Una storia che ha avuto dopo tante, tantissime vicissitudini un lieto fine.
È arrivata oggi ad Albisola Superiore grazie ad una catena della solidarietà con pochi eguali, una famiglia afgana, composta da padre, madre e due figlie (una delle due, ex allenatrice della nazionale dell'Afghanistan di volley, Gulaghai Hekmat) che erano in Iran scappati dal regime dei talebani.
Nei mesi scorsi, grazie all'interessamento dell'ex consigliere comunale Franco Tessore, il comune aveva messo a disposizione i locali al Santuario della Pace e lo stesso sindaco Maurizio Garbarini aveva scritto all'ambasciatore d’Italia a Teheran Giuseppe Perrone e all'ambasciatore della Repubblica Islamica d’Iran in Italia, Hamid Bayat, per richiedere il rilascio di visto per motivi umanitari a tutti i membri della famiglia per poter lasciare l’Iran e raggiungere l’Italia, dove, al loro arrivo, sarà garantita l’accoglienza e l’ingresso nel circuito istituzionale di protezione internazionale in accordo con il Servizio Centrale della Rete SAI.
Ai membri della famiglia, era già stato preannunciato infatti dalle autorità iraniane il rimpatrio in Afghanistan una volta scaduto il Visa in loro possesso, con un'evidente rischio per la loro incolumità considerata l'attuale situazione di difficoltà presente sul territorio afghano.
In allegato il primo cittadino albisolese aveva inviato la lettera della primogenita della famiglia, Gulaghai, nella quale illustrava la loro situazione e inviava una richiesta di appello a una delle realtà solidali del terzo settore impegnate nel supporto a soggetti in difficoltà.
"Gulaghai in particolare sarebbe condannata a morte sicura in quanto ex allenatrice della nazionale di pallavolo femminile afgana e quindi donna atleta ed inoltre in quanto ex membro delle forze di polizia sotto il governo filoccidentale di Ghani - aveva spiegato alla nostra redazione l'ex consigliere Tessore, laureato in Giurisprudenza e in Storia, attualmente studente universitario di Scienze Internazionali Unito con specializzazione in storia e cultura afghana ed ha contatti consolidati nel tempo con diverse famiglie, fuori e dentro lo stato afghano - L'intera famiglia infine appartiene all'etnia minoritaria hazara, sciita, da sempre perseguitata con particolare ferocia dai talebani, integralisti sunniti".
La famiglia aveva ottenuto a spese dell'ex consigliere comunale la Visa di ingresso in Iran e si trovava a Teheran. Tessore nella sua lettera indirizzata al sindaco e all'assessore ai servizi sociali Calogero Sprio, aveva allegato la comunicazione inviata dalla città di Torino alla competente ambasciata per il rilascio di Visa ad un'altra donna afghana che aveva seguito con l'avvocato Riccardo Morielli di Millesimo, e che ora è in Italia.
Successivamente a novembre erano giunti i primi sviluppi positivi grazie all'intessamento dell'Arci nazionale nella persona di Filippo Miraglia, all'amministrazione comunale albisolese, l'Anpi Locale e provinciale, la Società di Luceto e diverse associazioni presenti sul territorio con la famiglia che è così riuscita ad ottenere il visto.
Ma alla partenza una doccia più che fredda. All'imbarco a Teheran con il visto regolare d'ingresso in Italia, il passaporto e il biglietto di solo andata, non sono stati imbarcati dalla compagnia aerea perchè alla stessa non bastava il visto e la lettera dell'Ambasciata scritta in italiano.
Allora preso contatto con un'altra agenzia sono riusciti a cambiare compagnia e sono riusciti a prenotare un biglietto aereo per la giornata di oggi con arrivo a Malpensa.
Nel pomeriggio il comitato d'accoglienza ad Albisola e una vicenda che si è conclusa nel migliore dei modi.