Politica - 12 novembre 2022, 10:00

Termovalorizzatore in Val Bormida? Il sindaco di Carcare: "Facciamo un patto amministrativo"

De Vecchi analizza gli aspetti positivi: "Porterebbe alla diminuzione sia della TARI, sia del costo dell'energia, nonché alla creazione di una filiera professionale"

Un termovalorizzatore in Val Bormida? Un argomento non del tutto nuovo, tornato alla ribalta negli ultimi giorni. La futura realizzazione dell'impianto, non l'ubicazione nonostante alcune ipotesi, è prevista all'interno del nuovo piano regionale per chiudere il ciclo dei rifiuti. 

L'idea Val Bormida potrebbe avere un senso tenuto conto della vicinanza (e quindi ad una possibile sinergia) con la Regione Piemonte. Su questo argomento, molto dibattuto in valle è intervenuto il sindaco di Carcare Christian De Vecchi, attivo in amministrazione pubblica dal 2004, prima da consigliere di minoranza, passando per assessore, vice sindaco e infine primo cittadino. 

"Il mio ragionamento parte da una riflessione storica in merito al saldo ambientale negativo che ha determinato serissime problematiche sanitarie in Val Bormida. Questo incide culturalmente sul sentimento di paura della comunità cittadina verso l’insediamento di impianti che trattano 'il rifiuto' domestico". 

"Un aspetto è ineluttabile: produciamo rifiuti domestici che devono essere trattati da qualche parte e in qualche modo". 

La posizione del primo cittadino è chiara: "Elaborare un patto amministrativo che abbia come attori protagonisti i comuni del comprensorio, nonché gli enti superiori e i soggetti attuatori dell'impianto. Per fare ciò si potrebbe prendere spunto amministrativo dalle convenzioni con cui sono regolamentati impianti simili in altre realtà comprensoriali italiane o dell’Unione Europea". 

De Vecchi si è poi soffermato sulla quota indifferenziata del rifiuto domestico: "Oggi è trattato per i 69 comuni del savonese in regime di monopolio dall'unica discarica presente sul territorio provinciale, quella situata a Vado Ligure. Per tutti i municipi ha un costo a tonnellata conferita che non ha prezzi concorrenti. Tutto questo salvo spese ulteriori per il trasferimento in discariche fuori dalla provincia, se possibile dalle normative ATO, qualora un comune decidesse di farlo. E' probabile che convenga sempre la discarica più vicina, poiché il trasporto incide tantissimo sui costi". 

"La convenzione dovrebbe compensare il territorio ospitante il termovalorizzatore con un costo molto basso a tonnellata per il rifiuto conferito. Questo andrebbe a significare per ogni comune una diminuzione della TARI". 

"Il termovalorizzatore andrebbe produrre, sempre ad un costo inferiore, energia elettrica o calore per impianti di riscaldamento sia per i cittadini, sia per le aziende del territorio. Ovviamente nella convenzione ci dovranno essere tutte le garanzie del caso per ovviare al superamento del saldo negativo con l’ambiente storico e quello legato ai sentimenti reali e culturali della paura, garantendo l'efficienza dell'impianto e controlli necessari, nonché la creazione di una filiera professionale in termini sia occupazionali, sia di appalti alle aziende del territorio", conclude De Vecchi. 

Redazione