Politica - 18 novembre 2022, 16:30

Futuro di Finale Ambiente tra programmi, servizi e dubbi. La minoranza consiliare: "Realtà storica, va salvaguardata"

Preoccupazione sul destino della partecipata per il post passaggio all'Ato unico dei rifiuti provinciali: attenzione al mantenimento dei livelli occupazionali in pole, programmazione e igiene cittadino le altre questioni

Salvare una realtà "invidiata e stimata da parecchi" anche quando questa perderà, col passaggio all'Ato unico provinciale dei rifiuti, quello definibile come il proprio core business, ovvero la gestione dell'igiene urbana.

Eppure sulla definizione del futuro della società partecipata Finale Ambiente, di cui nelle ultime due settimane il Consiglio Comunale ha votato il controllo analogo infraperiodale al 31 agosto dell'anno in corso e quello "ex ante" sui programmi nel prossimo triennio, qualche perplessità o comunque un alto livello d'attenzione permangono da parte delle minoranze consiliari finalesi.

"Una volta la società era nata con una sua vocazione, quella legata alla nettezza urbana. Ora perdendola e quindi venendo meno circa il 60% del suo business, cosa ne resterà? Si andranno a vendere le bibite nell'area camper come scritto nel controllo ex ante?" è la domanda un po' provocatoria del consigliere Paolo Folco de "Le Persone al Centro", gruppo che non ha mai nascosto come avrebbe gradito decisamente altri piani per la società.

"Forse si sarebbe potuto lottare di più per concorrere con Sat, e qualche passaggio in tal senso era anche stato fatto. Poi ci sta che a prevalere sia stata la società vadese, ma a quel punto qualche carta da giocarsi in maniera diversa la si poteva avere, come ad esempio diventare una 'succursale' per il comprensorio" continua Folco, non senza preoccupazione per ciò che invece sarà il futuro degli altri servizi: "Nel programma si citano alcuni interventi senz'altro pensati per salvare l'azienda, anche la stessa questione dei parcheggi a pagamento nei fine settimana in Borgo, vi sono parole come razionalizzazione ed efficientamento: un programma misero che andava pensato meglio prima di arrivare a questo punto".

Preoccupazioni circa la programmazione condivise anche dalla collega di "Per Finale" Tiziana Cileto, la quale, oltre a ricordare la valenza sociale con la quale nacque la partecipata finalese "per dare lavoro a persone della zona spesso con difficoltà, e su questo punto era una sicurezza", si è detta preoccupata come il sindaco stesso sulle tempistiche del passaggio all'Ato unico: "Pur essendo questo un atto dovuto, non mi sono mai trovata in accordo col conferire l'incarico a una sola azienda della quale abbiamo anche dovuto acquisire delle quote - afferma -. Ciò che ora mi preoccupa, è la definizione dei patti parasociali e la funzione sociale, ovvero quella del mantenere i posti di lavoro: fino ad adesso è stato garantito a voce che i dipendenti resteranno tali e sempre su questo territorio, però finché non è nero su bianco come siamo sicuri che ciò avvenga?. Potrebbe capitare che un lavoratore proveniente da Finale sia necessario ad Albisola, ed è altrettanto chiaro che a parità di stipendio questo ne abbia un danno economico dovuto ai costi degli spostamenti".

Altro aspetto da valutare è poi quello di come il cambio di gestore potrà influire sulla realtà cittadina finalese nella cura del territorio: "La Finale Ambiente rimane una grande potenzialità per il nostro comune, alcune cose sono migliorabili ma già nel tempo è stato fatto molto, ma come tale va difesa - aggiunge la consigliere della Lega, Marinella Geremia che già nel parlamentino finalese aveva sollevato l'obiezione -. Vedremo ora cosa cambierà, importante è però si venga ad avere un miglioramento di un servizio fondamentale per una cittadina turistica come la nostra".

Su questo punto toccherà a Sat lavorare e al Comune intervenire. Intanto proprio l'Amministrazione avrebbe pensato un'alternativa per i servizi ancora in capo alla sua partecipata come il porto, il diserbo o altri, in collaborazione con quel che rimarrà di Albisola Servizi: "Progetti al momento paiono essercene pochi, mi auguro che questo probabile accordo possa essere una soluzione ma temo sia ancora molto lontano nel tempo e non vorrei si creasse una società unica per avere dei numeri, caricandosi sulle spalle un'altra realtà molto diversa" ammonisce Cileto, lanciando poi una proposta: "Perché non tentare di dare un futuro alla Finale Ambiente affidando a lei, anziché a dei privati, con la giusta formazione del personale, la gestione del nostro patrimonio sentieristico?".

"Mi pare si rischi di smembrare un'azienda perdendo quello che è sempre stato il senso proprio della Finale Ambiente e il suo know how. La mancanza di un manager? Visto che al momento non si vede una linea programmatica chiara un professionista serio che dia un senso al traghettamento e faccia vedere la luce in fondo al tunnel potrebbe essere utile" chiosa invece Folco.