spesi più di diecimila”.
Sansa ha commentato la notizia con un lungo post su Facebook: “Era Davide contro Golia, lo sapevamo. Era una battaglia coraggiosa e difficile: noi con un avvocato (grazie Mattia Crucioli). Autostrade che si è presentata in aula con 13 legali. Loro avevano mezzi illimitati. Miliardi”.
Alla class action hanno aderito oltre tredicimila cittadini liguri.