Attualità - 08 novembre 2022, 08:19

Vertenza Sanac di Vado, i lavoratori incrociano le braccia l'11 novembre: "Servono risposte"

Proclamato lo sciopero, chiesta la presenza di tutti i i parlamentari liguri, i consiglieri regionali, il sindaco di Vado e il presidente della Provincia

I lavoratori di Sanac incrociano nuovamente le braccia. I sindacati hanno infatti proclamato sciopero per la giornata di venerdì 11 novembre davanti allo stabilimento di Vado Ligure per far sentire nuovamente la propria voce in merito alla vertenza che sta mettendo in difficoltà da anni i dipendenti dell'azienda che produce refrattari.

Sono stati invitati al presidio tutti i parlamentari liguri, i consiglieri regionali, il sindaco di Vado Monica Giuliano e il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri.

"Servono risposte, serve più autorevolezza della Regione Liguria quando si parla di Savona soprattutto di crisi industriali e servono politiche industriali serie in settori così strategici" dice il segretario generale della Cgil Savona Andrea Pasa.

"Illustre Ministro, attraverso questa comunicazione, le organizzazioni sindacali nazionali di Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL intendono evidenziare il percorso e l'attuale stato dell'arte della vertenza in oggetto, che nel corso di questi anni è stato gestito dalle scriventi e che, ancora oggi non trova soluzione definitiva - scrivono i sindacati unitariamente in una lettera inviata al neo Ministro delle Imprese e del Made in Italy Alfonso Urso - Sanac è un'azienda controllata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, attualmente in amministrazione straordinaria, e fornisce materiali refrattari fondamentali per i processi di produzione di acciai, lavorando per quasi il 60% del suo fatturato per lo stabilimento Acciaierie d'Italia sito a Taranto. È stata da sempre legata alle vicissitudini della siderurgia nazionale, anche quando i processi di privatizzazione, a metà anni 90, l'hanno fatta confluire nel Gruppo Riva, che aveva nel contempo acquisito le acciaierie del Paese. Le vicende che hanno travolto lo stesso Gruppo Riva agli inizi degli anni 2010 l'hanno collocata, unitamente agli impianti siderurgici, in amministrazione straordinaria con gestione commissariale".

"Nel 2018, un nuovo accordo con il colosso Franco-Indiano di Arcelor Mittal sulla gestione delle acciaierie ex Ilva, ha aperto uno spiraglio circa il definitivo assetto societario e la conseguente stabilità lavorativa per i circa 300 dipendenti del Gruppo Sanac - proseguono - Nel 2019 ArcelorMittal Italia si aggiudica il primo bando di gara per l'acquisizione di Sanac che tuttavia non perfeziona mai, temporeggiando per anni con fidejussioni bancarie, allo scadere delle quali nel 2022, decadendo il bando stesso, obbliga i commissari a rimettere in vendita la Sanac, attraverso un nuovo ulteriore bando di gara. Questo nuovo bando di gara purtroppo è risultato inutile a causa della mancanza di offerte utili al rilancio del gruppo. Si è proceduto di conseguenza, ad emettere un terzo bando di gara per il quale, come termine per la presentazione delle manifestazioni d'interesse, è indicato il 7 novembre prossimo. Ad oggi non ci sono certezze rispetto alle prospettive produttive del gruppo, mentre si acuiscono le preoccupazioni circa le ricadute occupazionali le cui conseguenze potrebbero avere effetti su diversi territori nazionali (Sanac ha stabilimenti nelle province di Vercelli, Savona, Massa Carrara e Cagliari)".

"A nostro avviso, la cosa più incomprensibile è il comportamento di Acciaierie d'Italia (attuale gestore degli impianti siderurgici ex-Ilva) che da azienda partecipata dallo Stato attraverso Invitalia, ha deciso in maniera unilaterale di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac da circa un anno. A questa condizione di per sé pesante, che fa flettere molto la tenuta economica della società, si aggiunge anche la partita debitoria che Acciaierie d'Italia ha verso Sanac che oggi è pari a circa 23 milioni di euro. È intollerabile questo atteggiamento, che mira esclusivamente a penalizzare un'azienda come la Sanac che da 60 anni lavora per le acciaierie italiane e che ha delle professionalità di altissimo profilo e che potrebbe emergere nel mercato globale dei refrattari e non solo a livello nazionale. Ricordiamo che Sanac è un gruppo sano e produttivo e malgrado il suo stato di Amministrazione Straordinaria che non gli consente di fare investimenti di sviluppo nel tempo, ha conseguito risultati eccellenti dal punto di vista economico e produttivo, chiudendo il bilancio con 4 milioni di utili, + 20% di produzione con + 30% di fatturato e con la stabilizzazione di 12 Lavoratori - puntualizzano le tre organizzazioni sindacali - Il completo disinteresse che purtroppo abbiamo riscontrato da parte delle istituzioni su questa vertenza non ha fatto altro che aumentare il disagio tra i lavoratori, verso i quali è sempre più massiccio l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, che sta toccando punte del 60/70 % ed ha anche creato uno straordinario cortocircuito per cui si è verificata la contraddizione per la quale un'azienda statale condanna e penalizza un'altra azienda statale".

"Per tutte queste ragioni chiediamo un incontro da tenersi nel più breve tempo possibile, consapevoli che bisogna al più presto invertire questa tendenza al fine di salvaguardare i livelli occupazionali, oltre che un pezzo fondamentale dell'economia nazionale rappresentata dalla siderurgia, di cui Sanac rappresenta un pilastro fondamentale" concludono.