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Attualità | 20 novembre 2022, 11:00

Sanac di Vado, due le manifestazioni d'interesse per l'acquisizione. Bonorino (Cgil): "Attendiamo convocazione del Mise, teniamo alta l'asticella dell'attenzione" (VIDEO)

Mercoledì prossimo previsto un vertice con i consiglieri regionali

Sanac di Vado, due le manifestazioni d'interesse per l'acquisizione. Bonorino (Cgil): "Attendiamo convocazione del Mise, teniamo alta l'asticella dell'attenzione" (VIDEO)

Rhi e Dalmia. Queste le due società che hanno presentato la manifestazione d'interesse per l'acquisizione di Sanac e dell'azienda di Vado Ligure l'attenzione è alta dopo anni di difficoltà.

La prima, multinazionale austriaca, leader mondiale per la produzione di refrattari e la seconda, colosso indiano che si era già presentato al secondo bando per poi ritirarsi.

La settantina di famiglie dello stabilimento vadese attendono risposte e dopo lo sciopero dell'11 novembre, venerdì scorso le organizzazioni sindacali e l'rsu aziendali sono state ascoltate dai commissari straordinari e da lì sono emerse le novità che comunque non fanno stare serenissimi sia i sindacati che i dipendenti.

"Ci hanno detto che la cassa dovrebbe rimanere nella quota del 55-60%, hanno una liquidità che ci consente di arrivare a gennaio-febbraio per poi finalizzare questa vendita, però hanno 24milioni di crediti da riscuotere da Acciaierie Italia (sono aumentati di 1 milione, erano 23 milioni) che come già si sapeva non ha partecipato al bando - dice Alessandro Bonorino, Filtcem Cgil, rsu Sanac Vado - Nel coordinamento sindacale abbiamo deciso che aspettiamo di fare lo sciopero e attendiamo l'incontro con il Mise. Vogliamo comunque alzare l'asticella sull'attenzione, non possiamo permetterci di rischiare che salti tutto.

Nel frattempo mercoledì 23 novembre è stato calendarizzato un incontro con i capigruppo regionale e il presidente Giovanni Toti, dove i sindacati chiederanno agli stessi di farsi carico e perorare la loro causa. 

Nel video Alfonso Solenghi, lavoratore Sanac: 

Sanac è un'azienda controllata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, attualmente in amministrazione straordinaria, e fornisce materiali refrattari fondamentali per i processi di produzione di acciai, lavorando per quasi il 60% del suo fatturato per lo stabilimento Acciaierie d'Italia di Taranto.

È stata da sempre legata alle vicissitudini della siderurgia nazionale, anche quando i processi di privatizzazione, a metà anni 90, l'hanno fatta confluire nel Gruppo Riva, che aveva nel contempo acquisito le acciaierie del Paese. Le vicende che hanno travolto lo stesso Gruppo Riva agli inizi degli anni 2010 l’hanno collocata, unitamente agli impianti siderurgici, in amministrazione straordinaria con gestione commissariale.

"Nel 2018, un nuovo accordo con il colosso Franco-Indiano di Arcelor Mittal sulla gestione delle acciaierie ex Ilva, ha aperto uno spiraglio circa il definitivo assetto societario e la conseguente stabilità lavorativa per i circa 300 dipendenti del Gruppo Sanac - avevano spiegato le organizzazioni sindacali in una lettera inviata al neo Ministro delle Imprese e del Made in Italy Alfonso Urso - Nel 2019 ArcelorMittal Italia si aggiudica il primo bando di gara per l'acquisizione di Sanac che tuttavia non perfeziona mai, temporeggiando per anni con fidejussioni bancarie, allo scadere delle quali nel 2022, decadendo il bando stesso, obbliga i commissari a rimettere in vendita la Sanac, attraverso un nuovo ulteriore bando di gara. Questo nuovo bando di gara purtroppo è risultato inutile a causa della mancanza di offerte utili al rilancio del gruppo. Si è proceduto di conseguenza, ad emettere un terzo bando di gara per il quale, come termine per la presentazione delle manifestazioni d'interesse, è indicato il 7 novembre prossimo. Ad oggi non ci sono certezze rispetto alle prospettive produttive del gruppo, mentre si acuiscono le preoccupazioni circa le ricadute occupazionali le cui conseguenze potrebbero avere effetti su diversi territori nazionali (Sanac ha stabilimenti nelle province di Vercelli, Savona, Massa Carrara e Cagliari)".

L’aspetto che desta perplessità e preoccupazione nei sindacati è il comportamento di Acciaierie d'Italia (attuale gestore degli impianti siderurgici ex-Ilva) che da azienda partecipata dallo Stato attraverso Invitalia, ha deciso di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac da circa un anno.

 

 

Luciano Parodi

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